‪Micaela Campana: unionicivili La strada per l'allargamento dei diritti è lunga

e noi abbiamo appena iniziato a camminare.

Era il 1986 quando si depositò alla Camera dei Deputati la prima proposta di legge per riconoscere i diritti delle coppie omosessuali. Da allora trent' anni di proposte e promesse mai avverate. Trent'anni di tentativi andati a vuoto, di sogni e di vite in comune invisibili per lo Stato e per gli uomini.

Oggi abbiamo compiuto un primo storico passo. Oggi abbiamo tirato fuori dall'oblio migliaia di persone. Usciamo dal campo delle discriminazioni e ci incamminano per una strada di equiparazione che è ancora lunga con un ritardo che non è giustificabile dalla politica.

Questa legge è la legge migliore possibile che questo Senato poteva votare, c'era una legge più completa che ho creduto possibile fino al giorno in cui alcune forze politiche hanno ritirato il proprio appoggio. Con l'emendamento canguro avremmo potuto blindare un testo e l'impianto dei diritti che portava con se anziché lasciarlo al voto incerto di centinaia di emendamenti che nell'incertezza dei numeri avrebbero potuto creare gravi danni alla legge.

Tuttavia non posso dimenticare che alle famiglie arcobaleno non abbiamo dato le giuste risposte. In questo ultimo anno ho parlato con loro spesso, ho condiviso con loro paure, speranze e la delusione delle ultime ore. Comprendo la loro rabbia. Ma piuttosto che cedere a compromessi pasticciati nati per scaricare sui bambini le scelte dei genitori abbiamo preferito lasciare la parola ai giudici. Con il comma 20 abbiamo invece scelto di blindare la giurisprudenza esistente in materia di adozione speciale e prendere l'impegno di riformare organicamente la legge delle adozioni.

Però non possiamo registrare che con questa legge oggi migliaia di coppie cominciano ad esistere per lo Stato. Oggi migliaia di persone possono cominciare a pensare come una famiglia con diritti e doveri. A chi oggi lamenta la mancanza della fedeltà vorrei ricordare che quella norma nasceva nel diritto di famiglia improntato ad un modello patriarcale per vincolare la donna al proprio sposo. E tuttavia la fedeltà nasce dallo scegliersi ogni giorno e non sarà certo un generico dovere inserito ad una legge a renderci più fedeli.

Con questa legge ora chi vorrà potrà vedere riconosciuta la propria vita familiare presente e futura, la reversibilità, il diritto ad entrare nelle graduatorie pubbliche, il cognome, l'assistenza nelle strutture pubbliche. Vedersi riconoscere come comunità esclusiva come soggetto di diritto, diventa una famiglia che lo stato ha il dovere di proteggere.

Penso che sia un passo molto prezioso perché il primo verso una strada che abbiamo intrapreso senza esitazioni.

Abbiamo la consapevolezza che la strada è lunga. Ma dopo trent'anni di insuccessi, non possiamo che essere un pò contenti per aver consentito a chi fino a ieri non aveva alcun diritto di poter essere riconosciuto nel proprio progetto di vita familiare.

Micaela Campana

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