Arneo, On. Ciracì (CoR): «Una commissione d’inchiesta sui Consorzi di Bonifica:
nessun tributo è dovuto se non conseguente a servizi effettivamente resi».
Subito l’audizione del commissario straordinario unico dei Consorzi di Bonifica della Puglia, poi una commissione d’inchiesta per fare piena luce sulle presunte angherie “daziali” dell’Arneo. È questa la strada che ha scelto d’intraprendere l’Onorevole Nicola Ciracì di CoR – Conservatori e Riformisti.
«Chiederò a stretto giro al Presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, On. Luca Sani, di convocare il Dott. Gabriele Papa Pagliardini, commissario straordinario unico dei Consorzi di Bonifica di Puglia, e al contempo proporrò l’istituzione di una commissione d’inchiesta ad hoc sia di respiro sia regionale che nazionali».
«Il Salento agricolo – spiega il deputato – già provato dalla Xylella, si trova a dover affrontare un ulteriore problema, cioè quello delle cartelle esattoriali del Consorzio di bonifica dell’Arneo: in verità, non sono soltanto gli agricoltori a esserne colpiti, ma il contributo di bonifica (codice 630) grava su tutti gli immobili (terreni, fabbricati, opifici, ecc.) ricadenti nel comprensorio di bonifica, tant’è che oltre alla Organizzazioni del settore agricolo, anche Confidustria si è mossa a tutela dei propri associati richiedendo una equa e obiettiva soluzione della questione».
Il Consorzio dell’Arneo “copre” un territorio di circa 250mila ettari a cavallo delle province di Brindisi (126.375 ettari per 18 comuni), Lecce (84.036 ettari per 24 comuni) e Taranto (39.014 ettari per 6 comuni). Già nel luglio 2015, i cittadini residenti nei 48 comuni ricadenti nell’ambito del Consorzio ricevettero i primi avvisi bonari di pagamento relativi all’anno 2014. Il governo regionale, dopo le prime proteste, fu drastico: quel tributo andava pagato in quanto la legge dispone che i Consorzi debbano essere sostenuti economicamente per le attività svolte nelle aree di competenza.
«Il punto però – sostiene l’On. Ciracì – è comprendere se questo balzello debba essere pagato a prescindere o solo a seguito dell’effettiva realizzazione di opere di miglioramento (fondiario, ambientale o di altra natura) da parte dei Consorzi: se essi non hanno realmente assolto i compiti loro assegnati per legge, è giusto che vengano comunque finanziati dai cittadini?».
«La realtà – prosegue – è purtroppo che spesso i Consorzi esistono solo sulla carta e l’Arneo non fa eccezione: le condotte idriche per la distribuzione dell’Acqua nei campi agricoli sono fatiscenti o addirittura inesistenti; le pompe idrovore spesso non funzionano; i canali pluviali sono infestati da erbacce e intasati da rifiuti di ogni specie…».
«Le esigue migliorie apportate a questi terreni – spiega ancora Ciracì – sono spesso state rese possibili da finanziamenti della Comunità Europea e dunque in cittadini non devono alcunché per tali opere».
«Ci si chiede – aggiunge il deputato di CoR – quali siano i benefici realmente ricevuti dagli immobili dei salentini grazie al Consorzio e quale incremento di valore sia stato per essi determinato dalle attività proprie del Consorzio, ammesso che ve ne siano state».
«Personalmente – continua – ritengo che qualora i “benefici” goduti dal territorio siano fantomatici, e purtroppo lo sono, la politica debba assumersi le proprie responsabilità e contrastare queste angherie “daziali” da Medioevo, istituendo nell’immediato una commissione d’inchiesta di respiro regionale e anche nazionale che faccia la necessaria chiarezza su di una mala gestio il cui costo economico e sociale si aggira oltre i 43 milioni di euro: uno scandalo e un freno allo sviluppo dei territori di cui si dovrebbero occupare questi Consorzi, perlopiù inefficienti e inefficaci»
«I cittadini non possono essere chiamati a pagare per servizi non goduti e dunque – conclude Ciracì – occorre innanzitutto ascoltare il commissario Papa Gagliardini al fine di svolgere un approfondito ed attento esame tecnico sui presunti servizi offerti da cui derivano, appunto, i tributi pretesi».