Progettiamo Mesagne al referendum si schiera per il "Si"

Fra meno di una settimana i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimersi sul referendum cosiddetto “anti trivelle”.

Progettiamo Mesagne, come già evidenziato in altre sedi, è schierata per il SI. Prima di illustrare le ragioni di questa scelta occorre però fare una doverosa premessa.

Come è noto il referendum per essere valido dovrà raggiungere il quorum, ossia dovrà recarsi alle urne almeno la metà più uno degli aventi diritto. Un risultato molto difficile da raggiungere sia perché si tratta di un argomento ostico, molto tecnico, e sia perché il governo in carica lo sta ostacolando in ogni luogo e con ogni mezzo. Sia chiaro sul quesito referendario è legittimo esprimersi, comprese le forze di governo, per il SI o per il NO o per l’astensione; altra cosa è utilizzare la propria posizione dominante per condizionare il risultato. I segnali di questo malcelato boicottaggio sono diversi: I dibattiti sull’argomento, specie sulla TV pubblica, sono ridotti all’essenziale, e spesso invece di informare si fa disinformazione, come quando si dice che il quesito interesserebbe solo le regioni proponenti insinuando il dubbio che nelle altre regioni non si voti. E’ chiaro che si vota in tutta Italia come è chiaro che ogni cittadino, sia esso lombardo, umbro, valdostano, siciliano ecc. potrà esprimere, attraverso il voto, la sua posizione su argomenti (politica energetica ed ambientale) di grande rilevanza nazionale. Si parla poi di fantomatiche crisi energetiche o di improbabili perdite di posti di lavoro che si determinerebbero all’indomani della vittoria del SI. Niente di più falso! L’azione però più evidente, messa in atto dal governo, per favorire il fallimento del referendum è stato il mancato accorpamento dello stesso con la tornata amministrativa di primavera temendo, appunto, una maggiore affluenza che avrebbe favorito la vittoria del SI. Le due distinte tornate elettorali, invece, comporteranno un enorme spreco di risorse di cui, non v’è dubbio, si faranno carico i cittadini; ciò, se ancora non fosse chiaro, evidenzia come in questo Paese gli interessi generali vengono sempre dopo gli interessi particolari, ossia quelli delle lobby, dei faccendieri, dei cosiddetti “poteri forti”! Già questa, a nostro avviso, è una buona ragione per votare convintamente SI domenica prossima!

Tornando al quesito referendario è il caso di precisare che dal 2016 vige comunque il divieto di trivellare entro le 12 miglia! Ciò che praticamente si andrebbe ad abrogare è una disposizione, aggiungiamo noi incomprensibile e contradditoria, contenuta nell’ultima legge di stabilità, che concede, alle compagnie estrattive che hanno ottenuto la concessione prima dell’entrata in vigore del sopracitato divieto, di poter trivellare nei nostri mari in modo illimitato! Con la vittoria del SI, è bene precisare, che le trivellazioni non cesserebbero all’improvviso ma resterebbero in vita fino alla scadenza del titolo autorizzativo (entro dieci anni); quindi nessuna crisi energetica, nessun problema occupazionale; al contrario si andrebbe incontro alla ratio della legge che per il futuro ha previsto, infatti, che nessuna attività di ricerca ed estrazione potrà esserci entro le 12 miglia! Inoltre la concessione illimitata, ora in vigore, presenta forti vizi di legittimità in quanto una durata a tempo indeterminato delle concessioni viola le regole sulla libera concorrenza e si pone, dunque, in contrasto con la legislazione europea (direttiva 94/22/CE) e quindi non può essere escluso, laddove il referendum venisse bocciato, anche il ricorso alla procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese.

Domenica prossima votiamo SI soprattutto per salvaguardare i nostri mari e le nostre bellissime coste da un inquinamento che sta progressivamente distruggendo la flora e fauna marina a causa dei depositi di catrame nei fondali. Il dato certo, purtroppo, è che il mare italiano, in prossimità delle piattaforme estrattive, presenta sedimenti con livelli di inquinamento oltre i limiti fissati dalle norme comunitarie. La vittoria del Sì avrebbe, a nostro avviso, un effetto politico importante perché spingerebbe il governo a rivedere la sua politica energetica orientandola, come già fatto con successo in molti paesi europei, verso lo sviluppo delle energie rinnovabili unica via d’uscita per conciliare le politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio con quelle del necessario approvvigionamento energetico. Domenica quindi tutti alle urne, ma soprattutto votando SI!

Il coordinatore di ProgettiAmo Mesagne

Antonio Calabrese

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