Il porto di Brindisi dopo il forum sulla portualità e la logistica. Di Carmine Dipietrangelo

Il ministro Del Rio, nel Forum sulla portualita’ e la logistica,tenuto a Bari, ha fatto intendere quanto valore

avrebbe avuto ed ha per la Puglia una unica autorità portuale di sistema. Pero’ non è riuscito a convincere i due porti core (Bari e Taranto) a mettersi assieme. Ma non ha rinunciato a questo obiettivo. Nella sua esposizione il ministro ha più volte fatto riferimento alla necessità che i porti facciano sistema tra di loro,tra loro e i territori e le infrastrutture e tra loro e le rispettive città. È’ secondo lui l’unico modo per far competere e per valorizzare la portualita’ pugliese. Nel suo intervento e in quelli degli altri ospiti del forum,se si esclude quello del sindaco di Bari,al porto di Brindisi non si è prestata alcuna attenzione così come non è stata presa in considerazione alcuna moratoria per la sua attuale autorità portuale.

Mentre a Brindisi continuino i lamenti,in altri porti si programma e si predispongono le condizioni per fare sistema. Ho avuto modo di ribadire più volte che è stato un errore definire due autorità portuali invece di una sola e ho sostenuto che il porto di Brindisi,oggi come non mai,ha bisogno,però, di far parte di un sistema. E ritengo questa la priorità delle priorità. La collocazione del porto di Brindisi o sta dentro un sistema più ampio oppure non c’è moratoria che possa dare ad esso un futuro. Nel forum e’ emerso con forza che chi non fa sistema non ha futuro.

Lavorare insieme e’ l’unico modo per competere nel mediterraneo e in Europa. La competizione nella portualita’ e’ seria,forte e veloce.

I singoli porti, le loro vecchie gestioni così come gli elenchi di opere fuori da logiche di sistema, non hanno futuro. I programmi che saranno approvati e finanziati saranno solo quelli coerenti con i piani strategici di sistema. Opere decise per spendere soldi pubblici fanno perdere solo tempo, risorse, opportunità.

Il ministro e’ impegnato a definire e a presentare i piani strategici attuativi della portualita’ e logistica dopo aver coinvolto porti,istituzioni,territori con una visione ampia e allargata verificando, innanzitutto, la coerenza delle opere già programmate. Il periodo della anarchia degli interventi e delle concessioni e’ finito. Opere inutili e sovrapponibili con altre,progetti per interventi irrealizzabili,non saranno prese in considerazione. Devono essere coerenti con i piani strategici di sistema. Si sta già lavorando,soprattutto al nord in questa direzione.

Superare i campanilismi e impostare in maniera coordinata i piani strategici di dimensione vasta e ben oltre le vecchie aree portuali così come sono state intese e gestite fino ad oggi, e’ una scelta irreversibile. I porti sono, in questa logica,punti di sistemi interconnessi e come tali non possono essere solo delle città,delle sedi delle autorità portuali,ma sono anche parti di un sistema coordinato a livello nazionale ed europeo e come tale riconosciuto dagli operatori internazionali. I porti isolati, come sono stati organizzati e gestiti fino ad oggi, non possano avere il proprio futuro nel loro passato.

Un coordinamento nazionale ed una visione strategica e di sistema dallo sguardo largo, non sono,in questo caso,un elemento di un rigurgito neocentralistico ma l’unico modo per poter dare alla portualita’ un futuro. Brindisi deve inserirsi in questo processo per poter usufruire dei possibili vantaggi di questa visione e delle conseguenti scelte di sistema che si stanno già decidendo. L’autorità portuale unica regionale e’ giusto continuarla a rivendicare ma non bisogna perdere altro tempo in attesa che essa venga decisa. Il porto di Brindisi,nel frattempo non può e non deve isolarsi. L’attuale collocazione nel sistema portuale dell’Adriatico meridionale con sede a Bari, così come previsto nell’ultimo decreto,e’ un dato e che come tale non deve pregiudicare l’impegno e il lavoro per una programmazione coerente di interventi utili al porto e necessari per definire le condizioni operative e gestionali con cui Brindisi partecipa a questo sistema.

Una impostazione questa comunque necessaria sia se si realizzasse una unica autorità portuale sia se rimanesse l’attuale autorità di sistema dell’Adriatico meridionale. Brindisi deve essere pronta,con convinzione e lungimiranza e non certamente dando l’impressione di nobile decaduto o ancora peggio con il cappello in mano per difendere rendite,interessi burocratici e parassitari che certamente non hanno mai aiutato il porto a svilupparsi,malgrado la sua nobile storia.

Non ci sono alibi per nessuno. Le istituzioni,il sistema porto,gli operatori,gli interessi legittimi che attorno ad essi si sono consolidati,sono chiamati a superare questa prova con coraggio,autonomia e determinazione se si vuole salvaguardare e valorizzare la polifunzionalita’ e le interconnessioni che già oggi il porto e’ in grado di garantire.

Infine,alla luce delle sollecitazioni e disponibilità ascoltate a Bari per lavorare assieme e a fare sistema,Brindisi non si deve chiudere e ne’ isolarsi,non può sprecare questa occasione e perdere altro tempo.

Mi permetto,pertanto,di indicare alcune priorità da cui partire per far pesare Brindisi nelle scelte di sistema (unico o articolato che sia):

– bisogna definire il cono di atterraggio spostandolo di quanto necessario per poter garantire l’operativita’ di nuove navi e in tutta l’area portuale;

– va impressa una forte accelerazione alla definizione dei progetti e dei finanziamenti e alla relativa cantierizzazione degli accosti da troppo tempo previsti a santa Apollinare; questo farebbe diventare la stessa concessione chiesta da Grimaldi compatibile con la fruizione di altre aree e banchine;

– vanno realizzati i dragaggi necessari per rendere tutte le banchine fruibili da navi moderne e di dimensioni più grandi;

– stabilire da parte del futuro sindaco di Brindisi,a decreto vigente, d’intesa con il sindaco di Bari, le condizioni e i programmi della nuova governance dell’autorità portuale di sistema e il relativo ruolo del porto di Brindisi,delle sue infrastrutture,delle sue professionalità e delle stesse potenzialità già sperimentate anche nel settore crocieristico.

Il porto di Brindisi non può essere ancillare ad altri porti ma deve essere parte di un sistema integrato e polifunzionale e può convivere tranquillamente con altre realtà. E,ripeto,il futuro del porto non è nel suo passato o nella sua storia e ne’ tantomeno nel presente della sua attuale gestione.

Carmine Dipietrangelo

Presidente LeftBrindisi

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