On. Ciracì (CoR): «Invitare in Italia Negin Khpalwak».
Aderiscono all’iniziativa 21 presidenti di Conservatorio, oltre che quasi 60 parlamentari.
Raccoglie sempre maggiori consensi l’iniziativa dell’onorevole Nicola Ciracì (CoR – Conservatori e Riformisti), sottoscritta da altri 58 tra deputati, senatori e parlamentari europei, d’invitare ufficialmente in Italia Negin Khpalwak, pianista di 19 anni, e l’orchestra di sole donne da lei diretta a Kabul, nel difficilissimo contesto dell’Afghanistan. Dopo il placet bipartisan dei rappresentanti istituzionali, Ciracì (anche presidente del Conservatorio Tito Schipa di Lecce) ha incassato ora quello di ben 21 presidenti dei Conservatori italiani, da Nord a Sud.
Dopo aver mosso i primi passi artistici quand’era solo una bambina, Negin Khpalwak ha deciso di restare nel suo Paese, sfidando tutto e tutti e combattendo quotidianamente per difendere principi e diritti libertari che in Occidente si danno per scontati.
«Negin – ricorda Ciracì – è nata nella provincia di Kunar, nell’Afghanistan occidentale, dove le bambine non vanno a scuola e a molte ragazze è impedito di studiare musica: solo grazie al sostegno segreto di suo padre ha cominciato a seguire la sua inclinazione e quattro anni fa è riuscita a entrare nell’Istituto nazionale afghano di Musica a Kabul, nonostante i suoi stessi familiari ritenessero la sua scelta contraria alla tradizione».
«Grazie alla sua straordinaria determinazione – prosegue il deputato – nel 2013 si è esibita negli Stati Uniti e oggi dirige la “Zohra Orchestra”, un eccezionale paradigma in termini di parità di genere a quelle latitudini, presso l’Istituto nazionale afghano di Musica».
«Nonostante la giovane età – conclude Ciracì, che ha raccolto il consenso di decine e decine di suoi colleghi – la vicenda di Negin rappresenta un alto esempio di come sensibilità e arte riescano, talvolta, a imporsi sulla barbarie ed è per questo che chiediamo di poter ospitare in Italia la direttrice e l’intera sua orchestra, anche al fine di sostenere l’impegno dell’Istituto nazionale afghano di Musica che combatte strenuamente la violenza con le note, la cultura e la bellezza».
Questo, dunque, l’elenco dei presidente di Conservatorio che hanno aderito alla proposta di Ciracì e dei suoi 58 colleghi parlamentari: Daniele Cassamagnaghi (Conservatorio “Giuseppe Nicolini” di Piacenza), Luca Cipriano (Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino), Francesco Colaiacovo (Conservatorio di Ferrara), Daniele De Blasio (Conservatorio “Cilea” di Reggio Calabria), Catello De Martino (Conservatorio “Martucci” di Salerno), Mario Diego (Conservatorio “Tartini” di Trieste), Ambrogio Fassina (Conservatorio di Padova), Guido Ferrari (Conservatorio di La Spezia), Giovanni Gianluca Floris (Conservatorio di Cagliari), Paolo Ghezzi (Conservatorio di Trento), Roberto Livraghi (Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria), Caterina Meglio (Conservatorio “Sala” di Benevento), Fausto Merchiori (Conservatorio “Venezze” di Rovigo), Andrea Mora (Conservatorio “Boito” di Parma), Giuseppe Silvestri (Conservatorio “Bellini” di Palermo), Patrizio Trifoni (Conservatorio “Martini” di Bologna), Adolfo Vannucci (Conservatorio “S. Cecilia” di Roma), Patrizia Vastapane (Conservatorio di Brescia e Darfo Boario Terme), Carlo Verducci (Conservatorio “Pergolesi” di Fermo), Alberto Zocchi (Conservatorio “Monteverdi” di Bolzano), Salvatore Stefanelli (direttore del Conservatorio “Schipa” di Lecce).