Il circolo Pd di Brindisi sulla Giunta Carluccio.

Aspettavamo con ansia la presentazione della Giunta Carluccio, con la sola speranza che i nostri timori venissero dissipati.

Purtroppo, così non è stato. Anzi. Ci ritroviamo di fronte ad uno scenario, se possibile, ancora più disastroso di quello che ci eravamo immaginati.

A 21 giorni dal ballottaggio, infatti, ci aspettavamo ed auguravamo, dopo le tante polemiche interne e la fiducia in parte ritirata da Impegno sociale, che alla fine la montagna non finisse per partorire un così gracile topolino. Com'é stato oggi con il varo della già precaria e instabile giunta Carluccio. Sono state tre settimane nelle quali evidenti e serie sono apparse le divisioni all'interno di una maggioranza che finché era tenuta in piedi dalla fregola di vincere era rimasta fittiziamente unita e solo appena sono apparsi sulla scena i veri burattinai che si celano dietro la sindaca Carluccio é apparso evidente che per alcuni, interni alla stessa coalizione, “non c'era trippa 'pe gatti”. Infatti, da subito, il principale pilastro della coalizione, Palazzo e Impegno sociale, con 5 o forse 6 consiglieri eletti, hanno subdorato che i veri padrini dell'intera “operazione Carlucccio”, ovvero Ferrarese, Rollo e Errico, ( il sempre "padre nobile" di qualcosa) sarebbero stati in qualche modo i veri intestatari della ditta che sulla carta si intitolava la titolarità del Comune di Brindisi.

Ma tant’è. La Giunta è fatta: otto assessori, nessun vice sindaco ed il sindaco Carluccio che mantiene per sé le deleghe più importanti e delicate. Ma – ci chiediamo – dove sono le tanto decantate ‘professionalità’? Fatta salva qualche eccezione, è evidente che si tratta di un esecutivo palesemente ‘plasmato’ sulle esigenze del ‘duo’ Ferrarese – Rollo che da mesi opera dietro al sindaco di Brindisi. Con l’aggiunta del garante-ombra che, ne siamo certi, ben presto sarà mandato a quel paese perché troppo ‘ingombrante’ per i due personaggi di cui sopra.

Non ce ne voglia la Carluccio che sarà pure una brava persona… ma è evidente tutto il suo imbarazzo, consapevole com’è che in quella coalizione conta meno di un “Due di picche”. D’altra parte, come giustificare alcune delle deleghe assegnate? Siamo certi, tuttavia, che quanto meno il sindaco avrà assicurati trucco e parrucco, oltre ad una splendida forma fisica (non che ne abbia bisogno…), considerato che ha assegnato la delega alle “Tutele” (???) ed al Teatro ad una estetista – parrucchiera, Francesca Scatigno, con tutto il rispetto per la categoria e quella al Turismo ad una insegnante di educazione fisica. E non si tratta né di classismo né di sessismo, ma semplicemente della consapevolezza delle condizioni di emergenza e di isolamento in cui versa Brindisi e della necessità che di alcune materie delicate se ne occupi gente che abbia le giuste competenze.

In quanto alla Scatigno, il suo cognome ci ricorda qualcosa, se è vero come è vero che è figlia di Luigi Scatigno (SCA s.r.l.), colui, cioè, che fu coinvolto nell’arresto bis del 2004 dell’ex sindaco Antonino (tanto vituperato dalla coalizione di Centro, ndr) perché - come si legge testualmente in un articolo del 24 marzo 2004 di Repubblica, peraltro proprio a firma di Consales! - “fu costretto a pagare una tangente di 35 milioni di lire per l’aggiudicazione dell’appalto per la pulizia dei pullman”.

Passiamo adesso all’assessorato ai Lavori Pubblici, assegnata al dottore urologo Salvatore Brigante, espulso dal Partito Democratico proprio nei giorni scorsi. Non c’è che dire: una delega all’insegna del rinnovamento!

E che dire della delicatissima delega all’Urbanistica assegnata ad un Vigile Sanitario (Giampiero Campo)? Bisognerebbe capire quali siano le sue competenze, ad esempio, sul Pug o sul Piano della Costa. Attendiamo risposte.

Per quanto riguarda Cosimo Laguercia, cui è stata assegnata la delega alle Attività Produttive, su internet non v’è traccia di uno straccio di intervento o di proposta quando ha ricoperto l’incarico di consigliere comunale (anni 2004-2009, gestione Mennitti). Come dire…non pervenuto.

A questo punto, quasi quasi siamo rincuorati del fatto che la Carluccio abbia tenuto per sé alcune delle deleghe più importanti, perché non osiamo immaginare a chi altri ‘luminari’ avrebbero potuto assegnare assessorati fondamentali quali l’Ambiente ed i Servizi Sociali.

Alla fine, per davvero questo gracile topolino partorito appare del tutto inadeguata sulla carta ad affrontare sul serio i problemi e i bisogni d'una città seriamente prostrata, non solo dalla crisi economica e dai traumi degli arresti, ma anche da un colpevole  attendismo. Come chiamare altrimenti una attesa, quella per questa giunta, che ha pochi eguali in Italia, dove perfino Roma capitale, si è data una giunta in tempi almeno più dignitosi ? La giunta Carluccio appare la "solita giunta", fatta di persone, senza offesa per alcuno, che sembrano essere arrivate lì prima ancora che per inappuntabili curricula personali e acclarate esperienze professionali, per ogni ambito assegnato, in virtù all'appartenenza alle  ‘micro lobbies’ interne alla coalizione; come pure talora per dosaggi ambigui che sembrerebbero ammantati da presumibili e in potenza lodevoli pretese di “pari opportunità di genere”, non appaiono sulla carta comunque corrispondere alle carature e sopratutto all'alto livello di rappresentatività oggi richieste. Così non é stato e di fatto. Verrebbe da dire, come nel "Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa, che "tutto é cambiato perché tutto resti come prima".

 

Incrociamo le dita, dunque. Ma, soprattutto, che Dio ce la mandi buona!

 

Circolo cittadino PD

 

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