Il PD deve riprendersi la sua autonomia per occuparsi dei problemi reali (di Carmine Dipietrangelo).
In questi giorni il pd a Brindisi, pur tra qualche contraddizione, sta dando segni di sussulto e di presenza,
iniziando a rompere vecchi equilibri e consuetudini.
A più di qualcuno questo sta dando fastidio. Almeno così leggo le varie prese di posizione che appaiono sugli organi di informazione. Avendo ripreso la tessera del pd sono interessato a partecipare ad una evoluzione espansiva ed inclusiva del pd. Quindi osservo e partecipo con attenzione, da vecchio militante di sinistra, a questa discussione ed evoluzione. Non voglio dare alcun peso alle illazioni e alle dietrologie che continuano ad allignare in alcuni ambienti interni ed esterni al pd. Serve un partito democratico presente e vivo.
Ho chiesto assieme ad altri di aprire una riflessione sullo stato del partito in provincia di Brindisi, sulla inadeguatezza della sua direzione e sulla incompatibilità ( tra l’altro prevista dallo statuto) del segretario provinciale che risulta presidente della Provincia e sindaco del suo comune. Finalmente, dopo un confronto regionale e la convocazione dell’assemblea provinciale (organo mai convocato in ben tre anni), si è preso atto di questa situazione da tempo insostenibile. Si è deciso di superare l’attuale segretario e di trasferire le sue funzioni ad un comitato di reggenza a cui dovranno dare il loro contributo tutte le sensibilità (aree, correnti). In qualità di rappresentante della sinistra interna e della minoranza del PD ho dato il mio consenso e intendo dare il mio contributo assieme agli altri e disinteressatamente.
Bisogna ripartire. Ma da dove? Da noi, dagli eletti, dai militanti, dai circoli.
Da tutti assieme, senza distinzioni di corrente, senza dietrologie, senza fraintendimenti voluti o ricercati, senza illazioni.
Ognuno di noi ha le sue idee, la sua storia ed anche le sue responsabilità.
Per ripartire occorre che tutti siano disposti a fare un passo in questa direzione. Non si tratta di rinunciare alle nostre diversità e alle nostre storie. Anzi.
Saremo messi tutti alla prova in questo impegno per includere, unire e ricostruire una funzione e una coerenza politica e amministrativa al PD di questo territorio brindisino.
Non sarà semplice, soprattutto dopo i risultati elettorali degli ultimi anni, non certamente positivi (ultimo quello della città di Brindisi), dopo le divisioni e lacerazioni verificatesi in molte realtà comunali che hanno dato luogo ad abbandoni e contrapposizioni determinando conseguentemente commissariamenti di circoli.
Il compito sarà quello di contribuire a dare al PD un diffuso e inclusivo insediamento sociale, una progettualità e una cultura politica coerente e attrattiva. Si tratta di mettere a lavoro nuove energie e nuove generazioni cercando di recuperare quelle vecchie che si sono allontanate o disperse nel non voto.
Tra i primi impegni sarà quello di riportare il PD tra la gente, nei posti di lavoro, nei quartieri, attraverso iniziative e strumenti innovativi e in grado di rivalutare la partecipazione, l’ascolto e, se necessario, il conflitto.
A questo lavoro devono essere chiamati a dare il loro contributo i rappresentanti istituzionali regionali e nazionali che in questo territorio, anche in mancanza di una direzione politica e organizzativa del PD, non sono riusciti e non riescono a lavorare assieme come rappresentanti dello stesso partito e sono percepiti come singoli in contrapposizione tra di loro e, molte volte, per alcuni di essi, non valorizzati per le loro iniziative e ruoli. Bisogna superare ambiguità e opportunismo ripristinando sedi e luoghi di discussione e di decisione.
Al vecchio segretario che continua a rilasciare interviste e a utilizzare i social per far conoscere il suo pensiero, sul partito, sui suoi dirigenti, su presunti complottisti e sugli atti amministrativi che lo rendono protagonista (consapevole o non), vorrei fare delle domande. Le faccio a lui e a chi lo ha sostenuto in questa sua evidente incompatibilità di funzioni.
Dove e con chi ha deciso, per esempio, che la provincia doveva ridurre il contributo e di quella dimensione per la sua partecipazione all’ASI annullando così di fatto la quota societaria dell’ente da lui presieduto (dal 37% all’1%)?
E se ha coinvolto qualcuno con quale “giacchetta” lo ha fatto, come sindaco di Francavilla interessato alle alleanze più o meno esplicite di quel comune, come presidente della provincia, come segretario provinciale del pd?
Ho intravisto in lui, sull’argomento, una certa agitazione e una disinvolta “competenza” amministrativa. Certamente, se lo ha discusso con qualcuno, lo ha fatto come presidente della provincia, almeno spero. E il PD, i suoi rappresentanti e luoghi democratici, non dovevano essere coinvolti?
Ecco un caso di evidente incompatibilità e di sovrapposizione di funzioni.
E allora invece di fare ancora una volta professione di cacciatore di streghe e di fantasmi, di “coraggioso” frequentatore di social, non riesce a capire che più che guardarsi da presunti riconquistatori di territori e di poltrone (da che pulpito viene la predica!) come ha scritto su un post nella sua pagina Facebook, si deve guardare da se stesso e dai suoi ondivaghi consiglieri e suggeritori? Non si rende conto che rischia costantemente di essere utilizzato e strumentalizzato?
Intanto le sue funzioni sono state trasferite al comitato di reggenza che tra i suoi compiti immediati avrà quello di ridare al pd sedi di discussione e la necessaria autonomia. In quel comitato, spero, che il pd si riprenda la parola, con l’aiuto dei suoi rappresentanti istituzionali, sul futuro e su una nuova governance dell’ASI, sulla portualita’ e sul futuro del porto di Brindisi, sul riordino ospedaliero e le ricadute nel territorio brindisino, sulle emergenze ambientali, sui rifiuti, sull’agricoltura, sulle politiche regionali oltreché sul partito e la sua moderna riorganizzazione, il suo profilo di centrosinistra e il perimetro delle proprie alleanze. Sono convinto che il primo a potersene avvantaggiare di questa nuova situazione del pd sarà proprio Bruno.
Infine un’ultima domanda al già segretario provinciale del pd. Perché non ha mai convocato un organismo dirigente del pd per discutere della crisi al comune di Brindisi prima e dopo i noti fatti giudiziari? Tutto succedeva a sua insaputa? Eppure in altri tempi, e per altri, ci furono scelte e precise assunzioni di responsabilità soggettive e collettive.
Perché non ha organizzato prima e dopo le elezioni amministrative scorse una discussione sui risultati elettorali? Quanto successo in città non può passare in cavalleria. Almeno per il pd cittadino anche se ancora commissariato non è questa la prospettiva.
Non è questo un altro esempio di incompatibilità se non di eclatante inadeguatezza e incapacità?
Allora, Maurizio Bruno “stai sereno”, non c’è nessuno che complotta contro di te anche perché non ce ne sarebbe bisogno, sei più che sufficiente tu stesso.
Sono anni che nel pd brindisino non si discute apertamente di quale sia la funzione del partito, di cosa deve essere per la città di Brindisi e per i comuni, quale ruolo e cosa debbono essere i circoli.
In più, sono anni che si parla di nuove classi dirigenti senza averle mai costruite.
Eppure ci sono giovani veri che potrebbero assurgere a funzioni dirigenti. Bisogna aiutare questo processo più che occuparsi di tessere, di congressi, di continui riposizionamenti.
Da tempo si è smesso di parlare alle nostre realtà comunali, alle città.
Il pd ha smesso di occuparsi di problemi reali e, tira e tira la corda, alla fine si è spezzata.
Il distacco dal mondo reale è diventato abissale. I cittadini lo hanno percepito prima di noi e hanno inviato, con le ultime elezioni amministrative, un segnale forte e chiaro.
Ai vecchi elettori che ci hanno abbandonato non se ne sono aggiunti di nuovi.
Ecco, caro Maurizio Bruno, di questo vorrei discutere anche con te e per questo ho chiesto con la maggioranza dell’assemblea provinciale un cambio di passo e una riorganizzazione del PD.
Speriamo bene.
Carmine Dipietrangelo
direzione regionale del pd