Legge contro cyberbullismo: via libera alla censura sul web?
Ma è davvero così? Lo spiega a Skuola.net, Micaela Campana, relatrice della proposta alla Camera.
Via libera alla proposta di legge per contrastare bullismo e cyberbullismo. Protagoniste le scuole che svolgeranno un ruolo in prima linea. Il testo consente di richiedere la rimozione di contenuti oggetto di persecuzione online al minore e al suo genitore. Il Ministero dell'Istruzione - che ha già emanato nell’aprile 2015 le Linee di orientamento di prevenzione e contrasto a bullismo e cyberbullismo - potrà implementarle anche avvalendosi della collaborazione della Polizia postale. Mentre sarà compito dei singoli istituti educare i giovani utenti alla legalità e all’uso consapevole di Internet, anche in collaborazione con le associazioni territoriali. Skuola.net intervista Micaela Campana, onorevole del Partito Democratico, per capire meglio cosa succederà.
Allora onorevole, può illustrarci meglio il contenuto del provvedimento?
Abbiamo voluto rafforzare l'efficacia di alcune norme, prevedendo in maniera più specifica la circostanza aggravante, già prevista dall'art. 612 bis in materia di atti persecutori. Le norme riguarderanno tutte le condotte di bullismo e di cyberbullismo, e non saranno solo i minorenni, bensì tutte le vittime di cyberbullismo a poter ottenere l’oscuramento o la rimozione dei contenuti online che le feriscono. Questa legge pone in atto strumenti a tutela e protezione di chi è vittima della gogna mediatica, ma soprattutto mette al primo posto il ruolo determinante della prevenzione attraverso l’educazione a un uso consapevole e responsabile della rete, richiamando alle proprie responsabilità anche gli operatori che forniscono servizi di social networking. L'articolo 6 della proposta prevede l'ammonimento del questore, sia per gli atti di bullismo che per il cyberbullismo puniti a querela. La disciplina è mutuata da quella, ormai già collaudata, dello stalking (art. 612- bis c.p.) e risulta finalizzata sia ad evitare il ricorso alla sanzione penale che a rendere l'autore consapevole del disvalore del proprio atto. Se l'ammonito è minorenne, il questore convoca con l'interessato almeno un genitore (o altro esercente la potestà genitoriale): bisogna far percepire ai ragazzi, soprattutto ai minori, l’obbligo del rispetto della legalità, la responsabilità verso la propria vita e verso quella degli altri, in un’ottica prettamente preventiva. Nella stessa ottica l’ articolo 6-bis prevede la confisca obbligatoria dei beni e degli strumenti informatici e telematici utilizzati per la commissione del reato. L'articolo rappresenta la novità rispetto al testo approvato dal Senato, perché riscrive la circostanza attualmente vigente relativa agli atti persecutori commessi mediate strumenti informatici o telematici. Si elencano le condotte specifiche (sostituzione della propria all'altrui persona e l'invio di messaggi o la divulgazione di testi o immagini, ovvero mediante la diffusione di dati sensibili, immagini o informazioni private, carpiti attraverso artifici, raggiri o minacce o comunque detenuti, o ancora mediante la realizzazione o divulgazione di documenti contenenti la registrazione di fatti di violenza o di minaccia) che poi sono quelle più insidiose e pericolose, e che purtroppo si stanno verificando sempre più spesso nei casi di cronaca.
Fiduciosa della sua approvazione definitiva?
Si. È un provvedimento necessario, che arriva dopo casi di cronaca importanti, ma per i quali la commozione del giorno dopo non basta più. Internet è uno strumento straordinario dove si esprime un nuovo modo di relazionarsi agli altri. Questa piazza però è stata fino ad oggi abbandonata a se stessa, alla regola del branco che spesso conosce derive pericolose. Noi con questa legge abbiamo solo voluto inserire degli strumenti di difesa per chi subisce violenze e fornito alle forze dell'ordine un quadro di riferimento certo.
Da Facebook a WhatsApp, fino ad arrivare ai blog tutto viene rimesso nelle mani del legislatore pronto a punire le attività peccaminose dei maggiorenni sul web. Addirittura alcuni hanno parlato di "bavaglio in piena regola"...
Non ci sono bavagli, ma correttivi a chi utilizza il web a danno di altri. La dignità delle persone non è un valore barattabile e come nella vita reale, la libertà di ciascuno finisce dove inizia quella degli altri. Vediamo aumentare i casi di utilizzo improprio della rete a danno delle donne e dei disabili e non possiamo accettarlo. Chi fa un uso corretto di internet nel rispetto degli altri non verrà sfiorato da questo provvedimento, proprio come avviene nella vita reale.
Alcuni parlano di "sabotaggio", affermando che si è sacrificato sull'altare della censura al web proprio coloro che avrebbe dovuto tutelare: i minori. Come risponde a questa critica?
E' una critica sterile. Quando si estendono le tutele non si tolgono mai ad altri, anzi. I minori rimangono al centro di questo provvedimento, grazie al lavoro svolto al Senato, che prevede un impianto volto alla formazione all'interno delle scuole e programmi rivolti anche agli adulti chiamati al ruolo educativo, che in questi anni hanno visto crescere una generazione nativa digitale senza avere strumenti adeguati per capire il fenomeno ed i suoi rischi. Alla Camera, dove una discussione era stata già avviata, abbiamo semplicemente deciso di estendere le tutele anche ai maggiorenni vittime della violenza online. Non possiamo scordare delle donne che si sono tolte la vita come Tiziana Cantone o dei disabili che prima vengono malmenati e filmati con lo scopo di postare tutto sul web. Il buon senso ci fa dire che è una maniera sbagliata di utilizzare uno strumento straordinario, ma che non possiamo accettare intrusioni massicce nella vita altrui.