La costituzione va cambiata, ma non così
Costituito a Brindisi il comitato "Scelgo No"
Martedì 11 ottobre è stato costituito il comitato "Scelgo No",promosso da cittadini/e di diverso orientamento politico e culturale che si richiamano ai valori del centrosinistra. Il compito che il comitato si è dato è quello di essere presente nella campagna referendaria con argomentazioni utili a contrastare luoghi comuni e slogan e a liberare il campo del confronto sul merito della riforma costituzionale da qualsiasi strumentalizzazione politica e di lotta tra e dentro i partiti.
Al comitato infatti hanno aderito, con questo spirito, personalità, professionisti, lavoratori, elettori, di formazione democratica, cattolica, socialista e di sinistra, ma uniti dalla necessità che una riforma della costituzione è comunque necessaria ma non certamente nel modo e nei contenuti come quelli sottoposti nel referendum. A presiedere il comitato e' stato indicato l'avvocato Claudio Consales,che nei prossimi giorni,assieme agli atri componenti il comitato, terrà la conferenza stampa di presentazione delle iniziative a sostegno delle ragioni del no.
In questo avvio di campagna referendaria sulla riforma della costituzione hanno ancora una certa prevalenza i luoghi comuni, gli slogan. Al voto del 4 dicembre ai cittadini saranno sottoposti ben 47 modifiche ad altrettanti articoli della costituzione. Nella discussione che ha preceduto la proposta del comitato e' stato ribadito che si debba discutere apertamente delle modifiche che possano e debbano migliorarne il funzionamento, per riformarla e non per deformarla. Il richiamo al merito delle proposte deve essere veramente tale e non un modo per eludere proprio il merito.
I cittadini, per il tipo di quesito che viene loro proposto, rischiano di essere chiamati più ad un plebiscito che non ad una semplice risposta su un tema circoscritto come dovrebbe essere un referendum. Più di un terzo della costituzione si deve votare con un si o con un no. La Costituzione è la legge di tutti e quindi va valutata secondo i valori e i principi di ognuno. Valutare le modifiche apportate ai 47 articoli rischia di diventare un semplice schieramento o posizionamento, secondo umori e sentimenti del momento e della contingenza politica. Una riforma costituzionale deve essere valutata non isolatamente ma in una visione di assieme per comprendere se e in quale misura modifica e trasforma la democrazia politica vigente. Ridurre tutto a slogan è un modo per sfuggire al merito che è poi quello che rimarrà dopo il referendum.
Valutare la costituzione con questo atteggiamento non si aiuta certamente ad un voto consapevole. Non sono pertanto convincenti gli slogan di chi sostiene che con questa riforma si cambia e che basta un si per avere più occupazione, più investimenti, più semplificazione, più sviluppo, un paese internazionalmente più credibile. Oppure che basta un si e d'un colpo si risolveranno tutte le disgrazie italiane. Qualche manifesto chiede il voto per ridurre i politici e qualche autorevole rappresentante parla addirittura che i problemi dei più deboli saranno risolti. Insomma sembra che in questi anni, la causa della mancata crescita dell'Italia, dei 63 governi in 70 anni, il debito pubblico così elevato, la scarsa produttività, la burocrazia lenta e complicata, il divario tra nord e sud, sia stato della Costituzione. I guai o i mali dell'Italia non sono da ascrivere ad alcune norme costituzionali ma soprattuto ad una politica incapace di esprimersi con serietà,sobrietà,competenza e onore come tra l'altro è contenuto nella stessa costituzione.
L'equilibrio tra la prima e la seconda parte della costituzione, compresa anche la legge elettorale, rimane l'unico riferimento per qualsiasi sua modifica e adeguamento.
Comitato Scelgo No