Una lettera di Magno ad Emiliano sulla questione Tap

Preg.mo Presidente,

mi permetto, da cittadino di Brindisi ed in virtù di una totale assenza di politica programmatoria da parte del Comune di Brindisi, di inviarLe questa breve nota a corredo dell’incontro che ha avuto con il Presidente Gentiloni.

La nota ha lo scopo di integrare quanto opportunamente illustrato nell’incontro con il Presidente Gentiloni ed in virtù delle opportunità indotte dalle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC); tutto ciò per meglio evidenziarLe, ove non le fosse ancora del tutto chiaro, la situazione ambientale in cui versa il territorio di Brindisi.

Rilevo che nel suo processo ideologico di “decarbonizzazione” non fa più cenno alla centrale di Cerano (BR) avendo, evidentemente, rilevato che questo impianto di produzione energetica a carbone, tende progressivamente a chiudere, incalzato da una sempre maggiore produzione energetica alternativa e pulita e da una contingenza comunitaria sempre più pressante e relativa alle emissioni in atmosfera. Del resto, pur con il mantenimento delle competenze regionali rivenienti dal recente referendum, non Le sarà mai possibile imporre ad Enel Produzione Spa investimenti tali da modificarne l’attuale assetto industriale a carbone.

In un quadro di valutazione globale, sia “ambientale” che “sociale”, pur riconoscendo di aver avuto risentimenti sulla destinazione dell’approdo del metanodotto TAP a Brindisi, convengo che il male minore sarebbe quanto da Lei proposto e non per salvaguardare la spiaggia di Melendugno, quanto per impedire l’espianto ed il successivo ricollocamento di ben 10.131 alberi di ulivo (anche secolari); una foresta del simbolo regionale da spostare, con la certezza della moria di un gran numero di questi e con una “ferita” larga 20 m. lungo un percorso di 55 Km. da Melendugno a Brindisi (Contrada Conella).

La convinzione è avvalorata dal fatto che nel tratto di mare fra Brindisi, S. Pietro Vernotico e Torchiarolo,esteso ben 539 ettari, è prevista la realizzazione di un impianto eolico offshore (T.G. Srl-Energie Rinnovabili) costituito da 36 pale alte mediamente 100 m. e per una potenza erogabile pari a 108 MWe; tale impianto, pur dovendo rispettare le prescrizioni imposte dal PPTR, comporta una totale interdizione alla navigazione ed alla pesca!!

Appare, quindi, del tutto razionale ipotizzare, in un’area marina asservita totalmente all’impianto offshore, anche la posa in opera di un tubo del diametro di 1,4 m., destinato al trasporto del metano, senza inficiare ulteriormente la già compromessa area marina e terrestre.

Tutto ciò però, egregio Presidente, necessita di un riscontro in termini di benefici “ambientali” e “sociali” per i territori di Brindisi, di S. Pietro Vernotico e di Torchiarolo.

Il beneficio “ambientale” è relativo:

1) alle bonifiche da effettuare sulle matrici ambientali contaminate dell’area SIN attraversate dal gasdotto;

2) su un “Piano di Monitoraggio e Controllo” dell’area di arrivo del metanodotto (C.da Conella in Brindisi), rammentandole che la sottostazione di C.da Conella verrà a costituire un hub nazionale del metano con un transito, a regime (TAP, Poseidon e Snam) di ben 35-40 Miliardi di mc. di metano;

3) ecc.

Il beneficio “sociale” è invece individuabile nella:

– bonifica di tutte le aree agricole poste all’interno dell’area SIN la cui caratteriz-zazione chimica (400 ha in prossimità del nastro trasportatore del carbone) ha rilevato il superamento delle Concentrazione soglia di Contaminazione (CSC) pari a circa il 71% per la matrice suolo e sottosuolo e ad oltre il 52% della matrice falda freatica superficiale; tale bonifica è necessaria ed urgente per evitare che i prodotti contaminati continuino a rientrare nella catena trofica alimentare umana, con i gravi danni sanitari che si vanno registrando;

– nel revamping e riattivazione di tutti gli impianti costituenti il ciclo dei rifiuti (CSS, discarica, compostaggio, contenitori a scomparsa, ecc.)

– nella realizzazione del nuovo palazzotto dello sport, vista la sostanziale incapacità di questa e delle precedenti amministrazioni di risolvere il problema;

– nel ristoro immediato da parte della RP della “maggiore spesa” sostenuta per l’emergenza RSU che il territorio di Brindisi ha subito nella trascorsa estate e per colpa delle esigenze “turistiche” degli impianti salentini; oltre la richiamata “maggiore spesa” anche ed almeno solo per il Comune di Brindisi, il ristoro immediato, da parte della Regione, delle 14 €/tonn. che, per la richiamata emergenza RSU, i Cittadini di Brindisi saranno costretti a pagare ai due Comuni di Ferrara e Granarolo per portare in combustione i rifiuti RSU prodotti. Solo per il comune di Brindisi in quanto è stato sede delle operazioni di “trasferenza” che, in meno di due mesi, hanno portato a movimentare circa 18-19.000 tonn. di RSU; ciò con un’evidente ricaduta sulle matrici ambientali del territorio di Brindisi e senza alcun ristoro per “carico ambientale” a favore dello stesso Comune.

– ecc.

Ebbene, Sig. Presidente, il destino di questa martoriata terra, pur essendo caratterizzata da habitat naturali di incommensurabile bellezza e tipicità, è quello di essere terra di “servizio”, così come Taranto, ma non quello di continuare a sopportare angherie e soprusi, a danno della collettività residente.

Ed allora ben vengano gli accordi su Taranto ma non dimentichi le necessità di questo territorio che ho solo accennato e che meriterebbero un “master plant” serio e fattibile; gli strumenti per ottenere quanto brevemente riportato risiedono sia nel Fondo di Sviluppo e Coesione e sia nel “ristoro” che le aziende insediate e/o da insediare, ove impattanti, devono riconoscere a questo territorio.

Infine ed a tal ultimo proposito, le rimetto quanto riportato dall’Agenzia Reuters in data 04/10/2016 (www.reuters.it) ed a firma di Giancarlo Navach, che testualmente recita: “Tap è disposta a investire circa 3 milioni di euro l’anno per i quattro anni dei lavori più l’assunzione di 30-35 persone. A queste va aggiunto il pagamento delle tasse locali, quantificate in circa 500.000 euro l’anno. Non proprio una mancia per un comune così piccolo che non raggiunge i 10.000 abitanti”.

Ebbene Sig. Presidente, non mi risulta, pur essendo chi le scrive non addentro ai fatti della politica, che tale offerta la TAP l’abbia mai fatta anche ai comuni di Brindisi, S. Pietro e Torchiarolo, tutti attraversati dal gasdotto; ancor più Brindisi che, in un caso o nell’altro di attracco del gasdotto (Melendugno o Brindisi), vede sempre la sottostazione di C.da Conella terminale di tutti i metanodotti attuali (SNAM) e previsti (TAP e Poseidon) e area di potenziale pericolo “ambientale” (emissioni fuggitive) e ad “alto rischio”, sensibile ad attentati.

Ed allora Presidente, proprio in virtù del suo vissuto brindisino e delle espressioni di affetto che ha sempre riservato a questo nostro territorio, si faccia garante anche del rispetto e della dignità che è dovuto a Brindisi ed ai Brindisini, almeno per la stragrande maggioranza, e contribuisca al miglioramento della “vivibilità” ed alla crescita “sociale” che questo territorio merita, avendone tutti gli strumenti possibili.

Con i più distinti saluti.

prof. dott. Francesco Magno

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