Dipietrangelo lascia il PD per aderire ad “Articolo 1-Movimento Democratici e Progressisti”.
La decisione di una parte del PD di non partecipare al congresso e la costituzione del movimento dei democratici e progressisti mi vede interessato e coinvolto.
Avevo rinnovato nel 2015 la tessera del PD dopo che per due anni non ne ero stato più iscritto. Pensavo di ritrovare un partito vivo e democratico dove poter confrontarsi e partecipare alle decisioni.
In un anno e mezzo non ho avuto notizie di riunioni degli organismi dirigenti o di incontri dove poter esprimere il mio parere.
Ho cercato di dare il mio contributo a superare la gravi difficoltà del PD della città dopo la grave crisi che lo aveva coinvolto durante la giunta Consales e il suo epilogo giudiziario.
Ho partecipato alle ultime elezioni amministrative assistendo non solo alle lacerazioni interne di un partito commissariato ma anche a tanta approssimazione oltre che alle vistose assenze degli stessi rappresentanti istituzionali. Ho denunciato assieme ad altri iscritti la insostenibile situazione relativa al segretario provinciale che ha voluto mantenere un cumulo di cariche, incurante delle contraddizioni e del conflitto di interesse politico e della conclamata incapacità ad organizzare una discussione e un confronto negli organismi dirigenti.
L’assenza di iniziativa politica e la mancanza di coinvolgimento degli stessi iscritti e degli organismi dirigenti hanno fatto del PD brindisino, un partito assente e lontano dai problemi del territorio. Un partito muto sui problemi e diviso tra gli stessi propri rappresentanti istituzionali. Nessuna discussione sulle difficoltà e le divisioni del PD, sulle sue contraddittorie e ibride alleanze amministrative e sulle sconfitte delle ultime elezioni in molti comuni.
Così come nessuna riflessione sulla sconfitta alquanto pesante al referendum.
Insomma un partito incapace di un confronto reale in grado di fare comunità.
In questi mesi ho registrato tanto disagio tra gli iscritti così come ho riscontrato come tanti elettori di sinistra non si riconoscano più nel PD. Nei quartieri popolari, nel mondo del lavoro, tra i giovani, nel mondo della scuola il PD è percepito lontano se non un nemico. L’ho riscontrato durante le iniziative referendarie del comitato Scelgo No a cui ho dato il mio contributo.
Il congresso del pd è una occasione persa.
È iniziata la conta delle tessere e si preparano le primarie mortificando il bisogno di un confronto approfondito e serio.
Avevo sperato in un congresso e in una proposta di programma fondamentale dove ritrovare le ragioni, i valori, le idee dello stare assieme e per l’Italia.
Le modalità e le stesse candidature non mi hanno convinto. Così come rimango convinto che la stessa forma partito con cui il PD è vissuto in questi anni non sia non solo inadeguata ma superata.
Serve costruire e radicare in tutte le comunità un campo di esperienze democratiche e progressiste legate alle culture socialiste, liberali, cattoliche democratiche e ambientaliste, al mondo civico dell’associazionismo e del volontariato, alla grande mobilitazione popolare manifestatasi nel recente referendum costituzionale.
Sono interessato pertanto a ricostruire un centrosinistra plurale, non condizionato da ambizioni personali e da arroganti pretese leaderistiche. Un progetto all’altezza dei tempi che propone una sfida in Italia e in Europa per rilanciare una politica vissuta come utile ed efficace da chi è emarginato, escluso e sconfitto dalla globalizzazione neoliberista e dal saccheggio delle risorse della terra.
Il PD per la deriva a cui Renzi e il suo gruppo dirigente lo sta portando fuori dallo stesso progetto per cui era nato. In esso si sono ormai sedimentate culture politiche incompatibili e inconciliabili. Ci sono idee diverse di realtà, di partito, di obiettivi valoriali e di sistema.
Mi sento pertanto coinvolto nel progetto contenuto nel manifesto di Articolo 1 -Movimento Democratici e Progressisti lanciato da Roberto Speranza, Enrico Rossi, Arturo Scotto il cui obiettivo è costituire “un movimento aperto, non un partito, che sia anche la costituente di un rinnovato centrosinistra….”.
Consegno quindi la mia tessera di iscrizione al PD per il 2016.
Non è stata una scelta facile ma la faccio con serenità e senza rancore.
Mi impegnerò, con umiltà e senza alcuna pretesa, come semplice militante di una sinistra diffusa e consapevole di iniziare un nuovo cammino, lo farò assieme a tutti coloro che dentro e fuori il PD hanno a cuore il futuro dell’Italia e dei nostri giovani e che credono possibile l’attuazione dell’articolo 1 della costituzione: “l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione”.