Mesagne Bene Comune: Centro storico, un bilancio fallimentare
Accogliamo e facciamo nostro l’appello di Mimmo Stella per il rilancio del centro storico, ne condividiamo l’analisi e l’impegno civico, nonché la profonda preoccupazione per lo stato di abbandono e degrado in cui versa.
Pensiamo che l’analisi di Mimmo, lucida e propositiva, possa rappresentare un punto di partenza, una base programmatica di discussione e confronto da cui ripartire.
La valorizzazione del centro storico e la promozione del nostro patrimonio storico, monumentale e archeologico, rappresentano per Mesagne l’unico modello di sviluppo possibile, la chiave per rilanciare turismo, economia, cultura, artigianato e terra. Opportunità per costruire reddito e fermare la dolorosa emigrazione di tanti ragazzi.
In questi anni, assieme a diverse realtà associative, abbiamo denunciato la desertificazione del nostro patrimonio, arrivando a conferire alla precedente amministrazione il virtuale Premio Attila. Un abbandono ripreso più volte dalla stampa nazionale, attraverso diversi articoli del Fatto Quotidiano "Puglia: a Mesagne l’abbandono del patrimonio archeologico è un brand", "Sprechi, a Mesagne specchi solari sul Comune L’impianto è da 366mila euro, ma non va".
Ma soprattutto abbiamo denunciato l’incapacità della classe politica si sviluppare un piano progettuale, una visione che possa mettere assieme l’oggi con il domani, individuare priorità e direzione.
L’amministrazione Molfetta in questo non si distingue dalla precedente: il bisogno di normalità proclamato in campagna elettorale si declina sempre più chiaramente in una sconsolante mediocrità.
Il restauro della Porta Grande, calato a freddo senza alcuna interlocuzione con la città, appare incomprensibile. Decine di migliaia di euro sottratte al bilancio comunale per un intervento su un bene che non aveva sicuramente necessità di interventi urgenti, a differenza di altre aree abbandonate e illeggibili.
Pensiamo che giustificare l’immobilismo con l’esiguità di risorse economiche sia un maldestro tentativo di nascondere la propria incapacità politica e progettuale. Se si hanno idee, se queste si costruiscono e socializzano con il territorio, si possono intercettare risorse e finanziamenti. Tante azioni possono essere realizzate a costo zero, attraverso buone pratiche e il coinvolgimento delle sensibilità associative e imprenditoriali della città.
A questo proposito chiediamo se l’Amministrazione abbia candidato progetti per i numerosi programmi di cooperazione europei aperti negli ultimi mesi, che finanziano cultura, turismo e trasporti sostenibili.
Sperando che l’ennesimo treno non sia passato senza fare fermata a Mesagne.