Il documento del Pd sulle primarie.
Il Partito Democratico di Mesagne, all’esito delle primarie che si sono svolte la scorsa domenica, ringrazia gli elettori e le elettrici che liberamente e senza condizionamenti di ogni sorta hanno partecipato alla consultazione per eleggere il segretario nazionale del PD.
L’affluenza, 1335 i cittadini che si sono recati nel seggio, ha registrato un aumento rispetto alle primarie del 2013, tale fenomeno è da attribuire al tentativo di forze esterne ed estranee al PD locale e nazionale che hanno tentato di condizionare, se non “inquinare”, il confronto democratico aperto ad elettori e simpatizzanti del partito.
La partecipazione di quattro assessori in carica, rappresentanti istituzionali espressione della maggioranza avversa al partito democratico, certifica l’indegno comportamento di quanti volevano dimostrare, delegittimandolo, l’irrilevanza del gruppo dirigente locale del PD e saldare il debito di riconoscenza con il Presidente Emiliano che risale alle scorse elezioni amministrative.
Nella consultazione tra gli iscritti, infatti, la mozione Emiliano aveva raccolto solo 3 voti a differenza delle altre due mozioni, quella di Renzi e quella di Orlando, che avevano ottenuto rispettivamente 75 e 76 voti. Alle primarie i voti per le liste di Renzi e di Orlando sono stati 373 e 347, con un rapporto costante di circa cinque elettori per ogni iscritto, mentre vi è una evidente sproporzione tra i tre voti conseguiti dalla mozione di Emiliano nella consultazione interna e i 569 voti raccolti dalla stessa mozione alle primarie.
Nel voto tra gli iscritti ha prevalso senz’altro una valutazione negativa sul già segretario regionale Emiliano che da segretario e candidato presidente della regione contribuì significativamente ad isolare il suo stesso partito costruendo rapporti privilegiati con il deputato Matarrelli e l’attuale consigliere regionale Vizzino (eletto nella lista “Emiliano Sindaco di Puglia”), oggi appartenenti ad “Art. 1 MDP”, i quali organizzarono una coalizione piuttosto variegata contro il PD. Alla prima occasione utile gli uomini del Presidente non hanno fatto mancare il loro sostegno invitando i loro elettori a “turarsi il naso” e ad entrare nella sede del PD per sostenere Emiliano nella corsa alla segreteria nazionale. E’ stata evidente, e per certi aspetti inquietante, la mobilitazione di tutta la maggioranza che regge le sorti dell’Amministrazione comunale; vere e proprie truppe quelle organizzate per l’assalto al PD locale con tanto di “postazioni” in prossimità del seggio per marcare ed evidenziare la propria presenza.
Certo non mancherebbero le domande per quegli assessori che ossequiosamente si sono recati al seggio per votare. Gli stessi, infatti, pur essendo protagonisti di una esperienza amministrativa rispetto alla quale il PD è collocato all’opposizione, hanno sottoscritto un documento nel quale si dichiarano elettori e sostenitori del partito democratico. Ciò è avvenuto nonostante gli inviti dei nostri dirigenti a rivedere le loro intenzioni e a non votare, diritto che non avrebbero avuto stando al dettato dell’art. 2 del nostro statuto il quale è suscettibile di diversa interpretazione a detta degli assessori dimentichi che dove non arrivano gli statuti dovrebbe arrivare il pudore e il rispetto per se stessi prima che per una comunità politica quale è il PD. Cosa dovrebbero fare ora questi assessori? Restare al loro posto ed entrare nel partito democratico rappresentando la mozione per la quale hanno votato, e chiedere, quindi, l’ingresso in maggioranza del PD? Oppure, come forse sarebbe più dignitoso fare, dimettersi in virtù di questa dichiarazione di sostegno al PD e fare opposizione a questa Amministrazione? E il Sindaco Molfetta cosa pensa di questo comportamento dei suoi assessori e dei suoi alleati?
Se la politica ha ancora determinate categorie, oltre che un’etica e una morale, a queste nostre domande qualcuno dovrebbe dare una risposta, diversamente si dovrà prendere atto, e non sarebbe la prima volta purtroppo, che nella nostra città la politica, proprio da chi è impegnato nelle istituzioni a tutti i livelli, è ridotta a mercimonio e volgare utilizzo del potere senza avere, peraltro, il coraggio di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
Intanto, e concludiamo, il tentativo di delegittimare dall’esterno il gruppo dirigente del PD è stato rispedito al mittente in quanto l’apporto di coloro che si riconoscono autenticamente nel PD, se si considerano i voti delle liste di Renzi e di Orlando e di quanti fuori da ogni condizionamento e da elettori del PD hanno ritenuto di scegliere Emiliano, è risultato nettamente maggioritario rispetto al voto esterno ed estraneo al nostro partito
Partito Democratico – circolo di Mesagne.