Libertà è autonomia: le proposte dei Giovani Democratici per la mobilità dei disabili
La libertà è ciò a cui un uomo tiene di più, è ciò che ci consente di essere noi stessi e di crescere con gli altri.
Ma non c’è libertà senza diritti, a partire dal diritto alla mobilità: uno dei più importanti che l’uomo possegga, ma che talvolta viene trascurato.
L’impedimento motorio è una contingenza che può coinvolgere, seppur temporaneamente, chiunque (l’anziano, il genitore con un passeggino, l’infortunato) e che mette a repentaglio non solo il diritto alla mobilità (sancito dalla Costituzione, art.16), ma anche molti altri. Abbattendo le barriere architettoniche non si combatte solo il problema delle disabilità, ma si fa un servizio all’intera comunità, dando la possibilità a tutti di essere autonomi anche negli spostamenti.
Queste barriere non sono solo causa di disagi fisici ma anche di soggezione emotiva: la mancanza di autonomia, la difficoltà nel compiere piccoli gesti, l’essere costretti a chiedere aiuto anche per le piccole cose, va a ledere quel diritto alla libertà tutelato dalla nostra Costituzione.
E’ necessario uno sforzo legislativo ed economico per raggiungere questo obiettivo in maniera celere ed esauriente.
La mobilità è compromessa su più livelli: a livello urbano (con la presenza di barriere che limitano la libera circolazione), ma soprattutto nel collegamento tra le città stesse. Quest’ultimo caso si traduce in una vera e propria IMPRATICABILITA’.
Noi Giovani Democratici, in quanto associazione giovanile da sempre interessata alle tematiche sociali ed alla cittadinanza attiva, vogliamo porre l’accento su questo problema.
Così come sancito nell’Art. 3 della Costituzione, secondo comma: “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.”
In questo caso, si necessita un intervento pubblico per rimuovere ogni tipo di barriera architettonica. Detto ciò, chiediamo:
- L’applicazione della legge 104/1992, nota anche come “Legge quadro sull’handicap”, che ha già nelle sue finalità espresse all’Art. 1 comma 1 “La Repubblica: A) garantisce il pieno rispetto della dignità umana ed i diritti di libertà e di autonomia della persona affetta da handicap e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società (…)”.
La suddetta legge impone agli edifici, pubblici e privati, di eliminare le barriere architettoniche, ovvero qualunque ostruzione che impedisca a tutti il libero movimento. E’ del tutto palese che i passi in avanti fatti sono
insufficienti: vi sono gravi carenze su tutto il territorio con mancate rimozioni di
barriere architettoniche ovunque;
- L’installazione di pedane che possano consentire l’accesso ai mezzi di trasporto urbani, extraurbani e ferroviari a tutti senza l’intervento di personale addetto (intervento attualmente limitato, in quanto non presente su tutti i mezzi, e spesso vincolato da un iter procedurale complesso). Ad esempio, emerge che il trasporto su rete ferroviaria sia quello con più carenze: ampio spazio tra binari e carrozza, differenza d’altezza eccessiva tra la rampa ed il binario. Questo si traduce in un’impossibilità di accesso autonomo al mezzo;
- La messa in opera di dissuasori antiparcheggio in prossimità di rampe d’accesso, parcheggi riservati ai portatori di handicap e passaggi pedonali in quanto le sanzioni previste dalla legge ( Vedi D.L. 30 Aprile 1992 n° 285 e successive modificazioni, Art. 158), spesso assenti o parziali, non sono sufficienti.
- Presenza di bagni pubblici adatti ai disabili. Questi, non sempre presenti nei centri abitati, non garantiscono l’accesso a tutti i cittadini, venendo meno ancora una volta agli articoli della nostra Costituzione sopra citati.
- Installazione di segnalatori acustici ad ogni semaforo. Nonostante la modifica all’Art. 41 del codice della strada ( vedi D.L. 30 Aprile 1992 n° 285 e successive modificazioni) preveda la presenza di questi segnalatori in tutto il
territorio, i comuni a godere di questo servizio sono ancora pochi in quanto la presenza è garantita esclusivamente nelle grandi città (e non in tutte).
- Estendere e rendere dunque gratuito, anche alle persone affette da handicap, il servizio di trasporto pubblico locale.
Inclusione è la parola chiave, riteniamo un obbligo morale sostenerla tramite questeproposte. Auspichiamo un ampio coinvolgimento di tutte le forze democratiche del Paese affinché siano finalmente messe in atto queste misure di integrazione sociale già previste dalla normativa vigente, ma fino ad ora ignorate.
RICORDIAMOCI DI TUTTI.
I Giovani Democratici della Provincia di Brindisi.
Partito Democratico