Tecnomessapia, il Governo non risponde alle domande di Ciracì:
«Qualcuno pregusta un banchetto sui resti dell'azienda?»
Rarissime volte, nella storia, è successo che il Governo non si sia presentato in una commissione del Senato o della Camera per rispondere, in maniera più o meno preparata e convincente, alle legittime domande di un deputato.
Il caso più recente oggi, a Montecitorio, dove in commissione Attività produttive né il ministro né "chi per lui" hanno degnato di una risposta sul caso Tecnomessapia, con sede a Ceglie Messapica, l'On. Nicola Ciracì (Direzione Italia), nonostante circa 180 posti di lavoro siano a rischio, a partire dai primi di luglio, dopo i circa 200 tagliati nel giro di appena un anno. Nel gennaio 2016, infatti, l'impresa del settore aerospaziale contava circa 380 lavoratori.
«Si è trattato di un fatto di una gravità inaudita - commenta Ciracì - e che ci induce a pensar male: il Governo è d'accordo che Leonardo Spa tagli le commesse ed estrometta dai processi produttivi Tecnomessapia e tutti i suoi lavoratori? Siamo in presenza di un caso di silenzio-assenso? Ci avviamo verso la definitiva mortificazione/soppressione del comparto aerospaziale pugliese?».
«Ciò che appare ancora più preoccupante e inquietante - prosegue il deputato - è la bocca cucita del vice ministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova, peraltro di origini cegliesi: non una risposta alla mia lettera in cui le chiedevo di fare fronte comune contro i licenziamenti, non un intervento alla Camera, non un comunicato di solidarietà, non una promessa, nulla di nulla...»
«Ci ritroviamo al cospetto di una palese offesa al Parlamento e alle istituzioni - conclude Ciracì - che corrobora ogni sospetto: e se qualcuno avesse pensato e stesse aspettando di banchettare sulla carcassa di Tecnomessapia e, soprattutto, dei suoi lavoratori? Una cosa è certa: per quanto mi riguarda, la cosa non finirà qui».