Mariano:Un breve resoconto della visita di questa mattina, 8 gennaio, al "Melli" di San Pietro.
La situazione non è per nulla confortante. Vi spiego perchè:
"Il processo di riconversione in p.t.a. del Melli di San Pietro si sta rivelando disastroso per i pazienti, ricoverati e non, e per gli operatori. Altro che ottimizzazione! È sotto gli occhi di tutti l'assoluta irrazionalità con cui si sta procedendo.
Ad oggi stiamo assistendo unicamente alla chiusura di reparti ed a nessuna contestuale apertura di servizi. Si procede in modo poco intelligente mettendo a rischio la sicurezza dei pazienti e degli operatori. Un esempio? Dal primo febbraio sarà chiuso il laboratorio analisi, ma l'ospedale ospita ancora ben 40 ricoverati! Come sarà possibile garantire esami urgenti per questi pazienti? E se un paziente malauguratamente dovesse presentare sintomi di un infarto e si rendesse necessaria una verifica degli enzimi? Con quale tempistica questa sarebbe garantita? Non si può giocare in questo modo con la vita delle persone.
Ma forse anche la medicina sarà trasferita presto? E se così è, ci dite dove dal momento che il Perrino sta scoppiando? Nessuno ha il coraggio di ammetterlo dalle parti di via Napoli, ma è sotto gli occhi di tutti che senza i posti letto del Melli il Perrino scoppierà! Forse è per questo che pur dovendo dismettere a breve tutti i posti letto per acuti, si tenta di attivare altri 4 posti in medicina?
Ma ciò che è ancora più scandaloso è avere 40 ricoverati e nessun medico che faccia la guardia attiva notturna. Le emergenze di notte sono gestite alla meno peggio con il supporto dei medici del 118 allocati nel Ppit che, in caso di emergenza, valutano il paziente e poi avvisano il medico reperibile. Un servizio anacronistico, che ormai non esiste più da nessuna parte. Quale sicurezza si garantisce in questo modo a pazienti fragili? È questa l'assistenza che vogliamo per un genitore, un amico, un parente? Mi sento di ringraziare di cuore i medici e tutti gli operatori che, nonostante tutto, mandano avanti questi reparti, garantendo cure e assistenza agli ammalati. È sul loro spirito di abnegazione che si regge ancora il Melli, perchè davvero il management ce la sta mettendo tutta per farli lavorare nelle peggiori condizioni!
Il 18 dicembre, poi, senza nessun preavviso o informativa ad operatori ed utenza, e proprio alla vigilia del Natale, è stata chiusa la Psichiatria. Un reparto storico del Melli al quale ancora oggi si erano rivolti da tutta la Puglia per chiedere ricoveri e tso senza essere informati della sua chiusura. Ufficialmente si tratta di un accorpamento alla psichiatria del Perrino per carenza di medici. Ma in realtà i medici sono stati trasferiti dalla stessa direzione in altre sedi (Ceglie e Brindisi) e il reparto così sguarnito è stato chiuso ed i pazienti dimessi o trasferiti. Sarà riaperta a Francavilla, dicono. Ma quando? Forse tra due o tre anni. Se e quando ci saranno le ristrutturazioni. E allora si tratta di chiusura, non di trasferimento e i posti letto si sono ridotti anche in questa branca e ben al di sotto degli standard previsti dalla normativa e dal DM 70!
Ricordo ancora i tanti soloni che mi aggredirono quando mi permisi di contestare la parziale trasformazione del Melli in una Rems, fui accusata di non avere sensibilità nei confronti di chi ha problemi di salute mentale. Nulla di più falso. Dove sono oggi tutti i soloni che si sono riempiti la bocca con le esigenze e i diritti di questi ammalati? Mi viene da pensare che li abbiano solo usati per giustificare l'ennesimo spreco che si genererà con il trasferimento della REMS da Carovigno, dove abbiamo rimborsato abbondantemente ogni intervento di adeguamento della struttura, a San Pietro dove oggi pensiamo bene di trasferirla spendendo nuovamente risorse per adeguare gli spazi che dovranno ospitarla.
E nel frattempo? Facciamo sparire reparti e posti letto senza offrire servizi alternativi a famiglie ed ammalati così particolari.
Persino la radiologia, oggi, non è nelle condizioni di funzionare come potrebbe, avendo 5 tecnici a disposizione, poichè priva di medico. E quindi che si fa? Anzichè inviare un medico si chiudono le agende! Chi deve fare una radiografia può accomodarsi a Mesagne o a Brindisi. Mentre le poche che vengono garantite in urgenza sono solo il frutto dell'impegno dei medici della senologia che per senso del dovere danno una mano anche al servizio radiologico.
Quali sono le ragioni per cui dobbiamo fare a meno anche di un servizio così importante per i cittadini? E perchè non lo si potenzia? Perchè noi donne dobbiamo essere costrette a fare la densitometria ossea presso strutture private convenzionate e non si concentrano i servizi e le prestazioni in unico posto? O anche questo non è compatibile con il p.t.a.?
Quando ci siamo permessi di mettere in discussione il piano ci hanno sventolato in piazza e in aula consiliare un protocollo d'intesa con una lista infinita di servizi, prestazioni e posti letto, dove sono? Quali sono i tempi della loro attivazione? C'è qualcuno che si sta preoccupando di monitorare il tutto? Che fine hanno fatto i 24 p.l. di ospedale di comunità? Cosa si aspetta ad attivarli? Nessun passo è stato fatto in tal senso!
E la riabilitazione cardio respiratoria quando parte? E gli ambulatori quando e in che modo saranno potenziati? Ad oggi, anche a causa delle assenze per malattia di alcuni medici, molti di questi sono sospesi e non è dato sapere se le agende sono aperte e se ripartiranno. Come si fa in queste condizioni ad immaginare che il Perrino non sia preso d'assalto anche per un banale problema di mancato controllo diabetologico?
E i day service chirurgici saranno mai attivati? O dobbiamo rassegnarci a veder deperire quelle sale operatorie dopo aver speso tutti quei soldi per ristrutturarle?
Non è possibile, non è giusto, razionale, nè utile tenere una struttura come il Melli in queste condizioni. Non è possibile nè normale operare in questo modo scandaloso una riconversione e gestire in modo così maldestro un piano di riordino. Il management della ASL si svegli, esca dalle stanze in cui si è recluso ed affronti la miriade di problemi che ricade interamente sulle sue spalle. E non si illuda. A San Pietro non ci abitueremo mai e non accetteremo mai supinamente questa inefficienza ed incapacità e continueremo a osservare, monitorare, parlare, rivendicare nell'interesse di tutti i cittadini, soprattutto di chi ha meno capacità di curarsi e spostarsi per farlo adeguatamente."