Tolleranza zero ci ricorda la "carta intestata"di Cici Montanaro.

Qualche giorno fa è apparsa su una testata locale una nota di un “pendolare della penna” che valutava prospettive di un nuovo futuro politico nella sinistra mesagnese. 

Si segnalavano ipotetici fidanzamenti all’oscuro degli attori, corteggiamenti, ammiccamenti ed addirittura una proposta nell’ambito culturale locale a persona, ossia l’on. Faggiano, che è sempre stato gradito bersaglio del “fuoco amico”.

Superando qualsiasi accadimento del passato e valutando sempre positivamente qualsiasi proposta operativa per l’immediato futuro, al di là degli interessi di parte, alla gente comune appare sempre più chiaro, in un quadro politico nazionale e locale alquanto confuso, che alcune regole vadano rispettate.

Mesagne è stata la culla di una politica nazionale (forse siamo a sette parlamentari eletti) e locale, peculiare ed originale dove ad un entroterra culturale sostenuto ha fatto da sponda una intelligenza politica popolare ed agganciata ai reali bisogni della gente.

Un esempio viene dalla “bonanama” Cici Montanaro, il carissimo ed indimenticabile “Carzoni”, che nel corso della sua attività politica ha sempre dimostrato coerenza operativa e soprattutto il massimo rispetto delle regole nell’espletamento delle attività politiche. (Ci asteniamo dal dare un giudizio complessivo nella sua vicenda politica e personale all’interno del Pci)

Il direttore della testata www.mesagne.net in una biografia del “compagno Cici” ebbe a ricordare un aneddoto singolare che la diceva molto lunga. Montanaro era segretario del Pci, all’inizio degli anni ’70 e fu invitato dalla Democrazia Cristiana, nella propria sede, unitamente alla segreteria comunista, per vedere di trovare una soluzione riguardo ad un problema di carattere amministrativo. In quel periodo all’interno della Dc era in atto una serrata dialettica ed i gruppi che seguivano Elio Bardaro non erano allineati con la segreteria. All’incontro con il Pci si presentò, quindi una componente rimaneggiata della D.C.

Ed allora Cici, con una calma serafica ma con voce decisa e determinata, prima di iniziare la discussione disse: “Vagnù, ma vui la carta intestata la tiniti?...” e, come logica conseguenza un cenno ai “compagni” della delegazione presente ed il tutto fu rinviato.

Un aneddoto che è bene ricordare in un’atmosfera locale. Le “avanguardie” parlano di possibilità di nuovo dialogo, di rivedere il ruolo della sinistra, di possibilità di contatti e di nuovi spiragli. Non è da escludere che Francesco Rogoli, segretario del Pd, alla luce anche dell’impegno in atto nel dopo elezioni (riunioni i sede per valutare i risultati elettorali, incontro con l’eurodeputata Elena Gentile, ecc…) abbia voglia di nuove sortite e di nuove prospettive.

Ma qualcuno sorge spontanea una domanda: “Aveva ragione il “compagno Cici”, ossia gli ipotetici incontri non devono avvenire con chi ha la “carta intestata”? i contatti non devono cementarsi escludendo gruppettari che anche se detengono un pacchetto di voti, gli stessi sono destinati a scomparire se non inquadrati in una struttura politica?

Non si sa cosa vorrà fare Liberi ed Uguali come formazione politica, si parla di trasformare il tutto in Partito del Lavoro, di rifondare un nuovo movimento a sinistra, sono tutti buoni tentativi alternativi all’ingresso nel Partito democratico ma comunque utili a costituire la “carta intestata”.

Non si sa cosa vorrà fare il gruppo dirigente che guida l’Amministrazione comunale insieme “alla destra” locale.

Ma, al momento, forse è bene aspettare gli eventi nazionali e poi pensare al resto.

Da non dimenticare che i gruppi agganciati alle persone e non ai contenuti fanno tutti la stessa fine. Basti ricordare Di Pietro, Vendola, Monti, e per finire Berlusconi che per sopravvivere, nella sua parabola discendente, al momento, sfrutta l’unica possibilità per galleggiare in politica, quella cioè di rimanere attaccato alle brache di Salvini.

Questi ultimi non hanno “carta intestata” secondo il compianto Cici. E forse non hanno “carta intestata” neanche i gruppi locali che pur avendo un consistente numero di voti non chiariscono ancora in linea se sono parzialmente o totalmente con Emiliano.

E prima di prospettare una nuova sinistra probabilmente occorre chiarire la propria posizione politica, unica strada per ottenere la “carta intestata”. Sarebbe bene ricordare i vecchi Democristiani (Andreotti docet) che dicevano con voce altisonante Noi siamo i migliori, Noi…, Noi…, Noi …, poi sottovoce rivolgendosi all’amico ‘ncocchia dicevano … non vi scordate che gli altri non sono cogl…ni! E questa era saggezza!

Tolleranza zero

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