Brindisi ha bisogno di chiarezza e di certezze per uscire dal pantano: il contributo di una sinistra nuova e unita (Carmine Dipietrangelo).
Malgrado i tanti dati negativi che periodicamente vengono forniti sullo stato di disagio in cui versa la città, è difficile ascoltare o leggere autocritiche così come inesistenti o inconsistenti sono ormai le reazioni.
Come se si avesse paura della verità o di dire la verità. Se si escludono i periodici gridi di allarme dei sindacati, e se non fosse per alcuni organi di informazione, molti di questi dati scomparirebbero il giorno dopo la loro pubblicazione. Infatti anche quando vengono denunciati sono immediatamente rimossi per paura di dover trarne le conseguenze. Subalternità, ipocrisia la fanno da padrone.
Povertà crescente, stagnazione dello sviluppo, fragilità del mercato del lavoro, mancanza di innovazione, efficienza amministrativa carente, sicurezza e legalità, sono questioni che se i benpensanti tendono a rimuovere, esse incidono sul tessuto del vivere quotidiano e nei sentimenti popolari. E non è un caso se in tutte le tornate elettorali, dal 2013 fino alle ultime del 4 marzo scorso, il movimento 5 stelle è in città il primo partito. Le tradizionali forze politiche con il sostegno delle liste civiche locali perdono da tempo credibilità e consenso.In queste ultime elezioni i 5stelle poi hanno raggiunto il 52% e in alcuni quartieri popolari addirittura il 58% dove il pd assieme a liberi e uguali non supera il 5%! Parlare di sradicamento di tutte le forze di sinistra dai quartieri popolari è dire poco. Di tutto questo non si intravede una adeguata consapevolezza e ne’ un barlume di analisi; è in atto un processo di rimozione degli stessi dati elettorali. È come se ci fosse un rifiuto a capire perché si sono persi tanti voti popolari e che in città sono tantissimi. Capire, studiare, approfondire e ritornare a lottare. La sinistra e quanti ad essa si richiamano devono uscire dai recinti dorati e autoreferenziali per immergersi nella realtà cittadina. Tornare ad essere popolare non sarà facile ma bisogna iniziare e “mettere i piedi nel fango”. Una sinistra senza popolo non è sinistra.
Ci vorrebbe una maggiore conoscenza della realtà, una umiltà e una disponibilità intellettuale che la città sembra aver perso. Si sente e pesa la mancanza di una borghesia pensante e disponibile a lavorare per interesse generale e per la città. La rottura con il passato non significa solo un passo indietro di chi nel bene e nel male ha avuto direttamente o indirettamente le sue responsabilità politiche e amministrative, ma un profondo cambiamento di cui la città ha bisogno per essere aiutata a credere in se stessa per ritrovare la energia necessaria alla fuoriuscita dal tunnel in cui è stata portata.
Ci vogliono novità forti e da costruire con il necessario coraggio se si vuole fronteggiare una crisi sociale, economica, morale della dimensione che statistiche e dati ci sbattono ormai da tempo in faccia. Le prossime elezioni amministrative saranno uno spartiacque e saranno forse l’ultima occasione per dare una risposta alla domanda di cambiamento diffusa in città.
Lo stato di salute della popolazione è a dir poco allarmante(lo dicono tutti i dati relativi alla mortalità, alla diffusione di malattie da tumore, di malattie rare che a Brindisi sono meno rare che altrove). La disoccupazione generale in città ha raggiunto il 35% e quella giovanile il 60%. Da anni si assiste al decremento demografico (si fanno sempre meno figli e i giovani vanno via). Il PIL mentre in Puglia cresce del 1,2% a Brindisi solo dello 0,9% (ultima città pugliese). La cassa integrazione e la mobilità sono in aumento, imprese storiche brindisine vedono aumentare le proprie difficoltà e rischiano ormai di fallire o di chiudere.
Il vecchio modello di sviluppo non solo non garantisce più i vecchi livelli occupazionali e produttivi, ma è diventato esso stesso un ostacolo a dare un futuro alla città dopo averla utilizzata, inquinata e resa marginale.
Rottura con il passato significa anche questo: liberarsi del pesante fardello del vecchio modello di sviluppo, delle sue dinamiche, dei riti e dei protagonisti che lo hanno contraddistinto e sostenuto.
Fare i conti con la realtà e con i dati è la precondizione per una proposta credibile di cambiamento. Ci vogliono idee nuove, donne e uomini coraggiosi e non impigliati nei vecchi meccanismi del potere per ridare a Brindisi una nuova collocazione e una attrativita’ non solo di investimenti ma anche di funzioni adeguate alle sue potenzialità.
Sarebbe necessario, per esempio, un patto per una “riconversione ecologica della economia brindisina” con l’obiettivo di dare prime risposte, credibili, innovative e sostenibili, alla dimensione della domanda di lavoro che si è sedimentata in città che l’attuale assetto produttivo non è in grado non solo di soddisfare ma neanche di prendere in considerazione.
Un piano da realizzare gradualmente ma con convinzione e determinazione a partire da quello che sarà necessario per governare il processo di chiusura della centrale Enel di Cerano prevista per il 2025.
Ecco, Brindisi avrebbe bisogno di scelte chiare e per esse andrebbe chiamata tutta la città a lottare sbarazzandosi di tutte quelle mediazioni e di quei sotterfugi dei soliti noti che sanno tanto di doppiezza e ipocrisia e che sono ormai solo dei sepolcri imbiancati.
A Brindisi, in questa lotta per il cambiamento, una sinistra che si unisce e ritorna a fare la sinistra (stare dalla parte di chi ha bisogno, dei perdenti e non dei vincenti della globalizzazione) è chiamata a dare il suo contributo di idee, di innovazione coraggiosa, per costruire strumenti associativi e di comunità mettendo a disposizione, donne e uomini nuovi e competenti.
Si tratta di aprire un cantiere in cui a lavorare siano chiamati in tanti e in tante che con le loro differenze, le loro storie, le loro reciproche diffidenze, ritrovino l’energia per mettersi in marcia per una sinistra popolare, ricca di tensione e di passione e capace di elaborare proposte realizzabili e di rottura con il passato. La convergenza cercata e trovata su Riccardo Rossi ha aperto il cantiere. Chi vuole lavorare per il cambiamento a Brindisi trova porte aperte.
Carmine Dipietrangelo