Pd: Ma chi si occupa della città?
Il rinvio della conferenza dei capigruppo, che avrebbe dovuto fissare un consiglio comunale per la prossima settimana, ha certificato l’esistenza di una crisi in seno alla maggioranza senza precedenti in questa consiliatura.
Avremmo detto la nostra nel consiglio comunale, ma il rinvio dello stesso e la piega che sta prendendo il dibattito ci spingono a farlo attraverso un intervento sugli organi di informazione locali.
Non è nostra intenzione lucrare qualche facile consenso disquisendo di nomi o delle manovre politiche alla base della difficoltosa riorganizzazione della giunta, vogliamo invece evidenziare come in questa discussione il grande assente sia la città. Prima che con chi, infatti, non è chiaro a nessuno per cosa la giunta andrebbe rifatta, con quali obiettivi entro la fine di questo mandato e con quali prospettive per il futuro. Per questo riteniamo che la crisi che si è aperta dipende anche dai contrasti degli ultimi giorni, ma affonda le sue radici più lontano e mette in discussione l’assunto sul quale poggia questa esperienza amministrativa: l’illusione che superati gli steccati ideologici, marginalizzati i partiti, in definitiva, messa da parte la politica si potesse incontrare il buon governo.
La verità è che archiviata la politica come una cosa del secolo scorso, restano solo le ambizioni personali, le prospettive politiche della propria parte quando va bene, o, peggio ancora, dei singoli, e con l’aumentare dei problemi, il ridursi degli spazi, esplodono le contraddizioni. È per lo stesso motivo che cadono nel vuoto le parole pronunciate dal sindaco in almeno un paio di occasioni pubbliche nelle quali non ha fatto mistero della volontà di aprire una nuova stagione del centro-sinistra. A chi appartiene questa volontà? Chi nella maggioranza ha in mente quale prospettiva politica dare ad una città allo sbando e priva di riferimenti politici? Senza la politica, la grande politica, una città è destinata ad arretrare malgrado i buoni propositi di portarla sulle vette più alte, è tutto qui a nostro avviso il fallimento di questa esperienza amministrativa con il quale tutti devono fare i conti.
Prima se ne prende atto, prima si potrà mettere la discussione sui binari giusti, individuando gli assi sui quali definire le politiche del futuro dallo sviluppo economico alle politiche sociali, dall’urbanistica alla cultura. Il futuro di questa città deve diventare l'unico tema di cui discutere, anche appassionatamente se del caso, anche con forti contrapposizioni se necessario, anche ritrovandosi su posizioni condivise se ciò corrisponde al bene generale dell'intera città. La maggioranza che regge l'amministrazione Molfetta, dentro la quale cominciano a farsi spazio tentativi di riflessione critica che hanno messo in discussione decisioni che sembravano ormai prese, finisca di parlare di poltrone e di deleghe, avvii un confronto dialettico e senza sconti con le forze politiche, le parti sociali e le energie vive della città. Servirebbe costruire una prospettiva e quindi una squadra capace rispondere alle istanze generali e collettive di buon governo, anche perché dovrebbe essere chiaro ormai ai più, anche dentro la maggioranza, che senza la politica si risponde, e anche male come dimostra la storia recente, solo alle ambizioni piccole, sebbene legittime, e spesso personali ma non si consegna alla città qualcosa di buono e di duraturo.
Segreteria PD – circolo di Mesagne
Gruppo consiliare del Partito Democratico