Pronto il primo colpo della Lega a danno del Sud.
Mentre tutti seguivano le vicende dell’Acquarius, a metà del mese di giugno c’è stato un incontro tenuto nella riservatezza più completa
tra il governatore del Veneto Luca Zaia ed il neo Ministro per gli Affari Regionali, Erika Stefani per siglare l’intesa, meglio definirlo un vero e proprio “scippo” in cui si vogliono stabilire per legge ampi poteri e soldi al Nord e meno diritti e servizi sociali per il Sud.
Si tratta del residuo fiscale che la Lega da molto tempo vuole trattenere in Lombardia ed in Veneto, un residuo che si aggira su circa 35 miliardi di euro da togliere, senza mezzi termini, alla spesa pubblica nel Mezzogiorno, il tutto da attuare entro la fine dell’anno.
E questo dopo aver concentrato, in modo vergognoso e senza alcun ritegno per decenni, in particolare nell’era di Berlusconi investimenti, ricchezza e sviluppo nel Centro-Nord.
Se il progetto dovesse passare si realizzerà una maggiore diseguaglianza ed uno squilibrio tanto grande da condannare il Sud ad un futuro non solo incerto ma soprattutto non gestibile con una disoccupazione che aumenterà sempre più e che sfocerà in un più concreto fenomeno migratorio di giovani.
Di questo problema non si sta assolutamente parlando sulle pagine mediatiche e mentre seguiamo quanto accade con la questione dei migranti, nelle stanze dei palazzi romani si sta scrivendo una tra le più insulse pagine politiche a danno del meridione che provocherà un cambiamento degli assetti istituzionali nel rapporto tra Stato e Regioni.
Ed in tutto questo primeggia il silenzio assordante del Ministro per il Sud Barbara Lezzi e dei parlamentari meridionali che probabilmente non solo non sanno quali siano i progetti del Nord ma soprattutto non hanno contezza di quanto stia avvenendo, mettendo in atto atteggiamenti e comportamenti quanto meno discutibili.
Tolleranza zero.