Tolleranza zero scrive all'Onorevole ...
Ho letto in internet ed è stato pubblicato anche su www.mesagne.net, il tuo disappunto a proposito della vicenda della premiazione di Mesagne
quale città tra le cento mete più ambite d’Italia e ne comprendo le ragioni. In fondo in fondo rappresentare la propria città nel massimo consesso nazionale è un qualcosa di eccezionale che è stato riservato a pochissime persone nell’ultimo secolo politico locale.
Però, qualcosa va ricordata e detta. Ai tempi dell’On. Caiati (il democristiano che superava i 110 mila voti di preferenza e non di lista) c’era un modo iverso di rapportarsi alle Istituzioni ed alle persone. E la prima cosa che faceva Caiati, subito dopo la proclamazione degli eletti, era quello di presentarsi, con molta umiltà, prima dal Prefetto (quale organo governativo) ed a seguire dal Sindaco di Brindisi (era in quella città che svolgeva la sua attività politica) per rappresentare la sua disponibilità a lavorare in funzione del mandato ed in particolare con l’Amministrazione e per la città di Brindisi.
Per Italo Giulio Caiati non contava il Prefetto, il Sindaco ma dava preminenza alle Istituzioni!
In Mesagne qualche mese fa ho letto su una testata locale che l’Amministrazione comunale “si è degnata” di invitare l’onorevole mesagnese solo dopo quattro mesi dall’elezione. A mio modo di vedere il comportamento dell’On. Italo Giulio Caiati era fortemente corretto.
I tempi sono cambiati; i votanti non arrivano al 90% di affluenza alle urne come una volta, Il Sindaco viene eletto con appena il 25% degli elettori e molte volte approdano nelle sedi istituzionali personaggi sconosciuti che, nel tempo, dimostrano di non conoscere l’entità dei problemi ma soprattutto ne ignorano la più elementare gestione.
Ed in particolare è opinione diffusa che il 4 marzo ultimo scorso è stato votato “contro” e non “per”!
Ed anche nella nostra Mesagne è opinione diffusa che i voti politici riportati nelle ultime politiche non sono frutto di stima e riconoscimento personale (ovviamente in termini politici). Come dire che chiunque fosse stato candidato avrebbe ottenuto quella valanga di voti.
E forse sarebbe opportuno che non si sbandierassero i voti elettorali del 4 marzo scorso come proprie preferenza o attestazioni di stima perché la situazione percepita dai più e completamente diversa e mai come in questa circostanza il sospetto che l’Amministrazione abbia dimenticato di convocare qualcuno nasce dal fatto che l’attività parlamentare pur fatta con impegno stakanovista non è conosciuta e magari non condivisa dalla collettività locale.
Quanto accaduto, con il “non invito” non ha creato levate di scudi nell’elettorato locale (se così si può chiamare quel che è rimasto) né tanto meno proteste di gruppi organizzati o comunicati stampa di una a locale sezione (sempre chiusa) in Piazza IV Novembre.
Le rimostranze sono state solamente individuali ed interessate e per questo, ognuno in funzione del proprio credo politico ne tracci le conclusioni.
Questo, con deferenza, ma soprattutto per dovere di cronaca.
Tolleranza zero
25 dicembre 2018
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