La M: novo Sindaco? Pagano i mesagnesi.
No, non è in bilico l’Amministrazione: a Mesagne è in bilico il sistema democratico.
È da settembre che sentiamo parlare di dissesto finanziario, di bilanci non a posto e ora di “scontro su bandi pubblici”.
Situazione tragicomica: il sindaco, la giunta e tutta (TUTTA ma proprio TUTTA) la sua maggioranza hanno in questi anni di governo elaborato e concordato ogni singola spesa che il Comune avrebbe sostenuto, hanno difeso le LORO scelte in Consiglio Comunale dalle critiche delle opposizioni. E ora che fanno? Scaricano tutto sul Sindaco, come se davvero avesse potuto decidere tutto da solo.
Ma la situazione diventa paradossale se si pensa che la maggiore critica rivolta al
Sindaco Molfetta in questi anni dai suoi azionisti di maggioranza è stata proprio quella di voler “deprimere la città” tagliando costi e servizi. Sembra passata una vita, ma solo due anni fa il consigliere Vizzino attaccava pubblicamente sui social Molfetta, reo di aver - suo dire - tagliato le spese per l’assistenza ai disabili. Solo pochi mesi fa il consigliere Matarrelli criticava la scelta del Sindaco di procedere a decreto ingiuntivo per recuperare le somme dovute a Mesagne dagli altri paesi dell’ambito territoriale per servizi socio-assistenziali prestati.
Delle due l’una: o i consiglieri di maggioranza in questi anni non sapevano cosa andavano a votare o lo sapevano e ora cercano un pretesto per buttare Molfetta giù dalla torre.
In ogni caso non ci fanno una bella figura.
La verità - innegabile - è che il destino del Sindaco di Mesagne si è deciso il 4/3/2018, quando Toni Matarrelli ha visto svanire la sua possibilità di ri-elezione in Parlamento. Da allora il suo “pensiero stupendo” è stato unicamente quello di essere eletto a Sindaco senza dover aspettare la fine della legislatura Molfetta.
Vi diciamo quindi già d’ora cosa accadrà: Molfetta verrà sfiduciato da buona parte dei suoi (7 ma più probabilmente 8 consiglieri): dopodiché si andrà in consiglio comunale dove il sindaco perderà la poltrona di primo cittadino grazie al voto DETERMINANTE di due consiglieri comunali eletti nelle file del PD. Uno di questi è Ninni Mingolla. Si, avete capito bene: i consiglieri di maggioranza manderanno a casa il loro sindaco grazie all’aiuto determinante del dott. Mingolla, loro principale competitor nelle scorse elezioni.
Dopodiché avremo il Commissario Prefettizio per tre mesi ed elezioni il 29 maggio prossimo in concomitanza con le europee.
Può questa congiura di Palazzo (Celestini) incidere sulla vita e sulle tasche dei mesagnesi?
Purtroppo sì. Dal 1/1/2019 non abbiamo più la cd. Leva Fiscale, introdotta con legge di bilancio 2016, che di fatto impediva ai Sindaci di aumentare le tasse per Imu, Tasi e Tari.
Da quest’anno, quindi, la scelta se aumentare i tributi sarà ad appannaggio esclusivo dei Sindaci.
Ora: se un qualsiasi sindaco italiano prima di aumentare le tasse terrà in considerazione il possibile calo di consensi della sua figura e quindi starà bene attento prima di farlo, pensate che un Commissario Prefettizio ci penserà due volte? Ovviamente no, tanto più se le casse comunali sono messe male.
Noi ve lo stiamo dicendo in anticipo: le elezioni anticipate avranno per i mesagnesi un prezzo altissimo da pagare in termini di aumento di IMU, Tasi e Tari.
Pertanto per il salasso in arrivo preparatevi a ringraziare gli attuali consiglieri di maggioranza e a ricordateglielo quando - spacciandosi per il rinnovamento - a breve verranno a chiedervi di essere rivotati.
Meditate gente, meditate.
Il Direttivo de La M
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