Sulla crisi amministrativa un contributo di Maria De Mauro
Riceviamo e volentieri pubblichiamo dalla prof.ssa Maria De Mauro, docente di Lettere al Majorana di Brindisi un commento sulla crisi amministrativa.
È storicamente provato che i complotti e le congiure di Palazzo sortiscano raramente i risultati sperati, al contrario essi possono determinare una tale indignazione nel popolo, e a volte anche in chi li dovrebbe sostenere, da decretare la fine dei congiurati.
È quello che ci auguriamo accada a Mesagne, dove però i consiglieri dimissionari della maggioranza del sabotato governo cittadino, nel corso della loro conferenza stampa e per bocca del loro portavoce Tony Matarrelli, ci hanno fatto capire che il solo incapace, l’anello debole della loro giunta e della maggioranza tutta, era proprio il Sindaco e che, quindi, essendo loro capacissimi ed avendo le idee chiarissime, sono pronti a riprendere il lavoro da dove l’hanno interrotto per ridare a Mesagne quello che merita e che il nostro ex sindaco Pompeo Molfetta le ha tolto.
Questo in sintesi, oltre, ovviamente, altri minacciosi giudizi circa le casse del Comune e dichiarazioni di amicizia e bene fraterno espressi con troppa leggerezza da uno che ha ancora in mano il pugnale sporco di sangue. È quest’ultimo forse l’aspetto più patetico e falso.
Del resto Matarrelli, che si è lamentato di Pompeo che avrebbe fatto, a suo dire, parlare la M in vece sua, ripete le parole di Florio, il suo ventriloquo, che giura a Pompeo Molfetta amicizia eterna e stima incondizionata per l’uomo Pompeo dopo avere offeso e deriso per mesi e con cattiveria proprio quell’uomo che dice di amare. Perché a loro quello che proprio non piace è l’uomo retto e probo Pompeo Molfetta, medico e cultore delle arti, impegnato nella politica per passione e non per bisogno, che diventa il politico che detestano perché si mette di traverso e a causa dei suoi principi morali che ora si chiamano brutto carattere, pone veti e chiede perché. Deve essere una pratica che li appassiona quella di dire che gli vogliono bene.
Se fossi Pompeo Molfetta gli intimerei di non esprimermi più queste smancerie. Creano un certo disagio. Il bene, l’amicizia, la stima sono una cosa seria. Si dimostrano e non si proclamano.
In tutta questa storia sono state illuminanti le parole con cui Emanuele De Nitto aveva sintetizzato l’antefatto di questa brutta pagina della storia della nostra bella città “Togliti tu che mi metto io”. Come se il governo della città e l’esercizio della democrazia, attraverso la delega popolare, fosse un fatto privato, la gestione dei propri possedimenti. O fosse un diritto acquisito “il mestiere della politica”, infatti Tony ha tenuto a sottolineare che lui, sebbene più giovane, vanta un’esperienza qualitativamente migliore di quella trentennale di Pompeo, perché ha coperto incarichi più “alti”. Non credo proprio sia questa la questione, infatti abbiamo un consigliere regionale notoriamente incapace, perché ben altre sono le competenze che si richiederebbero ad un consigliere regionale, così come, del resto, ad un ministro, Primo Ministro ecc. Peccato che la preparazione politica, la cultura e l’impegno coerente valgano niente di questi tempi e non sono richiesti per coprire cariche così importanti.
Tuttavia, e nonostante l’assetto di guerra di questi consiglieri dimissionari ai quali si sono aggiunti gli assessori e purtroppo anche i delegati, credo che non sarà facile come pensano conquistare il governo della città a Maggio.
Purtroppo i giornalisti non hanno rivolto loro domande dirette e puntuali durante la conferenza stampa e questo rende un cattivo servizio alla comunità. Indubbiamente sono avanti di quasi un anno con la campagna elettorale, ma questo vantaggio potrebbe non bastare.
Mi auguro che si risvegli il senso di una politica di sinistra attiva che superi divisioni e livori e impedisca a questi uomini irresponsabili e ingordi di farcela”.