Centrale A2A Brindisi, Romano a sindaco Rossi: "Troppo silenzio su questa vicenda. Ci spieghi cosa sta accadendo"

“Mentre si fa un gran parlare del futuro della centrale Enel di Cerano, è necessario non dimenticare un’altra questione

di non poco conto riferita al futuro della vecchia centrale Brindisi Nord, di proprietà del gruppo A2A. Da troppi mesi sull’argomento nessuno più aggiunge una parola, nonostante per i brindisini proprio quella centrale rappresenti una ferita aperta”.

Lo afferma il Presidente della Commissione Sanità della Regione Puglia Pino Romano, il quale si rivolge prima di tutto al sindaco Riccardo Rossi.

“E’ certamente compito del primo cittadino di Brindisi – aggiunge Romano – ricordare ad A2A ed al Governo nazionale che quella centrale va totalmente smontata, mentre l’area va bonificata per poi essere restituita ad utilizzi portuali. Continuare a parlare di un uso differente, di una possibile riconversione o di altro ancora rappresenta un concreto disconoscimento degli impegni che il Governo ha assunto nel tempo e che andavano tutti in direzione di una chiusura definitiva di quel sito produttivo. Del resto, Brindisi la sua scelta l’ha fatta da anni, inserendo la ex centrale nelle aree per lo sviluppo del porto attraverso il Documento preliminare programmatico del Piano Urbanistico Generale.

I progetti elaborati dal gruppo A2A (che riguardano anche il possibile utilizzo di enormi quantità di rifiuti) , pertanto, non dovrebbero in alcun modo essere presi in considerazione, magari invitando lo stesso gruppo a valutare altri siti dell’area industriale di Brindisi dove poter proporre eventuali nuovi investimenti.

Il rischio reale – è inutile girare intorno al problema – è che si voglia continuare ad utilizzare l’area della vecchia centrale per evitare di investire tante decine di milioni di euro per lo smontaggio totale dell’impianto e per la bonifica del sito.

Un motivo in più perché proprio il primo cittadino di Brindisi faccia sentire con chiarezza la voce dei brindisini ad ogni livello.

Il futuro di questa città non può essere discusso nelle stanze di qualche ministro o di chiunque altro. Dovrà essere determinato, invece, con la piena consapevolezza dei cittadini e senza ricatti occupazionali che tanti danni hanno provocato in questo territorio”.

 

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