L’apologia del nuovo che avanza (di Pompeo Molfetta)
Gli “opinion maker’s” delle campagne elettorali consigliano sempre di tingere di nuovismo la propria proposta politica,
di mettere un orpello colorato sul proprio candidato, poichè gli elettori generalmente si lasciano suggestionare dalle novità come la gazza da cio’ che brilla.
Purtroppo non sempre ciò che è nuovo è prodigo di buoni frutti. Per esempio il nuovo che avanza oggi in Italia è indubitabilmente il Salvinismo: cioè il combinato disposto di una destra reazionaria, sovranista ed iperliberista con un polulismo sociale intriso di odio, di qualunquismo sudditante e “spessatamente” ignorante che, per esempio, con la rinnovata proposta della riapertura delle case chiuse, si colloca perfettamente nella scia del motto di Cetto La Qualunque “chiu pilu pi tutti”.
Il nuovo che avanza è un giustizialismo all’amatriciana per cui un libero cittadino può sparare al vicino, per legittima difesa, se il cane di costui gli caca sulla soglia, mentre un magistrato non può inquisire un ministro accusato di sequestro di persona.
Il nuovo che avanza è il progetto di una autonomia regionale che serve a tutelare l’avantreno Lombardo Veneto e a lasciare il meridione alla miseria della sua antica eredità borbonica.
Il nuovo che avanza sono gli “italiani prima di tutto” e gli altri: neri, rom, clochard, ebrei e omosessuati fuori dai “ gabbasisi”. Di questa novità, ancorchè mascherate, si tingerà la destra ovunque, anche da noi, dove queste suggestioni già si colgono a mani piene sul web, la dove il veleno si può sputare gratis.
Ma c’è un altro nuovo che avanza nel paese e che per ora si vede solo all’orizzonte. E’ la corazzata Potemkin del qualunquismo critico de “i fatti miei prima di tutto”. Si vedono i fuochi dei bivacchi dei loro accampamenti sulla collina. Si scorgono i Giannizzeri Ottomani, i forzuti del Caucàso e orde di Lanzichenecchi che aspettano frementi l’ordine di attaccare dal comandante supremo, da tutti venerato e a cui tutti chiedono grazie e prebende .
Anche questo può essere un nuovo che avanza di incerta collocazione politica ma di indubbio potere di persuasione e di pervasione sociale specie in un contesto di povertà crescente morale e materiale.
Io certo non sono nuovo e non lo è neanche il tentativo di riunire le culture progressiste della sinistra radicale, del socialismo riformista, del cattolicesimo sociale con l’area ambientalista, laica e libertarie della società civile, tentativo che affonda le sue radici nella storia della sinistra in questo paese.
Niente di nuovo dunque sul fronte occidentale. L’unica novità vera è che, con la coalizione di Centro Sinistra che si è costituita a Mesagne, secondo me, la POLITICA potrebbe tornare ad essere lo strumento cardinale con cui si tenta di regolare la vita sociale e con cui si tenterà di costruire una trama di risposte utili a perseguire il bene comune e non gli interessi personali o di parte.
Un tentativo quanto mai necessario per far tornare a crescere questa città che negli ultimi mesi si è fermata soprattutto per l’onda di fango che a badilate gli è stata riversata contro.
Buona campagna elettorale a tutti
Pompeo Molfeta