Una nota del partito democratico di Mesagne a proposito delle notizie apparse oggi sul Corriere del Mezzogiorno.
Non è la prima volta che il Pd di Mesagne affronta una delicata competizione elettorale ostacolato apertamente
dal già segretario regionale del partito ed oggi Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano.
Questa volta però pensiamo si sia davvero oltrepassato il segno della decenza politica. Dal giorno della presentazione del candidato Sindaco Toni Matarrelli gli uomini e le donne del partito democratico, che non poche volte in passato hanno sostenuto Emiliano, sono stati svillaneggiati sulle pagine social del Presidente della Regione oppure attraverso notizie di stampa che riferiscono delle ragioni del suo sostegno a Matarrelli anziché al candidato Sindaco del centro-sinistra Rosanna Saracino.
Le notizie apparse oggi sul Corriere del Mezzogiorno, dalle quali nessuno ha ancora preso le distanze, sono addirittura offensive tanto verso la donna e la professionista Rosanna Saracino quanto verso una storia collettiva, quella del Partito Democratico di Mesagne, fatta di lotta alla criminalità organizzata che ha liberato la città da una cappa asfissiante e l’ha proiettata verso un futuro di progresso economico, culturale e sociale.
Tutto è concesso al Presidente Emiliano, a maggior ragione oggi che, dopo aver fatto due volte il segretario regionale del Pd ed essersi candidato alla segreteria nazionale dello stesso partito, si è accorto, essendo un magistrato in aspettativa, di non poter essere più un iscritto del Pd. Una cosa però non gliela concediamo: di giocare con le persone per fare apparire credibili scelte che non sono altrimenti giustificabili sul piano politico.
Egli è libero di costruire la sua rete di consenso con operazioni ciniche e spregiudicate se pensa che questo possa bastargli per essere rieletto Governatore della Puglia, ma lasci lavorare chi, a differenza sua, si impegna a costruire percorsi politici virtuosi, che guardano al futuro della città e rifuggono da una logica meramente elettoralistica.
Proprio per questo, qualche tempo fa, abbiamo considerato tardivo e fuori luogo l’invito che ci è stato rivolto da ambienti vicini ad Emiliano a tenere, a Bari, un confronto con gli attuali rappresentanti della coalizione “Insintonia”. Invito arrivato mentre a Mesagne si scioglieva il consiglio comunale davanti ad un notaio ed in accordo con una parte del gruppo consiliare del Pd senza aver mai chiesto agli organismi ufficiali del partito un confronto alla luce del sole. Atto, quest’ultimo, che metteva una pietra tombale su ogni ipotesi di dialogo tra noi e il fronte guidato da Matarrelli e Vizzino.
Riteniamo che il PD, a Mesagne come in tutto il Mezzogiorno, abbia bisogno di molto altro per tornare ad essere riferimento di tanti cittadini. Non saranno le logiche di potere a fare di questo partito qualcosa di utile alla società e ai territori in cui si opera. Come scriveva ieri Isaia Sales in un’analisi illuminante sullo stato del Pd nel Mezzogiorno, “le regioni meridionali, ancora più che nel passato, si sono trasformate in questi anni in sistemi ben organizzati di potere di alcune famiglie politiche, in feudi elettorali e correntizi che hanno inciso nella lotta politica interna al partito democratico più che in quella dei cittadini amministrati”.
A questo modo di intendere l’impegno politico ci siamo sempre opposti e sempre ci opporremo, convinti che ad ogni latitudine nel Pd ci siano uomini e donne in grado di invertire questa tendenza. Con buona pace di tutti, Emiliano compreso.
Il Partito Democratico di Mesagne.