A proposito del rapporto tra il PD e l'ex Sindaco (Francesco Rogoli segretario Pd Mesagne)
Anche nel confronto tra i candidati alla carica di Sindaco andato in onda su Telerama nella serata di ieri, è stata alimentata la fake news
circa un accordo, o quanto meno un'intesa di massima, tra l'ex Sindaco e il PD di Mesagne risalente a prima dello scioglimento del consiglio comunale.
Finché ne sarò il segretario, del PD e delle sue scelte politiche sono il più titolato a parlare, e, senza timore di essere smentito, posso affermare che quella circa un accordo precostituito tra Pompeo Molfetta e una parte del PD è una menzogna che tende a sminuire la portata politica del tentativo di ricostruire un'alleanza di centrosinistra. Prima che la maggioranza si recasse dal notaio, il PD aveva dichiarato a mezzo stampa che quella esperienza amministrativa fosse arrivata al termine e non già per il brutto carattere del Sindaco, o per il fatto che non sostassero più cittadini nell'anticamera della sua stanza (argomentazioni risibili che non appartengono alla categoria della politica), tanto meno per il bilancio, i cui problemi erano noti da tempo malgrado il silenzio assenso della maggioranza che talvolta ha accusato l'opposizione di avanzare sul punto critiche pretestuose. Quella esperienza amministrativa era giunta al capolinea perché arrivavano al pettine i nodi di una impostazione senza politica, basata su un civismo indistinto e la cui cifra personalistica aveva finito per travolgere anche chi su quella strada si era incamminato con le migliori intenzioni. Di questa discussione doveva essere investito il consiglio comunale e tutti i protagonisti dovevano assumersene la responsabilità, senza fare del Sindaco un capro espiatorio con argomenti la cui strumentalità si poteva scorgere lontano un miglio. Il risultato di quella operazione è una città commissariata, una politica locale sempre più ammorbata dal fenomeno del trasformismo e l'assenza di un progetto che delinei la città del futuro. Senza che vi sia stata una discussione pubblica sul punto, gli attori principali di quella esperienza ripropongono, come nuovo, lo stesso schema e lo propinano addirittura come l'unica via di uscita da un vicolo cieco nel quale loro stessi ci hanno condotto. A tutto questo noi abbiamo voluto dare una risposta lavorando con più soggetti ad una coalizione di partiti e movimenti civici che si definissero sul piano politico e che, partendo dalla condivisione di idee e valori - non da un accordo personale-elettorale-, provassero a costruire una serie di proposte dal respiro lungo, un progetto per la città che andasse oltre le fortune elettorali della coalizione e dei singoli ed in grado di radicarsi nella società mesagnese. Pompeo Molfetta, a differenza della sua ex maggioranza, si è messo insieme ad altri al servizio di questa idea e, come egli stesso ha dichiarato, ha scelto di "stare nel solco della sua personale tradizione di uomo di sinistra", mentre la sua ex maggioranza resta "nell'alveo indistinto di un civismo forzuto e senza identità" da cui egli ha preso le distanze. Questi i fatti, qui risiedono le ragioni di un rinnovato rapporto di alleanza politica tra il PD, Pompeo Molfetta e l'area politica alla quale egli fa riferimento. Il resto è propaganda elettorale di bassa lega, se mi è consentito.