Quando l’informazione non è in sintonia (Liberi tutti)
Viene riportata una nota pubblicata sul social di Facebook nel profilo di Pompeo Molfetta.
Abbassare i toni. Sembra essere questo lo slogan di questa campagna elettorale.
Ce lo ripetiamo ogni giorno, come fosse un mantra, forse per auto convincerci che sia la cosa più giusta da fare, nel rispetto di tutti. In effetti è così che dovrebbe essere: ogni competizione, da quella sportiva a quella elettorale, dovrebbe essere sana e costruttiva, vissuta nel pieno rispetto dell’avversario, secondo la logica del confronto schietto ed arricchente. Purtroppo però la cultura popolare, che difficilmente si sbaglia, ci insegna che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Già. I tempi dei confronti sereni sono finiti, l’opinione altrui non è più un tesoro da custodire per crescere e criticare costruttivamente: bisogna demolirla, criticarla, banalizzarla e, con il beneplacito di una stampa palesemente schierata, ignorarla.
Assistiamo quasi impotenti, ogni giorno, a operazioni di questo tipo: spazi limitati dati a ben tre candidati sindaco, a favore di uno solo, comunicati non pubblicati o sintetizzati fino al limite della banalizzazione, cognomi sbagliati “per caso” per ridicolizzare le persone o ironizzare su alleanze che non vanno a genio. L’ultima frontiera della scorrettezza è la cancellazione dei commenti. Come per magia tutti quelli che esprimono dissenso vengono cancellati, si mantengono soltanto quelli che più fanno comodo e che danno a chi legge l’immagine di una coalizione forte, vincente e con tanti consensi.
Se questi maldestri tentativi di mettere a tacere o censurare le persone non ledessero il diritto all’informazione e la libertà di pensiero ed espressione dei cittadini, essi meriterebbero di essere ignorati o accolti con una sonora risata, perché evidenti e puerili segnali di debolezza. Purtroppo però non possiamo non riconoscerne la indubbia matrice antidemocratica, ed essa non può che spingerci a rendere pubblici e denunciare tali comportamenti, che veramente non possiamo più sopportare.
Le testate locali, su altri temi altrettanto importanti, non hanno tergiversato nemmeno un minuto quando si è trattato di fare il classico “scoop”, pubblicando anche articoli anonimi o chiaramente offensivi nei riguardi di amministratori della passata legislatura o altre istituzioni importanti sul territorio. A loro chiediamo onestà intellettuale e un servizio all’informazione autentico, che siamo sicuri sia alla base di quello che li ha spinti a scegliere questo mestiere, certamente uno dei più belli e difficili, che non deve essere infangato dal dubbio del favoritismo pertinace e fazioso.