Due “tappi dello sviluppo”: i tempi autorizzativi ed il costo dell'energia. (di Angelo Guarini*)
Il recente rilievo dell'ISTAT sull'andamento del PIL del nostro Paese è stato molto atteso.
Circa la dimensione dell'aumento,+0,2%,le analisi sono state tante, ma a mio parere parziali. Il Presidente di Confindustria Squinzi ha fatto presente che questo risultato-senza dubbio apprezzabile-è dovuto essenzialmente al basso prezzo del petrolio, alla svalutazione dell'euro rispetto al dollaro ed alla forte iniezione di liquidità da parte della BCE. Purtroppo le riforme, pur lodevolmente attivate, stentano a produrre gli effetti desiderati, quanto a crescita del PIL e dell'occupazione... Come mai? Per quanto concerne l'industria manifatturiera, permangono alcune criticità, che costituiscono veri e propri "tappi dello sviluppo", solitamente poco considerate. Ne consegue che dal dibattito politico ed economico emergono diagnosi approssimative e, quindi, proposte di terapie non adeguate. Il che equivale, per continuare nella parafrasi medica, a pensare di curare la polmonite con l'aspirina. Bastino due esempi:
1)La burocrazia e la "lentocrazia". Proprio il n.1 di Confindustria, citando la sua Azienda parla di tempi allucinanti, dell'autorizzazione per modificare una finestra a Milano, chiesta nel 2004 ed approvata quest'anno(!!!!). Aggiunge che per aprire o ampliare uno stabilimento del suo Gruppo, MAPEI, in Italia occorrono 7/8 anni, mentre all'estero(dove ha una sessantina di unità produttive) in media ci vogliono 60/90 giorni!!!! Tutto questo è o no un "tappo dello sviluppo", da affrontare con la massima urgenza e determinazione? Il 4 agosto u.s, è stata approvata la Legge di "Riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche", con importanti deleghe al Governo in tema di conferenza di servizi e di autotutela e silenzio-assenso tra PA, nonché misure per la semplificazione dei procedimenti amministrativi, relativi a importanti e particolari tipologie di insediamenti produttivi. Risultano confermati in tale provvedimento apprezzabili obiettivi di semplificazione ed efficientamento della PA. Ora, l'auspicio è che questo complesso iter legislativo venga speditamente completato anche con i relativi decreti attuativi, nella consapevolezza che nell'economia il fattore-tempo è fondamentale!!
2) Il costo dell'energia per le attività produttive. Uno studio recente di Confartigianato ha evidenziato un dato, che conoscevo purtroppo già, in quanto più volte lamentato da diverse Aziende associate: il peso del Fisco sul costo totale dell'energia elettrica è del 42%, superiore del 38,1% alla media UE!!!! In 10 anni la tassazione indiretta sull'energia è salita del 42,3%,come dire mediamente più del 4% all'anno!! Parliamo di una penalizzazione competitiva insostenibile per le nostre imprese e, probabilmente, di una delle principali cause di chiusure o delocalizzazioni, con particolare riferimento alle aziende energivore.
In proposito Confindustria Brindisi, lasciando da parte aspettative utopistico-velleitarie di riduzione tout court di tale abnorme carico fiscale, ha elaborato un'ipotesi di lavoro, se vogliamo con una piccola dose di fantasia, utile ed opportuna in alcuni momenti critici anche nell'arida economia.... La proposta è quella di trasformare la zona industriale di Brindisi in un "distretto" o "parco" industriale, mettendo a fattor comune fra tutte le Aziende in essa operanti una serie di utilities e facilities prodotte al suo interno(energia elettrica, vari gas industriali e materie di base). In tal modo si avrebbe una riduzione dei costi di produzione e si eleverebbero significativamente i livelli di competitività dell'intera area, che sarebbe anche molto attrattiva per nuovi investimenti. Per la definizione progettuale di questa proposta(pare che in Italia non vi siano precedenti e che siano pochissimi quelli a livello mondiale)il Gruppo di lavoro-costituito fra le nostre principali Aziende-ha chiesto la collaborazione di due qualificati esperti, il prof. Domenico Laforgia dell'Università del Salento ed il prof. Massimo La Scala del Politecnico di Bari.
Sono convinto che tale progetto avrà la condivisione ed il sostegno della Regione e del Presidente Emiliano - al quale a breve lo illustreremo -, a maggior ragione perché riferito ad un contesto industriale orientato allo sviluppo, in cui vi sono Aziende che hanno investito o che stanno effettuando cicli di investimenti o che intendono prossimamente investire alcune centinaia di milioni di euro per ampliamenti produttivi, ricerca ed innovazione tecnologica o miglioramenti ambientali. Tutto ciò potrebbe anche essere un contributo propositivo al Masterplan che il Governo si è impegnato a presentare a fine settembre. Più precisamente, pensiamo ad un "Accordo di Programma per lo sviluppo del territorio", non tanto per raccattare risorse aggiuntive, ma al fine di avere una cornice istituzionale, che assicuri procedure e tempi certi per gli investimenti industriali(che altrimenti rischiamo che vengano spostati altrove)ed una infrastrutturazione "mirata" all'interno della zona industriale, da troppo tempo fortemente penalizzata per i tempi autorizzativi, in quanto area SIN(Sito Interesse Nazionale). Zona, che ha al suo interno ben tre produttori di energia elettrica di livello nazionale ed inoltre produzione in quantità importante di gas industriali e di materie di base, tutte risorse che vorremmo mettere a disposizione, con e necessarie autorizzazioni e con le opportune tecnologie, di tutte le Aziende in essa presenti.
(*)Direttore Confindustria Brindisi