La Uil dice qualcosa sulla quattordicesima e condanna la politica dell'austerità
La Uil informa che i pensionati, in questi giorni, hanno ricevuto con l’assegno di settembre gli importi di pensione,
aumentati come risposta alla sentenza 70/2015 con cui la Consulta ha reso incostituzionale il blocco delle pensioni della Legge Fornero.
In sintesi a Settembre tutti i pensionati con pensioni tra tre e quattro volte il minimo, riceveranno aumenti pari all’8%. Per le pensioni pari a cinque volte il minimo, si passerà ad aumenti del 4% e per quelle pari a 6 volte il trattamento minimo, si parla del 2% di aumento.
Il pagamento dell’assegno di settembre dovrebbe sistemare anche gli ultimi rimborsi legati ai 730 del 2015. Questo è quanto dichiarato dall’Inps e chiarito già il 22 luglio con un comunicato stampa e una circolare che dettagliava il calendario dei rimborsi sia a credito sia a debito.
Il quadro è il seguente: chi ha presentato il 730 entro il 30 giugno ha già ricevuto la disposizione per il conguaglio nell’assegno di agosto, mentre chi ha presentato il modello tra inizio luglio e il giorno 20, ha ricevuto ad agosto il rimborso, ma “il conguaglio a debito” è slittato al mese di settembre con la possibilità di ratearne il debito. Con l’assegno di settembre dovrebbero infine, arrivare sia i rimborsi sia i conguagli per i 730 presentati tra il 20 e il 23 luglio.
La Uil pensionati informa che un gran numero di pensionati, in Italia circa cinquanta mila, che, salvo errori, non riceveranno più la quattordicesima per mancanza dei requisiti di reddito. La normativa all’erogazione delle quattordicesime in favore dei pensionati risale al 2007, ha l’intento di costruire un sostegno al reddito dei pensionati, che rischiavano di vivere situazioni di disagio economico. Oggi i requisiti per le quattordicesime sono legati a redditi annui inferiori ai 9786 euro e al raggiungimento dei 64 anni di età; effettivamente riceve la quattordicesima chi non supera i 752,84 euro mensili.
Si tratta di un’altra brutta sorpresa per i pensionati che non riceveranno più la mensilità extra dall’Inps. Eppure il cittadino che prende meno di mille euro, è considerato povero, ma non può accedere a un’integrazione di una mensilità che varia tra i 300 e 500 euro. E chi prende più di cento mila euro l’anno …………? Per questi è bene lasciare i puntini di sospensione.
Per la Uil pensionati di Brindisi è la richiesta in una democrazia più equa e più giusta. Per questi pensionati sono assegni di pensione minimi che evidenziano il loro status di povertà e di persone meno abbienti. La loro condizione è confermata dai dati dell’Inps nell’assurda forbice tra chi ha “molto” e chi ha “troppo poco”. La mancanza di un equilibrio che non regge. Per questi pensionati che in questi ultimi anni, non hanno ricevuto nemmeno il bonus di 80 euro promessi dal governo Renzi, non tocca usufruire della mensilità extra per pagarsi le medicine.
La Uil pensionati condanna questa politica di austerità e di rigore che danneggia il cittadino e conferma, ancora una volta, la logica delle disuguaglianze che vive il Paese nello stato di diritto sociale, economico, finanziario e industriale.
Per il sindacato il “dare di più” è “ricevere di più”. Il Paese ha bisogno di crescere in politiche d’investimenti e in quelle monetarie e in questa linea di sviluppo è possibile abbassare le tasse per il pensionato e per le imprese. Il sindacato chiede l’abolizione delle tasse sulla casa e la riduzione del peso del fisco sui lavoratori e sui pensionati in modo strutturale e definitivo. Per il pensionato ammalato e la persona non autosufficiente occorre una legge nazionale che definisca definitivamente la loro condizione. Per il pensionato sono inaccettabili le ipotesi, circolate dal Governo in questi giorni, di reintrodurre una flessibilità d’accesso alla pensione. Un’ipotesi che danneggia il lavoratore, perché se è vera che la legge Fornero ha provocato iniquità e ingiustizie sociali, anche questa provocherà oltre il “danno la beffa”. Il governo, infatti, vuole mettere mano alla riforma Monti/Fornero con la legge di Stabilità, attuando un provvedimento con un’operazione a costo zero. Essa consiste in maggiore flessibilità nei requisiti di uscita che sarà pagata dagli stessi pensionati in termine di tagli agli assegni fino al 30%.
Bisogna, invece, prevedere un range tra 62 e 70 anni in modo che i lavoratori possano scegliere di andare in pensione, secondo le tipologie di lavoro senza penalizzazioni. Sarebbe utile che il Governo non penalizzasse la flessibilità di accesso e favorisse l’occupazione giovanile. I nodi consolidati sono “il Fisco, le Pensioni e le Contrattazioni sociali” in difesa dei diritti e a tutela e salvaguardia dei pensionati, degli ammalati e di tutte le persone fragili. Tutelare l’ambiente è salvaguardare il cittadino in tutte le sue fasi di crescita e di sviluppo. Per fare questo occorre una politica consensuale unitaria di aiuto reciproco verso il sociale, (e in questo il sindacato è d’esempio), tra il mondo privato (banche, economia e finanza), le industrie e lo Stato per un cammino luminoso d’intelligenza e sensibilità.
Il sindacato chiede ai politici, l’unitarietà di una politica intelligente del consenso, che sia per il cittadino una nuova Democrazia Politica solidale, di comunione e promotrice di benessere per un nuovo umanesimo che funzioni, lontano da una politica di profitto del libero mercato, ma vicino ai pensionati, alle persone che soffrono e ai disoccupati e ai giovani senza lavoro. Essa potrebbe essere, ma non può essere una conquista definitiva, perché il “doveva essere” della democrazia per il cittadino è il “dover essere” che va aggiornato continuamente individuandone le formule più adeguate, specie in questo periodo di transizione, per l’acquisizione del diritto a una “democrazia di prossimità” più giusta e di un welfare equo e dignitoso che siano salutari al benessere per il cittadino.
Il Segretario Provinciale UILP
Tindaro Giunta