Associazione salute pubblica: emissioni industriali in Puglia: un caso Mesagne?
Nel gennaio 2016 ARPA-Puglia ha pubblicato il rapporto dal titolo “Valutazione modellistica della qualità dell’aria nella regione Puglia – Anno 2013”,
nel quale sono riportati i risultati di modelli matematici impiegati per valutare la qualità dell’aria in tutta la regione Puglia. I modelli matematici integrano le informazioni delle centraline di monitoraggio laddove queste non sono presenti o per quegli inquinanti che non rilevano
Il modello utilizza i dati dell’inventario delle emissioni, nel quale per ogni macrosettore di attività economica, per esempio produzione di energia, industria, agricoltura, incendi, riscaldamenti e trasporti, sono riportate le quantità di inquinanti emesse. Dall’inventario, si evince, per esempio, che: il settore industriale è il maggiore responsabile della emissione di monossido di carbonio, diossine, piombo, cadmio, arsenico e mercurio; le aziende di produzione di energia elettrica sono quelle che emettono più anidride solforosa e nichel; il riscaldamento insieme con il settore rifiuti sono responsabile delle maggiori emissioni di PM10.
Per l’area di Brindisi i risultati mostrano concentrazioni elevate di nichel. L’analisi specifica per la centrale di Cerano mostra ricadute che interessano buona parte della penisola salentina. Inoltre, Arpa stima un contributo di circa il 30% della centrale alla concentrazione annuale di anidride solforosa, sostanza che altri studi a Brindisi hanno correlato con un incremento di rischio di malformazioni congenite.
Per l’area di Taranto e Brindisi, le industrie sono le responsabili principali delle emissioni di piombo. In corrispondenza dell’area industriale di Taranto, il modello stima le concentrazioni più elevate in Puglia di PM10 con un numero di superamenti giornalieri che è maggiore di 35. Anche per le diossine e il mercurio, è Taranto la città pugliese con i valori più alti.
Nel rapporto non mancano le sorprese. In alcuni comuni del brindisino, in particolare a Mesagne, alcuni inquinanti sono stimati in concentrazione superiore alle aree industriali di Brindisi e Taranto. Appare particolarmente critica la concentrazione del Benzo(a)pirene, sostanza classificata come cancerogena certa per l’agenzia internazionale di ricerca sul cancro (IARC). Il modello di Arpa-Puglia, infatti, stima valori superiori all’aria industriale di Taranto e al valore obiettivo annuale di 1.0 ng/m3 indicato dalla legge (D.Lgs. 155/2010). Gli elevati valori vengono attribuiti alla combustione di biomassa. Al contrario nell’area di Torchiarolo non viene segnalata alcuna criticità, probabilmente a causa della bassa risoluzione del modello.
Ci si chiede se non sia il caso di verificare con campagne di misura i valori di benzo(a)pirene stimati dal modello a Mesagne al fine di individuare eventuali azioni di protezione della salute pubblica. Nello stesso tempo verificare lo strumento modellistico utilizzato affinchè possa essere uno strumento attendibile nella gestione della qualità dell’aria.
C.S. Associazione salute pubblica