Fondazione G. Di Vittorio: ricordato il sindacalista Angelo Greco
Venerdì 4 settembre è stato ricordato Angelo Greco nella sede della "Fondazione G. Di Vittorio" con interventi del Presidente On.le Cosimo Faggiano, del viceministro Teresa Faggiano,
del prof. Cosimo Greco e di Cosimo Zullo.
Riportiamo alcuni contributi che sono stati raccolti nel pieghevole distributo per l'occasione.
Biografia
Angelo Greco era nato a Mesagne il 28 luglio 1929, quinto di sette figli, da una delle tante famiglie di braccianti, che all’epoca costituivano la stragrande maggioranza della popolazione mesagnese.
Adolescente, lascia la scuola, diventa apprendista potatore di ulivi, cosiddetto “frascaro”. Inizia a interessarsi anche di politica, partecipando alle lotte e alle manifestazioni sindacali che si svolgevano a Mesagne.
Nel 1946, a 17 anni, costituisce a Mesagne la sezione del Fronte della Gioventù dove militavano giovani sia socialisti che comunisti.
Subito dopo divenne segretario provinciale dell’organizzazione giovanile comunista, (il responsabile nazionale di allora era Enrico Berlinguer).
Nel 1956 venne eletto per la 1a volta nel Consiglio Comunale nelle liste del PCI (con 403 voti).
Venne rieletto nel 1960, nel 1964, nel 1966, nel 1970 e nel 1980. Dopo per incompatibilità sindacale non potette più candidarsi alle elezioni.
Dal 1960 al 1973 fu segretario locale della Lega Braccianti e in seguito responsabile della Camera del Lavoro.
Nel 1973 divenne segretario provinciale della Federbraccianti sostituendo Cosimo Scalera, anche lui mesagnese e rimase segretario fino a marzo 1977.
Divenne responsabile provinciale del CENFAC (Organizzazione dei produttori agricoli) e dopo responsabile del Patronato di Zona INCA CGIL.
Nel 1983 venne di nuovo candidato ed eletto Consigliere Comunale nelle liste del PCI.
In questo periodo iniziarono i sintomi della sua malattia, che lentamente lo portò alla morte.
Si spense il 23 luglio 1983.
Associazione G. Di Vittorio
Damiano Franco (Socio, già Presidente )
Angelo Greco (Angiulìno per tutti quanti quelli che hanno avuto il privilegio di conoscerlo) era nato a Mesagne nel 1929, quinto di sette figli da una delle tante famiglie contadine che all'epoca costituivano la stragrande maggioranza della popolazione mesagnese,
Era giunto all'impegno politico giovanissimo e quell'impegno politico per il riscatto e il riconoscimento della dignità del lavoro costituirà la ragione di tutta la sua esistenza, tanto che per lui si può ben dire che si trattò, come disse Giorgio Amendola, di "una scelta di vita". Appena adolescente, Angelo Greco diventa apprendista potatore degli ulivi ("frascaro" nel vernacolo mesagnese, per distinguerlo dal potatore di vigneto), come era consuetudine nelle famiglie contadine che avviavano subito i figli ad imparare un mestiere; quello di "frascaro" era molto di uso e richiesto perché il territorio di Mesagne vantava grandi estensioni di uliveti.
Sul finire del 1943, insieme ad altri giovanissimi apprendisti e ad alcuni potatori più anziani, Greco è protagonista della costituzione della Camera del lavoro (CGIL) di Mesagne. ln quegli anni di cili e duri, ma carichi di speranze, che seguono la caduta del fascismo e vedono la nascita della democrazia italiana a Mesagne, come in tutto il Mezzogiorno e nel resto d'Italia, si sviluppano forti movimenti e lotte per l'emancipazione dei lavoratori e in particolare dei braccianti e dei contadini.
Angelo Greco partecipa e dirige le lotte per l'occupazione delle terre incolte e coltlvate dei grandi latifondi e per l'imponibile di mano d'opera. Sì sviluppano gli scioperi "a rovescio": i braccianti guidati dal Sindacato vanno a lavorare sui terreni incolti dei latifondisti e la sera richiedono la paga giornaliera.
Per Angiulino la militanza sindacale e la partecipazione alle lotte bracciantili e contadine è la conseguenza coerente di una scelta politica che egli ha fatto sin dall'inizio riconoscendosi nel PC1.
Nel 1946, infatti, fortemente impegnato ad attuare la linea politica del Partito che si prefigge il più ampio coinvolgimento dei giovani nella trasformazione democratica del Paese, Greco contribuisce a costituire a Mesagne la Sezione del Fronte della Gioventù, nella quale militano unitariamente giovani di ispirazione comunista e socialista. l'esperienza realizzata a Mesagne è ritenuta così positiva che il PCI decide dì estenderla in tutta la Provincia e Angelo diventa Segretario Provinciale dell'Organizzazione Giovanile Comunista.
La passione ideale e la maturità politica fanno ormai di Angelo Greco uno dei più stimati dirigenti della Sezione di Mesagne e del Comitato federale del PC1.
Nel 1960 sceglie l'impegno sindacale a tempo pieno nonostante i notevoli sacrifici che ciò comporta, e diventa prima segretario della lega dei braccianti e poi della Camera del lavoro di Mesagne. In questi ruoli di responsabilità politica Greco dà prova di grande lungimiranza battendosi con fermezza per attuare la linea politica della C.G.I.L. e della Federbraccianti di tenere uniti braccianti e coloni quali forze fondamentali per il rinnovamento dell'agricoltura e la trasformazione sociale del Meridione.
Nel 1973 Greco lascia la direzione della Camera del lavoro di Mesagne per assumere l'incarico di Segretario Provinciale della Federbraccianti in un momento di seria di coltà dell'Organizzazione. Anche in questo ruolo Greco fa valere le sue doti di apertura e lungimiranza impegnandosi alla costruzione di un nuovo Gruppo dirigente alla testa dell'Organizzazione avvalendosi di giovani provenienti anche dal movimento studentesco.
Lascia l'incarico dì Segretario provinciale della Federbraccianti nel 1977, ma non abbandona l'impegno politico sempre ispirato ai grandi ideali di libertà, uguaglianza e giustizia sociale e sempre scevro da qualsiasi interesse personale. Nel 1980 torna ad essere consigliere Comunale e contribuisce alla vittoria del PC1 che può dar vita ad una giunta di Sinistra (PCI-PSI) nel Governo cittadino.
Purtroppo un male incurabile mina la sua salute e lo costringe alle dimissioni da Consigliere Comunale. Muore il 23 luglio 1983 lasciando il ricordo di un dirigente politico animato da grandi ideali e di un uomo buono, retto e giusto.
Associazione G. Di Vittorio
Cosimo Zullo (Socio, già Segretario Prov.le Federbraccianti - CGIL)
Agli inizi degli anni '70, anche nella nostra provincia, arrivò la spinta operaia e sindacale dell'autunno caldo e si svilupparono molte lotte dei lavoratori chimici del Petrolchimico e una di usa iniziativa unitaria con scioperi e manifestazioni bracciantili. A Mesagne, come in molti comuni del brindisino le lotte si caratterizzarono per la conquista del contratto di colonia e mezzadria.
La CGIL, la Federbraccianti con il suo Segretario Generale Feliciano Rossitto, capirono che occorreva dare una svolta all' attività del Sindacato, assicurando il rinnovamento delle politiche e dei gruppi dirigenti. Angelo Greco, segretario provinciale della Federbraccianti di Brindisi dal 1973 al 1977, fu tra i principali protagonisti che sollecitarono tale rinnovamento e che favorirono l'inserimento negli organismi e nelle strutture sindacali di operai, braccianti, giovani e donne.
Tanti giovani andarono ad a ancare i vecchi capilega non solo nelle attività politiche e sindacali, ma anche
in quelle di assistenza e tutela previdenziale.
Angelo Greco, intuì che il Sindacato doveva dare nuove risposte all' "urto" che arrivava dalla società, attraverso le lotte degli studenti e dei lavoratori. Erano gli anni del rigurgito fascista di Reggio Calabria, la costruzione nei comuni delle leghe dei disoccupati, l'inizio degli attacchi delle Brigate Rosse.
Greco, fu davvero antesignano nel favorire l'innesto di forze fresche e di nuove esperienze in tutte le leghe del brindisino.
Angelo Greco era un quadro sindacale che si era formato negli anni '5O, ma non temeva il rinnovamento e il confronto con nuove idee, anzi lo favoriva e si impegnava a sostenere la costruzione di una nuova classe dirigente sia sindacale che politica.Associazione G. Di Vittorio
Giuseppe Giordano, direttore mesagne.net
Angelo Greco è una di quelle figure locali, che ha aderito giovanissimo al PCI ed ha lavorato per almeno tre decenni nel Sindacato CGIL, che ha vissuto le esperienze della sinistra in periodi peculiari della storia repubblicana italiana e che è rimasto, sempre e comunque, nella sua formazione politica nonostante le dinamiche, le serrate dialettiche con le ovvie ripercussioni che portavano a scissioni ed a seguire, a ipotetiche ricostruzioni.
A Mesagne la fondazione “Giuseppe Di Vittorio” ha intestato il proprio Auditorium a Lui ed ad Ernesto De Francesco. Ad Angelo Greco i meriti vengono non solo per l’attività politica ma anche per il suo curriculum sindacale costellato di presenze, di battaglie a difesa degli “ultimi”, di azioni utili per alleviare situazioni difficili di disagio sociale.
Era amico di mio padre, un amico di vecchia data e la loro conoscenza risale a metà degli anni ’50; nel tempo il rapporto era rimasto costante e disinteressato, un rapporto non di frequentazione ma di conoscenza e di reciproci scambi di “cortesie.
Io ho conosciuto personalmente Angelo alla fine degli anni sessanta e per tutto il decennio in cui mi sono impegnato politicamente in Mesagne e fin dal primo colloquio mi rimase impresso il carattere, il modus operandi del tutto particolare che aveva, ma soprattutto la sintesi operativa nell’affrontare i problemi.
Non ho mai saputo che genere di scuole avesse frequentato ed anche ora che lo ricordo con questo elaborato, ho idea dove fosse avvenuta la sua formazione scolastica. Posso affermare senza ombra di dubbio che con Angelo percepivi quello che effettivamente poteva essere l’ideale dell’“uomo di cultura”, tema tanto caro alle lotte sessantottesche fortemente diverso dall’ “uomo intellettuale”.
Conoscere il lavoro e tutto il mondo circostante, nei suoi aspetti peculiari, prevederne le difficoltà attuative, ricercarne gli elementi di realizzazione era per Angelo confluire in una dimensione umana idonea ed in grado di realizzare il progetto dell’uomo, di colui che si rivolgeva al sindacato, alcune volte per la vera e propria sopravvivenza ma, soprattutto, per realizzare momenti e sprazzi di vita diversa rispetto al quotidiano.
Forse la profondità del proprio sentire era l’elemento cardine che lo rendeva umile nella presenza, concreto nell’operatività, determinato per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Era un comunista di vecchia data, forse a dirla con il senno di poi un precursore dell’ala “migliorista” del partito a cui non è mai stata data l’icona dello “stalinista” e nel partito, in campo nazionale ed oltre, ha visto passare tutti gli avvenimenti più importanti vissuti nei primi decenni della Repubblica: dalla morte di Stalin a quella di Togliatti, dagli avvenimenti a carattere nazionale come il capitolo del “Manifesto” alle dinamiche locali e mesagnesi come la scissione dell’On. Santo Filippo Neri Semeraro, la ricostruzione del Pci con Luigi Montanaro, Paolo Bottazzo, Antonio Ferraro ed Aquino Spagnolo, la presenza in Mesagne della pasionaria Lina Perrucci, le serrate dialettiche con gli on. Livio Stefanelli e Cirasino, la questione Montanaro e la successiva esclusione dalla dirigenza comunista fino all’ultima esperienza dell’Amministrazione Santacesaria, quando ammalato terminale, firmò le dimissioni da consigliere comunale per la chiusura di quella esperienza amministrativa.
Bisogna dire che nel partito riversava e testimoniava la sua appartenenza ed era il punto di riferimento per la continuità dello stesso partito nei momenti di maggiore conflittualità interna. Qualsiasi cosa accadesse era sempre ben poca cosa rispetto al futuro dello stesso partito e guardava sempre avanti rispetto al contingente e, alcune volte alla serrata conflittualità.
Sono stato per cinque anni consigliere comunale insieme ad Angelo in formazioni politiche diverse, lui del Pci mentre io appartenevo alla Dc, con radicazione nella sinistra Dc che si rifaceva a Dossetti, Lapira ed ultimo Galloni nella Toscana imprevedibile. Ho avuto molte volte la possibilità di parlare e discutere negli intervalli dell’assise di vari argomenti, come una sera in cui il nostro disquisire stranamente era su un argomento importante ma non attinente agli argomenti del Consiglio Comunale.
Parlavamo della “libertà” in senso lato. Ed allora giovane di belle speranze con fresca laurea in Scienze politiche spiegai il mio punto di vista supportato da dotti Autori. Angelo mi ascoltava con profonda serenità e silenzio e quando finii mi disse poche ma concise parole che riporto come concetto.
“Siamo abituati a combattere per ideali alcune volte irrealizzabili come l’uguaglianza di tutti gli uomini, la patria ecc… Io combatto per la libertà, per quel che io ritengo sia la libertà. Per me l’uomo libero è colui a cui hai restituito la sua dignità perché con la dignità non solo lo rendi libero ma anche uguale agli altri.”
Se la fondazione “G. Di Vittorio” ha scelto di dedicare il proprio Auditorium ad uno dei sindacalisti più rappresentativi nell’ambito della CGIL e della Federbraccianti in particolare, lo ha fatto perché Angelo Greco, in ultima analisi, rimane un esempio fulgido in cui l’umiltà, la profonda dedizione ai valori della sussidiarietà possono essere presenti, sempre e dovunque, attraverso presenze umane, le più semplici e le più leali possibili.