Fauna selvatica: coldiretti Puglia, stormi di storni fanno razzia di olive nelle province di Bari e Brindisi; subito misure ordinarie e straordinarie
“La Puglia vive ogni anno il dilagare della ‘piaga storni’, restando impotente – denuncia il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - agli attacchi delle orde di uccelli appartenenti a specie protetta che mangiano ognuno fino a 20 grammi di olive al giorno.
Gli agricoltori non hanno strumenti adeguati ad arginare la presenza eccessiva e in progressivo aumento di determinate specie di animali selvatici - come cinghiali, lepri, storni, cormorani – che, in caso di ingresso nei fondi agricoli o negli impianti di acquacoltura, arrecano danni significativi e spesso irrecuperabili. Per questo Coldiretti Puglia ha proposto al Governo regionale un dispositivo legislativo che vada ad approcciare in maniera strategica e definitiva la piaga della fauna selvatica che mette a repentaglio le produzioni agricole, le strutture e spesso la stessa incolumità degli agricoltori, come nel caso degli attacchi di cinghiali, cani inselvatichiti e lupi”.
Particolarmente colpito dagli storni il settore olivicolo nelle province di Bari e Brindisi ed il danno si attesta tra il 30 ed oltre il 60% a carico degli olivi coltivati soprattutto nelle zone a ridosso del mare, da un lato sull’Adriatico dall’altro sullo Jonio.
“Oltre al danno diretto, non vanno sottovalutati i danni indiretti. Gli storni distruggono le piazzole adibite alla raccolta delle olive – spiega il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - e gli olivicoltori sono costretti a contrastare una calamità senza averne gli strumenti, condannati, quasi, a riprogrammare la propria attività agraria per scongiurare la distruzione della produzione. Tra l’altro, non è soltanto l’olivicoltura a risultare colpita, dato che il passaggio degli stormi di storni lascia sugli ortaggi quantitativi di escrementi tali da rendere impresentabile il prodotto sul mercato. Gli storni trovano ristoro notturno nelle aree protette, come Torre Guaceto, per riprendere le scorribande alimentari diurne ormai da mesi, dato che il caldo anomalo degli ultimi anni ha fatto convertire la specie protetta da migratoria a stanziale.”.
La proposta legislativa di Coldiretti Puglia prevede misure di prevenzione ad hoc e qualora queste ultime si rilevino inefficaci, contempla un efficace controllo faunistico, tramite le attività di contenimento numerico, allontanamento e controllo della fauna selvatica, che si rendono necessarie per il soddisfacimento di un legittimo, quanto primario, interesse pubblico. Tali misure dovrebbero essere integrate, inoltre, disciplinando in modo puntuale – secondo Coldiretti Puglia - anche l'aspetto della prevenzione dei danni da fauna selvatica, in quanto è necessario che il fenomeno sia contenuto alle origini, stabilendo adeguati regimi di sostegno finanziario.
Il caso più grave e noto dei danni provocati dagli ungulati all'agricoltura non deve far dimenticare – sostiene Coldiretti Puglia - che esistono altre specie problematiche, quali le forme domestiche di specie selvatiche e le forme inselvatichite di specie domestiche. In questo ambito, sono numerosi i danni provocati dai cani inselvatichiti agli allevamenti e quelli dovuti, invece, alla massiccia diffusione del piccione inselvatichito che danneggia non solo le colture, ma anche i prodotti agricoli stoccati nei silos, quali sementi e cereali. Un altro problema rilevante è, poi, quello del controllo di alcune specie alloctone che si sono diffuse in modo invasivo, provocando gravi danni all’acquacoltura e all'agricoltura: ne sono un esempio il cormorano e lo storno.
Teresa De Petro
(Cia)