Uil pensionati: come è possibile vivere il diritto alla salute?

La Uil pensionati augura a tutti i pensionati e alle persone non autosufficienti di vivere un sereno Natale con le loro famiglie.

Viviamo, purtroppo, in una realtà economica e politica neoliberista, dove i valori non si collocano più al centro dello sviluppo sia della persona sia della collettività. La frattura sociale ha portato disuguaglianze in particolare verso il Mezzogiorno.

Nei mille giorni del governo Renzi più di 200.000 emigrati italiani, quasi tutti giovani, sono stati costretti a lasciare il nostro Paese perché appesantiti dal gravame economico e finanziario.

Di contro abbiamo il 49 per cento di pressione fiscale; 500. 000 nuovi immigrati e 11 milioni d’italiani a rischio di povertà relativa e assoluta e che non si curano per difficoltà economiche.

Sembrano lontani gli scenari di un tempo non molto lontano quando si proponeva d’includere il socio-sanitario integrato. La tutela della salute è linfa anche nel sociale perché il sociale è anche salute. Questo criterio d’inclusione non sembra che sia stato inserito nella dovuta priorità in particolare nel territorio brindisino, nei dibattiti politici sia nazionali sia regionali al momento del riordino ospedaliero regionale e parlamentare nell’insediamento del nuovo governo Gentiloni.

Il diritto alla salute consiste nel poter accedere indipendentemente dal loro reddito a cure nuove per le malattie gravi e preventive che affliggono donne, uomini e famiglie. Questo, oggi, non è possibile se non si costruiscono dalla base, le alternative dovute e gli incipit sostitutivi.

Si tratta di una sofferenza e di un grido penoso sociale, dovuto all’assenza lavoro , all’umiliazione dei lavoratori e non, all’insufficienza della sanità pubblica, che le persone fragili rinunciano per la povertà crescente e i politici rinunciano ad ascoltare chi si trova nell’occhio del ciclone.

Il sindacato si chiede com’è possibile vivere il diritto alla salute, secondo la costituzione, anche come diritto sociale. La povertà dei cittadini negli ultimi dieci anni è aumentata del 141 per cento con quasi il 20 per cento della popolazione che non riesce a riscaldare la sua casa, a pagare le rate del mutuo e non compra o riduce gli alimenti per cibarsi, di già, alla seconda settimana dopo l’assegno di pensione.

È possibile vivere in un Paese in difficoltà? Rinunciare alle cure sanitarie e a iscrivere i propri figli all’università? Com’è possibile invitare le giovani famiglie ad avere figli, sapendo che non hanno né lavoro, né lavoro a tempo indeterminato, né stipendi sicuri e adeguati?

La Uil pensionati si aspetta particolare attenzione su una sanità pronta a governare l’innovazione, valorizzando la ricerca, e sul sistema sanitario, come diritto universale e garanzia per tutti del diritto alla salute pensando ai cittadini attraverso una legge che regolamenti le medicine non convenzionali e una legge che riconosca i laureati in scienze motorie, e prestando grande attenzione alla fragilità del nostro territorio per poter perseverare sulle politiche inclusione sociale per diminuire le diseguaglianze portando milioni di persone fuori da una situazione di povertà.

L’attenzione del governo dovrebbe essere orientata, in particolare per Noi del Salento. I politici dovrebbero occuparsi su alcuni pilastri fondamentali per il Sud: Lavoro, Previdenza, situazione occupazionale di quella giovanile e delle donne, della sicurezza e della legalità dei territori, dei servizi pubblici. In Puglia i giovani Neet sono più di 338 mila e gli occupati che lavorano fuori regione o all’estero sono più di 15 mila.

Brindisi vive una situazione di emergenza a causa dell’inquinamento ambientale, sanitario e sociale, senza una sanità adeguata e con una politica contesa assolutamente ingiustificata e intollerabile.

Il Piano di riordino ospedaliero per Brindisi che potremmo definire con poche luci e molte ombre, perché prevede la riconversione di tre ospedali (Mesagne, San Pietro Vernotico e Fasano) e un potenziamento dell’Ospedale di II livello del Perrino e un incremento appena di 87 posti letto (+ 17 %) e con l’attivazione di: Gastroenterologia (+10 pl), Pneumologia (+ 20 pl) e di Lungodegenti (+ 20 pl).

Noi non vogliamo che la salute e il sociale restino ai margini della politica territoriale. Brindisi ha bisogno del Sud come il Sud ha bisogno di un Governo nazionale che possa rispondere alle nostre esigenze e ai nostri bisogni. Per la Uil pensionati territoriale non è possibile che il brindisino paghi tasse, solo tasse e sempre tasse, tagliando servizi senza un ristorno né nel diritto al lavoro, né nel diritto alla sanità, alla salute e in quello di avere un ambiente sano che, secondo il dettato della nostra Repubblica, sono i principi fondamentali della Costituzione.

Il segretario Tindaro Giunta

 

 

 

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