La Uil, un impegno contro il declassamento della Base Navale di Brindisi
Dopo appena due anni dalla riorganizzazione dell’assetto operativo-logistico si abbatte inesorabilmente un nuovo colpo di scure sulla Base Navale di Brindisi.
Le innumerevoli lotte sindacali poste in essere dai lavoratori, nel recente passato, avevano scongiurato la chiusura dello Stabilimento convincendo lo Stato Maggiore della Marina Militare a procedere al potenziamento dello stesso, progetto successivamente realizzato. Sicuri di aver raggiunto un ottimale e definitivo ruolo di supporto logistico per le esigenze dei reparti navali operativi da sempre di stanza a Brindisi con la costituzione del nuovo Comando “MARISTANAV”, improvvisamente ed unilateralmente lo Stato Maggiore della Marina, con un semplice Foglio di Ordine Militare (FOM), lo ha declassato a reparto di Maristanav Taranto a partire dal 1 Gennaio 2017.
La UIL e la UIL-PA di Brindisi respingono tale decisione che potrebbe causare il ridimensionamento del ruolo con la conseguente perdita dell’autonomia amministrativa e la probabile chiusura di alcuni reparti di lavoro. Per il territorio brindisino sarebbe un ulteriore irrecuperabile danno all’economia locale, oltre ad incrementare la tanto precaria situazione occupazionale. L’assurdo del nuovo scenario si evidenzia in termini inequivocabili nelle profonde contraddizioni che costantemente si registrano in questa vicenda.
Circa un mese fa la senatrice Durante, Presidente della Commissione Parlamentare Difesa, in occasione della visita nella sede di Brindisi confermava l’eccellenza dei reparti Maristanav ed il sicuro potenziamento di tutti i servizi. Chiedeva, inoltre, alle OO.SS. presenti di conoscere eventuali criticità, con l’impegno di esaminarle in Commissione, al fine di trovare adeguate soluzioni.
Analogo atteggiamento era stato assunto qualche settimana fa dall’ammiraglio Vitiello che nel suo discorso di saluto al personale aveva elogiato il ruolo importante di Maristanav Brindisi per il prezioso supporto che svolge per l’approntamento operativo delle unità navali e prospettava l’opportunità di suggerire agli organi centrali del Ministero della Difesa di dotare la Base di Brindisi di un ulteriore Bacino di carenamento per meglio soddisfare le sempre crescenti richieste di interventi tecnici.
Ci chiediamo: a cosa è servito il notevole investimento economico effettuato recentemente per la sede di Brindisi, al fine di adeguare e potenziare le infrastrutture alle crescenti necessità tecnologiche? È possibile che, all’improvviso, si tenta di annullare quanto era stato realizzato?
In una realtà come quella brindisina che da oltre un decennio assiste alla costante chiusura, ridimensionamento e/o trasferimento di importanti attività industriali e di enti pubblici è sicuramente giunto il momento di dare una svolta al proprio modo di essere.
E’ evidente che la UIL e la UIL-PA territoriale, regionale e nazionale non rimarranno indifferenti di fronte a questo ulteriore tentativo di recare danno all’economia brindisina, con la possibile perdita di altri posti di lavoro, intraprendendo adeguate azioni che saranno decise con i lavoratori interessati.