Manifesto Quattro Ottobre: pedofilia, le parole di Francesco interpellano anche le chiese di Brindisi
La stampa nazionale e i telegiornali del 13 febbraio hanno dato ampio risalto a una notizia: papa Francesco ha scritto una prefazione a un libro
dal titolo “La perdono, padre” (Edizioni Piemme) di un ex sacerdote svizzero, Daniel Pittet, poi sposato e padre di sei figli, nel quale racconta di essere stato vittima, da bambino, di abusi da parte di un prete.
“Descrive i traumi, scrive il papa, che ancora persistono a distanza di anni e racconta” come e perché “ha scelto di incontrare il suo aguzzino quarantaquattro anni dopo, e di guardare negli occhi l’uomo che l’ha ferito nel profondo dell’animo. E gli ha teso la mano...”.
Della breve prefazione del Papa, che nel suo stile semplice e chiaro definisce la pedofilia una “una terribile zona d’ombra nella vita della Chiesa”, sottolineiamo queste affermazioni:
“Alle loro famiglie (n.d.r.: delle vittime della pedofilia) porgo i miei sentimenti di amore e di dolore e, umilmente, chiedo perdono. Si tratta di una mostruosità assoluta, di un orrendo peccato, radicalmente contrario a tutto ciò che Cristo ci insegna”.
“Abbiamo dichiarato che è nostro dovere far prova di severità estrema con i sacerdoti che tradiscono la loro missione, e con la loro gerarchia, vescovi o cardinali, che li proteggesse, come già è successo in passato”.
“Ringrazio Daniel perché le testimonianze come la sua… aprono la strada a una giusta riparazione e alla grazia della riconciliazione, e aiutano anche i pedofili a prendere coscienza delle terribili conseguenze delle loro azioni”.
La nostra chiesa locale di Brindisi-Ostuni (laici, preti e vescovo, insieme) può far tesoro di questo testo che papa Francesco ha scritto per indicare concretamente la via per affrontare un problema drammatico che l’ha coinvolta in questi ultimi mesi. A mons. Caliandro, ancora una volta, diamo la nostra disponibilità perché, senza voler giudicare nessuno, con un puntuale riferimento alla severità e alla misericordia del Vangelo, sia abbattuto “il muro di silenzio che soffoca gli scandali e le sofferenze” anche nella nostra chiesa locale. Perché queste situazioni “pesano sul mio cuore, sulla mia coscienza e su quella di tutta la Chiesa”, scrive il papa. E, confermiamo, pesano anche su molti di noi.
Gruppo "Manifesto4ottobre"