Per Macchia (CGIL) occorre un tavolo per sottoscrivere un Patto Territoriale per Brindisi

I lavoratori delle ditte appaltatrici del petrolchimico di Brindisi da anni vivono una situazione di precarietà non più rinviabile, attesa anche la forte crisi presente nel settore che di fatto già ne discrimina le attività.

Ogni qualvolta vi è il cambio di appalto si ripresenta le medesima problematica relativa alla clausola sociale, sebbene le rispettive condizioni di cantiere siano sempre le stesse e non vi sia alcuna necessità di far vivere nell’eterna precarietà una platea consistente di lavoratori diretti e dell’indotto.

Proprio al fine di arginare questa problematica sin dal 2009 veniva sottoscritto in Prefettura, fra Amministrazioni, Enti, Associazioni Imprenditoriali e OOSS un Protocollo teso a salvaguardare i livelli occupazionali nei passaggi di cantiere e ad assicurare rispetto della legalità e sicurezza del lavoro, protocollo che veniva recepito nel 2014 in Consiglio Comunale a Brindisi e con cui ci si impegnava ad attivare un gruppo di lavoro e monitoraggio alla presenza dei rappresentanti Comunali, vertici gruppo Eni, Prefetto, Parti Sociali ed Ispettorato del Lavoro.

Il tutto finalizzato all’applicazione della Clausola Sociale per la salvaguardia dei livelli occupazionali nei passaggi di cantiere, da inserire nelle gare di affidamento dei lavori alle ditte appaltatrici, in uno alle clausole tendenti a garantire il rispetto e la sicurezza del lavoro quale criterio da tener conto, nell’ambito di gare, superando la modalità del massimo ribasso.

Ciò nonostante, anche alla luce dei solleciti effettuati dalle OOSS affinchè si venisse a costituire il gruppo di lavoro concordato in Consiglio Comunale ad oggi siamo sempre al punto di partenza.

A differenza dell’atteggiamento tenuto in Basilicata – regione in cui in data 05.10.2012 Eni sottoscriveva un Protocollo d’Intesa con Regione, Enti e OOSS con cui, fra gli altri e nel rispetto della normativa Comunitaria e del Codice degli appalti, si impegnava ad inserire nei documenti di gara la specificazione recante l’impegno ad utilizzare prioritariamente gli stessi lavoratori del recedente affidatario, nonché la procedura a salvaguardia dei livelli occupazionali – e del proprio Codice Etico – paragrafo 3.3 in cui espressamente prevede la contribuzione fattiva alla promozione della qualità della vita, allo sviluppo socio economico delle comunità in cui opera ed alla formazione di capitale umano e capacità locali – Eni a Brindisi non ha inteso sottoscrivere un accordo Territoriale teso alla valorizzazione e salvaguardia delle risorse umane.

Adesso, a ridosso dei vari passaggi di cantiere in cui ancora una volta nei documenti di gara non è stata prevista alcuna specificazione relativa alla salvaguardia del personale esistente, è giunto il momento di porre in essere quelle azioni positive da troppo tempo disattese.

Brindisi ha necessità di una interlocuzione effettiva e non fittizia con coloro che fanno impresa nel nostro territorio.

Con la presente, si chiede un tavolo che permetta la soluzione delle problematiche relative alla precarietà dei lavoratori di questo settore ed assegni loro la giusta dignità e sicurezza.

Segretario Generale CGIL Brindisi

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