Magno di legambiente: Ecoergite ... solo interessi personali

Vi sono due novità che appaiono sullo scenario del “sistema rifiuti” in Brindisi e che meritano una veloce analisi:

-il primo relativo alla  presentazione del nuovo impianto proposto da Edipower-A2A per il trattamento dei RSU, residuali delle raccolte differenziate e brevettato con il sinonimo di “Energite”;

 

-il secondo, relativo all’ordine del giorno presentato da alcuni consiglieri comunali ed in maniera bipartizan.

Ecoergite, proposto da Edipower-A2A, rappresenta un sistema di trattamento, separazione e costituzione di un CSS/combustibile finalizzato solo ed esclusivamente alla co-combustione con il carbone, in un gruppo della centrale di Brindisi Nord.

Così come riportato nel comunicato stampa dell’azienda, l’unica novità che si registra è relativa all’enfasi con la quale si tende a far passare un progetto brevettato, come frutto di una grande capacità intuitiva.

Ciò viene smentito dalla Determinazione Dirigenziale n. 206 del 12/02/2009 con la quale la Provincia di Brindisi rilasciava “parere favorevole” alla compatibilità ambientale ad un progetto, presentato dalla GreenAGORA’ Srl e della quale lo scrivente era presidente e progettista, secondo il quale era possibile recuperare “a freddo” tutte le componenti costituenti l’allora CDR  e fino a percentuali di recupero superiori al 95-97%.

Tale progetto era stato presentato alla Provincia in data 17/01/2008 (ben 6 anni fa) ed il parere favorevole rilasciato oltre un anno dopo (12/02/2009); ritardo che ha portato a perdere i finanziamenti concordati e promessi da un importante istituto americano.

Quindi nulla di nuovo dal punto di vista tecnologico, se non un interesse precipuo di Edipower-A2A di tornare sul mercato energetico nazionale inventandosi, con la complicità del Governo Monti, la co-combustione del “prodotto” ottenuto dal trattamento dei RSU (CSS/com-bustibile) con il carbone e riportando in vita una centrale (Brindisi Nord) destinata, in termini autorizzativi e efficienza (minore del 34%) a chiudere definitivamente il proprio ciclo di vita.

Il comunicato stampa di Edipower evidenzia alcuni aspetti dell’impianto proposto e, per primo, si riporta che verranno trattati i Rifiuti Solidi Urbani (RSU), residuali delle raccolte differenziate; ciò in evidente contrasto con quanto sempre affermato dall’azienda in merito al non utilizzo di RSU; se ne prende atto.

Verranno eliminate le c.d. “plastiche pesanti” e quindi quelle “clorurate” che nel mentre miglioreranno la classificazione del CSS/combustibile per la componente “cloro”, la peggioreranno per la componente relativa al “potere calorifico”; ciò comporta che il  rapporto relativo alla “sostituzione” del carbone con CSS/combustibile al 10%, in termini “termici” e non di “massa”(intesa come quantità!) è insostenibile!

Quindi se a “pieno carico” il gruppo della centrale prevedeva 130 t/h di carbone e 16,6 t/h di CSS (con un rapporto del 12,8% e non del 10% come dichiarato!), con l’attuale previsione il quantitativo di CSS sarà molto maggiore; il “quanto maggiore” lo fornisce la stessa azienda nel momento in cui afferma che vi sarà una riduzione di ben il 74% di carbone (sic!).

In definitiva, per compensare il minore potere calorifico che ha il CSS-Ecoergite sarà necessario, a “pieno carico” utilizzare ben 110 t/h di CSS-Ecoergite e solo 36,6 t/h di carbone.

Bisogna ammettere che è un bel guadagno per l’azienda che, fra l’altro, sarà sicuramente chiamata, dal Gestore della rete elettrica, ad immettere la propria energia.

Quanto sia il guadagno per la popolazione e per il territorio è tutto da definire, fatto salvo che vi è una personale e ferma opposizione, pur coscientemente capace di intendere che il mio giudizio non conta nulla!

Sottoscriverei, invece e virtualmente, l’ordine del giorno presentato dai Consiglieri comunali che, se pur datato in termini temporali rispetto al progredire delle tecnologie, presenta due aspetti di grande rilevanza e che possono essere entrambi realizzati con il “sistema” impiantistico presente a Brindisi e con solo adeguate integrazioni tecnologiche.

L’impianto di CSS (non esiste più nel glossario comunitario e nazionale dei rifiuti il termine CDR, sostituito per norma dal CSS), di proprietà comunale, opportunamente adeguato è in grado di separare e portare a recupero tutte le componenti costituenti il CSS (plastiche nei vari polimeri, fibre tessili e legnose, carte e cartoni), senza alcuna necessità di utilizzarlo per la combustione.

E’ anche possibile ottenere la totale eliminazione dell’uso della discarica utilizzando la componente organica presente nel RSU, che viene biostabilizzata nell’attuale impianto di CSS di Brindisi, attraverso un processo di produzione di calore ed energia e che immette in atmosfera solo “gas d’acqua”.

Con ciò altro che “pomposa” riduzione prevista da Edipower-A2A per l’abbattimento di SO2, NOx, CO2 e polveri.

Il dubbio, legittimo, è sulla capacità intuitiva della componente politica e tecnica del Comune di saper cogliere le opportunità (risorse) previste dalla Regione e sulla capacità di saperle rendere “socialmente utili” attraverso la riduzione della tariffa sui rifiuti.

Il secondo interessante aspetto dell’Ordine del giorno è posto in termini dubitativi, per i Consiglieri, chiedendo loro fino a che punto è necessario effettuare la raccolta differenziata?

Ancor più quando il materiale differenziato non costituisce una risorsa appartenente al pubblico?

Francesco Magno

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