Salute pubblica: ad aprile picchi di anidride solforosa e benzene.
Intorno a tutti gli inceneritori del mondo si ritrovano diossine e metalli pesanti, ma intorno a quello di Brindisi queste sostanze sono assenti, scrivono i suoi esercenti. Intorno alle centrali a carbone di tutto il mondo si ritrovano metalli pesanti, IPA e sostanze radioattive, ma intorno a quelle di Brindisi di queste sostanze non si hanno notizie. Qualche giorno fa le centraline dell’ARPA hanno misurato anidride solforosa circa 10 volte più alta del solito e benzene 5 volte le misure ordinarie.
Tutto nella norma, ovviamente, perchè l’asticella della norma è messa abbastanza in alto dal legislatore, che nelle orecchie ha più le voci dei produttori che dei poveri cristi. In effetti i poveri cristi possono sopportare dosi molto più alte di anidride solforosa ma i soggetti asmatici sono ipersensibili e stanno male anche alle concentrazioni misurate l’11 aprile scorso. La puzza si sentiva in molti quartieri della città, al Perrino, a Bozzano e al Centro sicuramente.
Sono pervenute segnalazioni di bambini ritirati da scuola per sintomi asmatici e accompagnati in pronto soccorso, di altri che hanno accusato mal di stomaco. Chissà quanti bambini o adulti asmatici si sono sentiti male.
Se interessasse a qualcuno, per esempio a chi dovrebbe tutelare la salute pubblica, si potrebbero verificare eventuali aumenti del numero di assenze a scuola, a lavoro e degli accessi al pronto soccorso, come fanno in altre parti del mondo. Le centraline ovviamente misurano in un punto e quindi quel valore non vale per altri punti della città dove potrebbero esserci anche valori più alti. A Brindisi è stato condotto uno studio che dimostra, come peraltro riscontrato in altre città, che all’incremento di alcuni macroinquinanti , anche nei limiti di legge, aumentano ricoveri e decessi per malattie cardio-respiratorie.
Ci chiediamo perchè si debbano rincorrere i dati ambientali e sanitari, quei pochi che sono pubblicati, quelli sottratti all’oblio ed all’occultamento, quelli che resistono agli attacchi della grande industria, cercare evidenze di malattie e morti da inquinamento industriale per dimostrare un danno e convincere le istituzioni a cambiare rotta.
E perchè gli abitanti dei quartieri Perrino, Bozzano, Materdomini e Tuturano debbano sottostare alle emissioni di sostanze così pericolose. Sarebbe sufficiente comprendere che si potrebbe vivere anche producendo beni per i quali non è necessario tenere costantemente, per mezzo secolo e per chissà per quanti decenni ancora, decine di migliaia di lavoratori e cittadini sotto una cappa di inquinanti tra cui alcuni cancerogeni. I lavoratori di quel che resta di questo sistema industriale sostengono che è possibile coniugare ambiente e lavoro.
Anche essi devono sottostarsi alla logica per cui o si produce emettendo sostanze nocive e cancerogene oppure non si può lavorare e vivere. Lavoratori e cittadini sono sotto lo stesso ricatto, salute e lavoro, pane e morte. Non si tratta di contrattare come produrre, ma che cosa produrre. E’ una strada difficile ma se lavoratori e cittadini non si alleano per sottrarsi al ricatto, la logica dei limiti rispettati e della salute travolta continuerà a sopravvivere.
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