Trenta associazioni ambientaliste scrivono al prof. Forastiere

Al Prof. Francesco Forastiere, Dirigente del Settore Epidemiologia Eziologica ed Occupazionale del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio e Responsabile Scientifico di uno studio su Brindisi e Taranto nell'ambito dell'Attività del Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia

 

e p.c.

Al Presidente della Giunta Regione Puglia, on Nicola Vendola

Al Direttore Scientifico del Progetto Ionico Salentino del Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia, Prof. Giorgio Assennato

Al Direttore Generale della ASL di Brindisi , dott. Giuseppe Pasqualone

Al Presidente della Provincia di Brindisi, Prof. Maurizio Bruno

Al Sindaco di Brindisi, dott. Cosimo Consales

Oggetto: L'indagine epidemiologica a Brindisi. Lettera aperta.

Negli anni scorsi diverse associazioni hanno raccolto a Brindisi oltre 10.000 firme per la realizzazione di una indagine epidemiologica. La Regione Puglia, con delibera n. 1120 del 4 giugno 2014 ha inteso attivare una collaborazione con il gruppo di ricerca da Lei guidato "finalizzata all’aggiornamento dello studio di coorte residenziale gia condotto su Taranto e ad avviare un’analoga attività nell’area di Brindisi". Questo sia per i suoi indiscutibili meriti scientifici sia perchè Lei è stato coautore dell'indagine epidemiologica effettuata a Taranto per ordine del GIP dott.ssa Todisco, nell'ambito del procedimento penale tutt'ora in corso, contro ILVA ed altri responsabili istituzionali locali. Procedimento che ha messo inequivocabilmente in luce gravi danni alla salute dovuti all'inquinamento industriale (già provati in sede di incidente probatorio) e prospettato gravi ritardi e connivenze istituzionali (questi ultimi, però, dovranno esser sottoposti al vaglio dibattimentale).

Ci rivolgiamo a Lei come Responsabile Scientifico dello studio facendo appello alla sua responsabilità di scienziato e ricercatore pubblico perchè, dopo aver valutato i contenuti di questa lettera, li tenga in considerazione quando dovrà dare attuazione all'accordo di collaborazione con la Regione Puglia nella parte che prevede ogni sei mesi la produzione di "una relazione di aggiornamento che illustri l'andamento delle ricerche ed i risultati parziali ottenuti oltre alla conferma od eventuale revisione della programmazione".

 Siamo consapevoli ed informati dei danni che produce l'inquinamento. Sia esso dell'aria, dell'acqua o del suolo. Così come siamo consapevoli ed informati che lavorazioni nocive in fabbrica, come lo è stata per esempio la lavorazione del CVM ospitata a Brindisi, od esposizioni occupazionali ad amianto costituiscano per i lavoratori un maggior rischio di contrarre malattie e di morte prematura.

Siamo consapevoli e informati del fatto che certamente ciò che per la scienza è dannoso in tutto il mondo, lo è anche a Brindisi.

Siamo consapevoli e informati che i fondamentali principi vigenti in materia di azione ambientale, e dunque di salute pubblica, della precauzione, dell'azione preventiva, della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all'ambiente, nonché quello per cui “chi inquina paga”, a Brindisi, per decenni sono stati sistematicamente calpestati.

Siamo dunque certi che anni di esposizioni nocive dei nostri lavoratori, anni di convivenza della nostra popolazione con discariche nelle quali non vi è alcuna forma di vita e con centrali ad olio combustibile, con centrali a carbone e con torce utilizzate come inceneritori abbiamo lasciato e continuano a lasciare un'eredità di malattie e morte.

Ciò che vogliamo conoscere è “il quanto“ questa terra ha dato.

Abbiamo appreso, dalle parole di un suo illustre collega, il prof. Biggeri, di un altro modo di fare epidemiologia.

Un modo che si sta sperimentando in diversi posti nel mondo e, in Puglia, nella città di Manfredonia, città gemella della nostra Brindisi in quanto a produzioni nocive, a rischi ambientali e ad esplosioni. Lì nel 1976 una nube tossica investì la città di arsenico. Da noi, nel 1977, uno scoppio nel petrolchimico uccise 3 operai.

Quest'altro modo di fare epidemiologia consiste nel condividere con la popolazione, fin dall'inizio, gli obiettivi dell'indagine ed il suo disegno. Ciò è tanto più importante in un momento in cui la Regione Puglia sta per stabilire le attività del Centro Salute e Ambiente nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto con uno stanziamento di 5,2 milioni di euro, per le quali non ci risulta sia stata condotta una consultazione dei Comuni e delle popolazioni locali.

Abbiamo appreso come dall'Australia a Manfredonia è possibile che la popolazione non debba rimanere solo e semplicemente ad aspettare alla finestra che il tecnico si pronunci, ma possa essere chiamata ad un ruolo attivo. A partecipare. La popolazione, dunque, non più soggetto passivo della ricerca ma parte attiva e dirigente, in quanto anch’essa portatrice di conoscenza.

Ed allora, per la grande stima che riponiamo nello scienziato che si è contraddistinto in un processo per noi importantissimo, come quello che si svolge in una città consorella, Taranto, Le chiediamo se anche a Brindisi sia possibile che la popolazione venga intanto informata dell'indagine in corso e divenga, soprattutto, parte attiva di un percorso di conoscenza.

Del resto, è sulla nostra pelle il dolore delle centinaia di operai che hanno sacrificato la loro vita in produzioni nocive. Riguardano noi e i nostri concittadini le malattie che si associano a benzene ed alle emissioni di mercurio, cadmio ed anidride solforosa. Tutte sostanze emesse anche dall'industria brindisina.

C'è un aspetto, in particolare, che ci ha colpito dell'indagine che si svolge a Manfredonia. Sin d'ora la cittadinanza è chiamata di fatto a riflettere sul “giorno dopo”. E' chiamata, cioè, a ragionare sul che fare il giorno dopo la comunicazione dei risultati epidemiologici. Ragionare sui possibili scenari. Vorremmo farlo, con i tecnici, anche a Brindisi, immaginando per esempio tre scenari.

Scenario A.

Che cosa Lei e la Sua équipe suggerirete di fare alle autorità alla luce di assenza di evidenze scientifiche circa un effetto sanitario dell'inquinamento a Brindisi? Abbandonare del tutto la strada della conoscenza e, soprattutto, del risanamento e della bonifica? Questo è quanto hanno fatto fin'ora. Il loro immobilismo passato sarebbe di fatto legittimato dai risultati dell'indagine. Oppure potremmo non escludere sin d'ora incertezze nell'indagine, che, quindi, non necessariamente ci consegnerebbe la verità assoluta?

Scenario B.

Che cosa Lei e la Sua équipe suggerirete di fare alle autorità alla luce di criticità sanitarie non chiaramente riconducibili alle industrie presenti in città? Si chiederanno nuovi indagini o quelle stesse autorità, secondo Voi, dovranno comunque adoperarsi per assumere decisioni che finalmente salvaguardino la salute pubblica?

Scenario C.

Cosa dovranno fare, secondo il Vostro giudizio, le autorità alla luce di criticità sanitarie chiaramente riconducibili alle industrie presenti in città? Alzare finalmente la testa e chiederne i danni?

Ecco. Noi di tutto ciò abbiamo bisogno di discutere con Lei e i suoi tecnici.

Con stima

Brindisi, 17 aprile 2015

Ass. Salute Pubblica, Ass. No al carbone, Forum Ambiente Salute e Sviluppo, Fondazione Antonio Di Giulio, Ass. Brindisi Cuore, Mov. Passeggino Rosso, Mesagne Bene Comune, ACLI Città di Brindisi, Legambiente Brindisi, Camera Forense Ambientale Lecce, Azione Cattolica Italiana Diocesi di Brindisi e Ostuni, Gruppo Amici di don Tonino Bello, ACLI Provinciale Brindisi, Emergency Gruppo Territoriale Provincia Brindisi, Acli Arte e Spettacolo Brindisi, Unione Sportiva ACLI, Ass. Un'altra Famiglia Torchiarolo, Gruppo "La Sita" Torchiarolo, "A.I.D." Torchiarolo, "Idea Suono" Torchiarolo, "Pro Loco" Torchiarolo, Protezione Civile Torchiarolo, Avis Torchiarolo, Associazione Esposti Amianto, AVULSS (Associazione per il Volontariato Socio-Sanitario), Associazione Retinopera Salento, Ass. Jonathan Brindisi, Ass. La Fenice Brindisi, Ass. ACAT, Ass. San Lorenzo da Brindisi.

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