No al carbone scrive a Bozzetti e chiede quattro cose

Al Consigliere Regionale Gianluca Bozzetti Spett.le Consigliere, visto oramai l’avvenuto insediamento della giunta e sbrigate tutte le formalità istituzionali, le scriviamo per sollecitare il suo intervento,

come rappresentante del territorio di Brindisi, sulle criticità che come movimento riteniamo non più procrastinabili. Nello specifico seguono quattro richieste su altrettante questioni fondamentali per lo sviluppo di questo territorio e soprattutto per le generazioni future.

1 Sant’Apollinare. Il progetto denominato “opere di completamento accosti portuali per navi traghetto e ro-ro di S. Apollinare nel porto di Brindisi”, è stato inserito nella variante al piano regolatore portuale approvata con D.G.R. n. 1190 del 04.08.2006. Dopo alcuni adeguamenti tecnici e discutibili passaggi amministrativi, è stato oggetto di autorizzazione paesaggistica con D.G.R. n. 2492 del 27.11.2012, concessa in deroga alle prescrizioni del vigente PUTT/P regionale. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare aveva già determinato con nota prot. 16338 del 7 luglio 2011 l’esclusione del progetto di adeguamento tecnico funzionale dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). E’ seguito il parere favorevole del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, quello dell’Autorità di Bacino della Puglia ed il parere paesaggistico in deroga della Giunta regionale. In ultimo, l’approvazione della Giunta. Secondo il proponente, questo porterebbe ad adeguare l’offerta di attracchi in vista di una eventuale crescita della domanda. Una scelta “strategica” che però non viene supportata da alcun elemento di analisi e di proposta, dando per scontata, tra l’altro, la presenza ingombrante e nociva dell’attuale traffico industriale ed energetico, che non viene quindi minimamente messo in discussione. Al contrario, con una seria pianificazione e progettazione, oltre a prevedere una prossima “liberazione” dal traffico di carbone sia del porto che di tutta la costa a sud di Brindisi, si potrebbero utilizzare al meglio gli enormi spazi già esistenti (compreso il riempimento di circa 15 ha realizzato nel porto esterno in località Capo Bianco), oltre a quelli che si potrebbero recuperare a breve (basti pensare all’area di circa 40 ha della centrale elettrica ex Edipower). Per questi motivi e per quelli che potrà trovare nel dossier in allegato, chiediamo un suo rapido intervento per richiedere la revoca dell'atto in deroga di autorizzazione paesaggistica.

2 Edipower. A titolo riepilogativo ricordiamo che per la centrale A2A (ex-edipower Brindisi Nord), è stato già previsto dal Ministero dell’ambiente il progetto di demolizione dei gruppi 1 e 2 (caldaie, precipitatori elettrostatici, condotti fumo e ciminiera) e della stazione elettrica - sezione a 220 kV della centrale di Brindisi Nord, con parere 6 marzo 2015 - http://www.va.minambiente.it/itIT/Oggetti/Info/1407. Inoltre, in data 14 aprile 2015, a seguito della conferenza dei servizi decisoria, Provincia, Comune, Arpa e consorzio Asi hanno espresso parere negativo riguardo al nuovo piano industriale presentato da "A2A Ambiente" sulla centrale Edipower di Brindisi Nord. Per questi motivi le chiediamo di richiedere all’assessore competente ed alla giunta di esprimersi in merito. COMITATO NO AL CARBONE No al carbone Via per Restinco, 43 72100 BRINDISI e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Tel: 347 1215459–3402813059–327 5785185 web: noalcarbonebrindisi.blogspot.it

3 Enel. A seguito dello studio redatto dai ricercatori Cristina Mangia, Marco Cervino ed Emilio Gianicolo del Cnr di Lecce e Bologna dal titolo: “Impatto sulla salute della popolazione del particolato secondario originato da una sorgente industriale”, è emerso che almeno 44 decessi l’anno sono attribuibili agli inquinanti della centrale Federico II di Enel. Inoltre, pochi giorni dopo, la stessa Centrale è tornata al centro delle cronache per il contestato certificato Emas (Eco Management and Audit Scheme), rilasciato sulla base del parere favorevole degli uffici provinciali dell’Arpa e che come confermato dallo stesso direttore Dott. Assennato: “per il pieno rispetto della legalità ambientale” l’impianto Enel di Brindisi non avrebbe mai dovuto ricevere. La centrale a carbone di Brindisi ha ricevuto la certificazione il 24 marzo 2015 e al momento, nonostante la revoca in autotutela del parere dell’Arpa, ne gode ancora come risulta dal sito dell’Ispra (http://www.isprambiente.gov.it/it/certificazioni/emas/elenco-organizzazioni-registrateemas/enel-produzione-s.p.a ). Sull’argomento, lei Consigliere è stato molto chiaro, così dichiarava a mezzo stampa il 16 luglio scorso: “Sarà mia premura, subito dopo l’insediamento, chiedere ufficialmente lumi sull’accaduto e sull’operato dell’agenzia; anche in merito ad alcune spese sostenute per ricerche dai risultati, a mio parere, controversi. Chiederò che i prossimi investimenti si focalizzino innanzitutto sul monitorare seriamente le emissioni di inquinanti di cui da troppo tempo è vittima la mia città, sia da parte di Enel che del Petrolchimico, ma non solo. Non è più concepibile voler far passare come non dannose le emissioni di questi impianti. Serve urgentemente una rete di monitoraggio capillare ed efficiente dal punto di vista sia quantitativo che qualitativo.” Forti dunque delle sue dichiarazioni, le chiediamo se ha ad oggi avuto un qualche riscontro o se almeno abbia provveduto ad inoltrare richiesta di chiarimenti agli uffici preposti.

4 Micorosa. A breve partiranno i lavori di messa in sicurezza del sito – cifra stanziata pari a 40 milioni di euro, gara aggiudicata con un ribasso del 74% ed impugnata presso il TAR di Lecce per illegittima procedura di aggiudicazione - oltre gli ulteriori 25 stanziati recentemente dal CIPE per una serie di interventi di bonifica da realizzare all'interno del Sito di Intesse Nazionale di Brindisi. Sul suo blog, in un articolo del 6 marzo 2015, lei e gli altri all’epoca candidati 5 stelle, sottolineavate l’assurdità dell’intervento dello Stato per la bonifica di aree che dovrebbero, secondo le direttive europee ed il principio di “Chi inquina paga”, ricadere sulle aziende che questo danno lo hanno causato. Vorremmo dunque conoscere la sua posizione in merito e quali azioni ha intenzione di mettere in campo per la salvaguardia del nostro territorio. Visto anche i temi che hanno caratterizzato la sua campagna elettorale, siamo certi, che non solo sia già a conoscenza di queste criticità, ma che si adoperi tempestivamente per scongiurare ennesimi traumi per la collettività . In attesa di una sua risposta, restiamo a disposizione.

Comitato No al carbone

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