Salvatore Ceccarelli alla "notte verde" di Castiglione d'Otranto: biodiversita', salute e democrazia

È diventata la Notte Verde più importante del Sud Italia, sempre più fedele ai valori su cui si fonda e sempre più legata alla terra.

Non un evento come gli altri, ma “l’evento” per chi ha a cuore il mondo dell’agricoltura organica, dell’eco-artigianato, della tutela del territorio e della biodiversità locale, della salute e dell’ambiente. Si è svolta a Castiglione d'Otranto (Le) sabato 29 agosto, la “Notte Verde- AgriCultura & Sviluppo Sostenibile”,per la quarta edizione, preceduta da una due giorni di “Preludio alla Notte Verde”, il 27 e 28 agosto, con due workshop: il primo sulla bioarchitettura con la presentazione della prima casa in calce canapa del Salento; il secondo sulle alternative all’uso dei pesticidi.

Il progetto Notte Verde è ideato dal Comitato omonimo, che racchiude le esperienze più vive e dinamiche del tessuto associazionistico di Castiglione: Casa delle AgricUlture Tullia e Gino, che si occupa del coordinamento; Auser; Knidè; Cavalieri del Salento; Cooperativa Ulisside.

Partner dell'iniziativa: Comune di Andrano, Parco Regionale Otranto- S.M. di Leuca- Bosco di Tricase, Csvs, Fondazione Girolomoni, Assocanapa, South Hemp Tecno, Salento Km0, Arap, PresenteèFuturo, Città Fertile, Ciclofesta, Odsa, Banca dei semi salentina, Sac Porta d’Oriente, Sunergy.

Quest'anno c'è stato un ospite d’eccezione, Salvatore Ceccarelli, genetista di fama mondiale, ex docente all’Università di Perugia, da oltre trent’anni al fianco dei piccoli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo. È tra i grandi nomi che contribuiscono alla lotta per la conservazione della biodiversità, accanto a Vandana Shiva, Slow Food, Movimento per la Decrescita felice. Ceccarelli è colui che pratica la ricerca scientifica partecipata, coinvolgendo direttamente i contadinidi Giordania, Siria, Iran, Egitto, Algeria, Eritrea, Etiopia, Yemen, per selezionare in maniera naturale le varietà più adatte ai singoli climi e suoli, in particolare per rispondere alla sfida del cambiamento climatico e per combattere la piaga della fame. La sua esperienza è alla base del “miglioramento genetico evolutivo”, connesso con il “miglioramento genetico partecipativo” raccomandato dall’Onu: è una strategia sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale e serve a produrre dalle mani degli agricoltori e non in laboratorio il cibo per la popolazione futura.

Nel corso dell'incontro è stato presentato anche il suo libro "Produrre i propri semi, manuale per accrescere la biodiversità e l'autonomia nella coltivazione delle piante alimentari, (Libreria Editrice Fiorentina, 2015).

Di seguito l'intervento di Salvatore Ceccarelli intervistato da Tiziana Colluto, giornalista nonché volontaria della Casa delle Agriculture "Tullia e Gino".

Scritto da Salute Pubblica il 31 AGOSTO 2015

 

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