Comunicato stampa no al carbone - presentato esposto

In questi anni abbiamo intrapreso numerose iniziative per la tutela dell’area portuale

ed in particolare per la salvaguardia delle zone di Sant’Apollinare e Punta Le Terrare, minacciate da interventi devastanti che, tra l’altro, ne impedirebbero la valorizzazione culturale, paesaggistica e turistica. Riteniamo infatti che l’assetto dell’area portuale e le attività che vi si svolgono, hanno notevoli ripercussioni sul generale contesto territoriale, dal punto di vista urbanistico, ambientale, economico, sociale e sanitario.

Dopo la pubblicazione di un dossier informativo (consultabile qui) sulla storia del sito e sull’iter del progetto di banchinamento per tre attracchi per traghetti ro-ro, abbiamo incontrato le istituzioni coinvolte nell’iter autorizzativo: Regione Puglia, Amministrazione Provinciale e Amministrazione Comunale, tutti concordi nel dire che quegli attracchi, se proprio necessari, potrebbero essere trovati altrove. Già durante l’incontro avvenuto il 17 marzo con il Sindaco e l’assessore Luperti, avevamo anche discusso dei lavori di adeguamento stradale e security avviati dall’Autorità Portuale presso Sant’Apollinare appena pochi giorni prima.

Nel frattempo i lavori sono andati avanti senza controllo fino alla costruzione di una pensilina di notevoli dimensioni, in adiacenza all’area sottoposta a vincolo archeologico di Punta Le Terrare in un’area ubicata all’interno dei 300 mt dalla linea di battigia. Il 3 settembre 2015 la Soprintendenza Archeologica della Puglia ha chiesto all’Autorità Portuale di sospendere i lavori.

 

Dopo sopralluoghi e richieste di accesso agli atti alle istituzioni interessate, considerato che i lavori e le opere in esecuzione da parte dell’Autorità Portuale ricadono anche in area paesaggisticamente vincolata e che dagli atti esistenti non risulta alcuna autorizzazione paesaggistica prevista obbligatoriamente dalla normativa in vigore, considerato inoltre che le opere in cemento sono state costruite in un’area di rispetto delle componenti culturali e insediative (area archeologica di Punta Le Terrare), abbiamo ritenuto opportuno presentare un esposto per accertare eventuali responsabilità in relazione agli interventi in atto, e che vengano posti in essere i provvedimenti ritenuti opportuni per scongiurare danni ai beni paesaggistici sui quali insistono le opere attualmente realizzate che secondo la normativa vigente non potrebbero comunque essere mai sanate.

Tutta la zona di S. Apollinare e Punta delle Terrare insieme al capannone ex Montecatini hanno un grande valore storico, archeologico e paesaggistico. Abbattendo i muri esistenti e valorizzando l'intera area i brindisini e i turisti potrebbero godere di una meravigliosa visuale del centro storico che si affaccia sul porto, delle colonne romane, dei due castelli e del monumento al marinaio. Una visione d'insieme che solo da lì si può godere.

 

La valorizzazione dell'intera area con la zona archeologica di Punta delle Terrare risalente all'età del bronzo in cui nacque il primo nucleo abitato di quella che sarà Brindisi, rientra in un concetto più ampio, in un nuovo modo di guardare a questa città ed al suo futuro, partendo dalle sue origini più antiche e riprendendo il rapporto che da sempre ha legato Brindisi al suo porto naturale unico al mondo. Da questo concetto si deve ripartire.

Siamo stanchi di veder progettare opere inutili che distruggono e soffocano con cemento, colmate e ciminiere la sua storia e la sua bellezza sulla base di un piano portuale vecchio di 40 anni. Bisogna cominciare a chiederlo a gran voce ai nostri politici locali e nazionali. Questa terra e questa città meritano rispetto. Dobbiamo pretenderlo.

 

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