Legambiente: le proposte e le richieste per il polo energetico.

Legambiente chiede al Consiglio Comunale di Brindisi, chiamato a discutere sul polo energetico, ed ancor prima all’Amministrazione Regionale e Comunale, di assumere urgenti provvedimenti che prevedano, sinteticamente: 
• All’immediata adozione del Registro delle emissioni in città e del Piano di azione per l’energia sostenibile così come previsto nel Patto dei Sindaci per le città sostenibili in Europa sottoscritto dal Comune di Brindisi; 


• All’approvazione dei Piani per la “città intelligente – smart city” in cui la Smart Energy è elemento fondamentale, finalizzata anche alla riduzione della potenza del polo energetico; 
• La società elettrica, che ha consegnato in precedenza il Piano di adeguamento dell’AIA per guadagnare i due anni consentiti per avviare opere che non ha alcuna intenzione di fare, chiede di sottoporre a VIA e a revisione AIA la proposta di realizzare un gruppo da 300 Mw da alimentare con carbone (90%) e CSS (10% termici), asserendo che si otterrà una riduzione del 50% delle emissioni rispetto all’attuale impianto. Sarebbe troppo facile rilevare, ironicamente, che passando da 640 Mw a meno della metà, le emissioni dovrebbero più che dimezzarsi, ma la verità è che la co-combustione di combustibili di ben diverso potere calorifico (di cui il CSS-combustibile ricavato da rifiuti, che soltanto dalla presenza di materie plastiche ricava un aumento di potere calorifico) ha un impatto ambientale addirittura maggiore del solo carbone.
• Chiusura della centrale Brindisi Nord, avviando, con richiesta di deroga al Ministero dell’Ambiente, lo smantellamento dei 2 gruppi già previsti dall’AIA e, quindi, dopo l’intero smantellamento, e la relativa bonifica dell’area e, come da proposta di Legambiente e/o altre alternative, alla creazione di un distretto tecnologico per l’energia rinnovabile (ricerca, produzione di macchine e componenti, impianto termodinamico sul tipo del progetto Archimede di Priolo, ma con ricorso a nanoantenne e nano tubi), impiegando nel distretto i lavoratori Edipower; 
• Ricorso nella centrale Brindisi Sud a carbone a bassissimo tenore di zolfo e ad alto potere calorifico ed all’efficientamento energetico degli impianti, riducendo, come richiesto in passato dal coordinamento delle Associazioni, di ben oltre il 30% il combustibile e la potenza in esercizio (peraltro oggi appena al 50% per la ridotta domanda da coprire prioritariamente da fonti rinnovabili). L’Associazione ribadisce la necessità dell’uscita progressiva da tutti i combustibili fossili (carbone, petrolio, metano) e la contrarietà a nuovi – più che riconvertiti – impianti termoelettrici, comunque alimentati e, in assoluto, alla combustione di rifiuti e fanghi; 
• Il monitoraggio sulla centrale Enipower, in particolare per le polveri sottili, gli NOx ed i microelementi, che oggi sembra interessare pochi ed il controllo dell’esercizio della stessa che, in origine, prevedeva due moduli ed uno in riserva tecnica; 
• Un’azione istituzionale più incisiva da parte delle Istituzioni contro i criminali che hanno sfruttato o “creato” le maglie larghe che hanno consentito, al contempo, scempi ambientali e sociali, però promuovendo le fonti rinnovabili, l’efficienza ed il risparmio energetico, non limitandosi semplicisticamente ad impianti fotovoltaici e di solare termico negli edifici (da promuovere subito!) e prevedendo, nell’ambito di una seria pianificazione, impianti di maggiore potenza e tecnologicamente più avanzati (termodinamico, nuovo eolico, moto ondoso) in aree industriali ed anche rendendo autonomi borghi, aree commerciali e portuali 

Legambiente ritiene fattibile la creazione di un Distretto tecnologico dell'energia rinnovabile così strutturato:
• Settore ricerca, con il coinvolgimento dell'Università del Salento, dell'Università di Bari (valorizzando studi, progettazioni, sperimentazioni su efficienza energetica, fonti rinnovabili e nanocomponenti), centri ed istituti di ricerca da tempo attivi ed apprezzati nella Regione (e non soltanto), società private operanti in campo energetico; 
• Settore produzione e commercializzazione, che crei una filiera produttiva che tragga fondamento dalle attività di ricerca e porti alla produzione e commercializzazione di macchine e componenti di impianti rinnovabili ed a fornire assistenza tecnica a soggetti pubblici e privati; 
• Impianto termodinamico, il cui esempio più conosciuto è rappresentato in Italia dall'impianto Archimede, fermamente voluto dal Premio Nobel Prof. Rubbia quando era presidente dell'ENEA; l'impianto è formato da collettori termici (che si muovono seguendo il sole, secondo il principio del fototropismo) ispirati al celebre esperimento con gli specchi di Archimede; il calore assorbito viene concentrato su tubi contenenti una miscela di sali di sodio e di potassio che riesce a garantire l'accumulo e la stabilità termica a 550°C, anche nelle ore notturne, in serbatoi; la tecnica termodinamica ha il pregio di migliorare sensibilmente l'efficienza nel processo di captazione, concentrazione, accumulo dell'energia solare e del rendimento nella trasformazione in apposite turbine dell'energia termica in energia elettrica nell'arco dell'intera giornata, indipendentemente dall'irraggiamento diretto dei collettori. 

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE BRINDISI - CIRCOLO TONINO DI GIULIO

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