No al Carbone: la decabornizzazione si fa con la dismissione

Il riesame dell'AIA per la centrale a carbone di Brindisi ha finalmente riportato al centro dell’attenzione l’irrisolto problema ambientale legato alla presenza di mega-impianti sul nostro territorio.

La sindaca, appena ritirate le sue dimissioni, ha annunciato la sua presenza alla Conferenza dei servizi presso il Ministero dell'Ambiente senza comunicare ai cittadini quale sarebbe stato il suo voto o le eventuali richieste. Pur riconoscendo la novità di un NO del Comune che finalmente giunge a Roma su decisioni legate al funzionamento di una centrale altamente impattante come quella di Cerano, appare assolutamente scorretta e ingiustificabile la mancanza di confronto sulla tematica in sede di Consiglio Comunale e ancor più con le rappresentanze dei cittadini che da anni lottano per la tutela dell'ambiente e della salute.

Molti sono i quesiti che scaturiscono dalle notizie diffuse dalla stampa sul risultato di questo incontro a Roma. Primo fra tutti l'assenza del Presidente della Regione Emiliano il quale ha tanto propagandato la "decarbonizzazione" della Puglia e poi diserta un appuntamento importante in cui poter iniziare a concretizzare questo suo intento. Anche in questa occasione Emiliano dimostra di avere scarsissimo interesse nei confronti della nostra città, quasi non facesse parte della sua regione.

Vorremmo ricordare al nostro Presidente che qui di inquinamento ci si ammala e si muore. Lo dicono i numerosi studi del CNR pubblicati in questi anni e presentati nelle recenti audizioni in Senato, lo dice lo studio del Centro Salute e Ambiente regionale curato da Forastiere, illustrato in occasione del congresso mondiale di Epidemiologia ambientale che si è tenuto a Roma nel 2016. A Brindisi il PM10 delle 3 centrali elettriche hanno provocato più decessi per tumori, malattie respiratorie e cardiache. E poi ci sono i dati correnti prodotti dall’ARPA e dalle ASL e quelli del Registro Tumori Puglia che Emiliano dovrebbe conoscere bene. Come presidente di Regione, quindi, avrebbe avuto l'obbligo istituzionale e morale di essere presente a quel tavolo e imporre un NO citando questi dati. Invece la Regione, grande assente, ha dato parere favorevole e non ci è dato di capire sulla base di cosa. E' invece sulla base di questi dati che probabilmente il Ministero della Salute ha dato il suo parere contrario al rilascio dell'AIA.

Riguardo, invece, alla richiesta di riduzione di 100 tonnellate/anno richieste dalla sindaca sarebbe utile capire rispetto a cosa si riferisce tale riduzione, alle emissioni reali misurate o a quelle limite autorizzate? Perché nel primo caso la riduzione richiesta potrebbe rappresentare il 30% delle circa 300 tonn/anno, nel secondo caso sarebbe inesistente considerando che porterebbe l'attuale limite da 1000 a 900 tonn/anno valore molto più alto delle quantità attualmente emesse, quindi di fatto una riduzione inesistente. (v. grafico Arpa)

Tutti questi non sono semplici numeri, non si può non riflettere sul fatto che se con le 300/400 tonnellate/anno di polveri emesse in questi anni si sono avuti fino a 44 morti, la riduzione richiesta porterebbe solo ad una piccola riduzione, ma ne avremmo ancora tanti, troppi.

Qualsiasi riduzione proposta significa questo, non risolverebbe il problema e prolungherebbe l'agonia di questa città, impantanata in un destino industriale impostogli da 60 anni ad oggi che le ha bloccato ogni altro percorso di sviluppo.

Torniamo per questo a ribadire che l'unica strada per noi percorribile è quella di DISMETTERE E BONIFICARE, e questo vale per la centrale a carbone di Cerano come per le altre industrie inquinanti presenti nel nostro territorio.

L'era delle fonti fossili va relegata al passato. Bisogna urgentemente guardare al futuro, progettare uno sviluppo sano per questa città, per riabilitare la sua storia recente e riscoprire le sue bellezze e potenzialità. Questi i motivi del nostro NO.

Essere definiti "quelli del NO" non ci offende, perché il NO interpreta una valutazione, una scelta, il rifiuto di ciò che si ritiene ingiusto e dannoso. Propedeutico a un'alternativa, a un miglioramento.

La nostra città ha subito decenni di violenze ambientali. Ha bisogno di dire basta. Un NO. Un punto che chiuda un racconto imposto, falsato, grigio, velenoso. Da quel punto possiamo riscrivere il futuro. Riprendere il cammino percorrendo altre strade.

NO AL CARBONE

Brindisi, 11 febbraio 2017

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