Brindisi si candida a diventare terminal di riferimento per il GNL:
Legambiente chiede chiarimenti.
Nel corso del seminario sulle Reti di trasporti trans-europee (Ten-T), il Presidente dell’Autorità di Sistema, Patroni Griffi, ha affermato che “lo scalo di Brindisi si candida a diventare terminal di riferimento per il gas naturale liquido (GNL) nell’ottica della green economy”.
Di seguito la richiesta di chiarimenti presentata da Legambiente in merito alle dichiarazioni fornite.
Oggetto: Terminal di GNL del Porto di Brindisi
Nel corso del seminario sulle Reti di trasporti trans-europee (Ten-T) , organizzata dal Partito Popolare Europeo, alla presenza del Presidente del Parlamento Europeo on. Antonio Tajani, il Presidente dell’Autorità di Sistema dr. Patroni Griffi ha affermato che “lo scalo di Brindisi si candida a diventare terminal di riferimento per il gas naturale liquido (GNL) nell’ottica della green economy”.
E’ superfluo sottolineare che gli idrocarburi, compreso il metano, nulla hanno a che vedere con la geen economy.
Non dobbiamo dimenticare che Brindisi nel 1990 è stata riconosciuta Area a Rschio di Crisi Ambientale a causa degli elevati rischi connessi all’inquinamento prodotto nell’area industriale ed alla presenza di impianti pericolosi ad alto rischio di incidente rilevante, fra cui i depositi costieri di GPL (Agip Covengas) chiusi con provvedimento ministeriale.
Il piano di risanamento, purtroppo rimasto inattuato anche per quel che concerne interventi prioritari immediatamente finanziabili, è stato approvato con decreto del Presidente della Repubblica nell’Aprile del 1998. Brindisi è stata inclusa fra i primi Siti di Interesse Nazionale ai fini della bonifica dei siti inquinati.
E’ pleonastico ricordare che la Città era destinataria di un provvedimento governativo che preve-deva la realizzazione di un terminal di rigassificazione, ma la ferma opposizione della società civile e sentenze giudiziarie che hanno svelato gravissime illegittimità nel procedimento, hanno portato alla cancellazione dell’opera.
Proporre in questo contesto un terminal per GNL ed addirittura collegarlo alla green economy è un offesa per il territorio e per l’intelligenza di chi riceve questa proposta.
Ricordiamo che qualsiasi ipotesi di terminale costiero è impensabile nel porto di Brindisi perché ad alto rischio di incidente rilevante e perché confligente con quella green economy, assurdamente citata, che è invece il fondamento dello sviluppo del porto e del territorio all’interno della rete trans-europea dei trasporti.
Chiediamo, quindi, di chiarire la proposta e di abbandonare qualsiasi ipotesi di movimentazione, stoccaggio, ed eventuale rigassificazione nel porto, pronti a presentare proposte di reale green economy e di reale decarbonizzazione che consiste nell’uscita dall’impiego in tutti gli impianti termoelettrici di tutti i combustibili fossili.
In caso contrario, in caso contrario preannunciando quella mobilitazione che tanto ha contribuito a cancellare la realizzazione del rigassificatore.
Legambiente Brindisi