Un gruppo di ragazzi mette in salvo una tartarughina ed il suo granchietto con l’aiuto del Centro Recupero di Torre Guaceto

La scorsa domenica la richiesta di intervento al Consorzio di Gestione di Torre Guaceto.

All’altro capo della cornetta, il personale del lido “Granchio Rosso”.

I ragazzi avevano appena soccorso una Caretta caretta che si era spiaggiata in corrispondenza dell’area attrezzata, e dopo averla messa in sicurezza, chiedevano che l’Ente intervenisse subito per portarla al Centro Recupero Tartarughe Marine “Luigi Cantoro” della Riserva.

A questo punto, come da prassi, gli addetti di Torre Guaceto hanno contattato i veterinari dell’Asl di Brindisi abilitati al recupero dei animali in difficoltà e pronto è stato il loro intervento. Dal lido, la Caretta è stata trasportata al Centro della Riserva.

Non appena l’animale è arrivato al “Luigi Cantoro” è stato sottoposto a tutti i controlli del caso.

Si tratta di una Caretta molto giovane, della quale non è ancora possibile stabilire il sesso dato l’età, e lunga appena una ventina centimetri.

Elemento preoccupante: un filo di plastica, di quelli che vengono comunemente utilizzati per chiudere i sacchi dell’immondizia, che le fuoriusciva dalla bocca e difficilmente estraibile.

Il personale di Torre Guaceto allora ha trasportato la piccola presso il laboratorio veterinario della Facoltà di Medicina dell’Università di Bari, ente convenzionato con il Consorzio per la cura degli esemplari recuperati in stato di difficoltà. I medici hanno provveduto all’estrazione del filo di plastica e la piccola è tornata al “Luigi Cantoro” dove rimarrà fino al ritorno alla perfetta forma fisica e quindi alla libertà in mare.

Le condizioni di salute della Caretta caretta ora sono stabili, ha ricominciato a mangiare, ma bisognerà ancora attendere per dichiararla fuori percolo.

Quel che è certo è che si tratta di una tartaruga speciale. In sede di controlli veterinari si è scoperto di aver salvato oltre allo stesso animale anche il granchietto con cui convive.

La Caretta, infatti, ospita un piccolo granchio nello spazio che separa la coda dal carapace. Si tratta di un “Planes marinus”, piccolo crostaceo che vive in simbiosi con la tartaruga che lo ospita e che in cambio di “trasporto” per vari chilometri in mare, assicura la pulizia della zona in cui si insedia.

Insomma, il pronto intervento dei ragazzi del Granchio Rosso ha aiutato non solo la tartarughina, ma anche il suo piccolo “amico”.

Il lavoro in rete svolto la scorsa settimana sia da questi operatori turistici, che dal veterinario Asl intervenuto ci ha permesso di portare in salvo i due animaletti. Questa storia ci ricorda ancora una volta quanto sia importante la collaborazione, soprattutto quando si ha come unico obbiettivo la cura di animali indifesi, come le tartarughe marine, già danneggiati dall’azione dell’uomo.

CONSORZIO DI GESTIONE DI TORRE GUACETO

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