No al carbone: nuove fiamme dalle torce del Petrolchimico.
In questi giorni le torce del petrolchimico hanno ripreso a sfiammare. L’ultima volta lo avevano fatto il mese scorso
(precisamente nella prima settimana di giugno), quando la consueta fuoriuscita di fumo nero aveva creato una colonna che insieme alla fiamma erano ben visibili sia dalla superstrada che collega Brindisi a Lecce, che dalle spiagge del litorale sud della provincia, in particolare nei pressi di Cerano, piene di bagnanti.
Anche ieri, come tutte le volte, i cittadini allarmati hanno segnalato questo evento con filmati attraverso i profili social perché, nonostante la sfiammata faccia parte dell'assurdo finale di un regolare ciclo produttivo di una azienda, la preoccupazione è tanta visto che il prodotto finale, le emissioni di questo ciclo produttivo, vanno a finire nell’aria che noi tutti respiriamo. Una preoccupazione giustificata dai tanti studi scientifici e in particolar modo dalla recente indagine epidemiologica che individua l’industria petrolchimica come uno dei responsabili dell’aumento di morti e malattie sul nostro territorio. Che fare?
In questi anni ad ogni sfiammata spesso seguiva un nostro comunicato stampa per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni, e più volte abbiamo presentato degli esposti in Procura, anche perché in passato non sono mancati episodi in cui l’azienda ha usato queste torce in modo criminale bruciando quello che non doveva. Non sono mancate da parte nostra nemmeno ripetute richieste ad ARPA di conoscere che tipo di emissioni, che tipo di sostanze vengono immesse in aria, ma la risposta è sempre la stessa: c’è una rete di centraline (spesso mal funzionanti, aggiungiamo noi) e i dati sono on-line. Tonnellate di inquinanti immessi in aria ma, a detta di ARPA, tutto a norma di legge.
Ma in questo teatro dell’assurdo (perché questo modello industriale altro non è che un assurdo), in queste repliche che vanno in scena in maniera ciclica è successo un fatto nuovo, un colpo di scena!
Qualche giorno prima dell’accensione delle torce l’azienda ha fatto pubblicare sui giornali un PRE-AVVISO di sfiammate che recitava più o meno così: "Versalis (Eni) informa che da domani inizieranno le operazioni di riavvio delle produzioni, potranno esserci sfiammate…”
Adesso quindi l’azienda prima di scaricare in atmosfera tonnellate di inquinanti ci tiene ad avvisare la popolazione. Un nobile gesto, un atto di trasparenza verso i cittadini ma forse sarebbe anche giusto non fermarsi a questo. Forse sarebbe giusto che VERSALIS pubblicasse anche un POST-AVVISO al termine delle operazioni. Un avviso del tipo: “Versalis (Eni) informa che si sono concluse brillantemente la operazioni di riavvio degli impianti, si avvisa inoltre che sono entrate in torcia n. tonnellate di questa sostanza o di questo materiale…”
Con un pre-avviso e un post-avviso, tutto avrebbe più senso.
SE ATTRAVERSO ARPA NON CI E' DATO SAPERE COSA FUORIESCE DALLE TORCE ALLORA CHE SIA L'AZIENDA A DIRCI COSA CI IMMETTE DENTRO. Azienda, alla quale ricordiamo che esiste un principio di precauzione a cui "dovrebbe" attenersi.
Altra cosa che ai cittadini sarebbe giusto spiegare meglio riguarda questa notizia di un investimento di 25 milioni di euro per la costruzione di una nuova torcia a terra per la quale è stata chiesta la VIA, in cui però non viene specificato se questa torcia ne sostituirà una vecchia o sarà aggiuntiva. Inoltre essendo le torce a terra non visibili da lontano, ancor più è necessario un controllo serio e costante .
Si continuano a fare investimenti fregandosene di ciò che gli abitanti vogliono per il territorio in cui vivono.
Il famoso “nuovo modello di sviluppo", quando e come potrà partire se si continua a investire su produzioni destinate a non avere futuro?
Mentre in tutto il mondo si cerca di affrontare e risolvere la grande emergenza della produzione della plastica, qui a Brindisi si va in direzione ostinata e contraria, investendo su nuovi impianti che indisturbati continueranno ad avvelenarci ...ma "con preavviso" .