La gestione di Torre Guaceto è modello da replicare nell’intera Unione Europea.
A sancirlo, i numerosi studi svolti da altrettanti enti nazionali ed internazionali
in tema di economia blu e pesca sostenibile, grazie ai quali si è ottenuta evidenza scientifica del valore del capitale naturale di Torre Guaceto e, quindi, della bontà delle pratiche ideate ed adottate dal Consorzio di Gestone dell’area protetta sul fronte della tutela e della crescita sostenibile della Riserva.
A metterlo nero su bianco ci ha pensato l’inter-gruppo parlamentare che si occupa di elaborare le strategie comunitarie per la tutela del mare e della fauna marina per l’Unione Europea.
Si è tenuta nelle ultime ore, infatti, presso la sede del Parlamento Europeo, a Bruxelles, la conferenza dal titolo “I benefici economici generati dalle Aree Marine Protette”.
Meeting nato con l’obiettivo di discutere delle sfide che bisogna affrontare sul tema della tutela del mare, e di come sia più opportuno applicare, finanziare e governare le AMP per renderle davvero funzionanti, per il bene degli ecosistemi e delle comunità civili di riferimento.
Per l’occasione, il Consorzio di Gestione di Gestione di Torre Guaceto è stato invitato a relazionale in merito al modello di economia blu ideato e applicato nell’area protetta e, in particolare, in relazione al modello di pesca sostenibile dell’AMP.
Il valore di questa convocazione si coglie in particolar modo se si tiene conto che sono solo 3 le buone pratiche assunte a modello da replicare. I casi studio prescelti, infatti, sono stati: Torre Guaceto, il Parco naturale marino d’Iroise, in Francia, ed il distretto delle Azzorre, in Portogallo.
Il vice presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Nicolò Carnimeo ha raccontato la strategia a 360 gradi adottata dall’ente. Ha spiegato come, grazie alla governance attuata dal Consorzio, si sia riusciti a passare dalla pratica di pesca che prevedeva il lancio di bombe in mare, all’impiego di reti a maglia larga che, non solo non danneggiano gli ecosistemi marini, ma permettono anche di scongiurare la cattura dei pesci giovani, che devono ancora riprodursi, e, quindi, il ripopolamento delle acque. Fenomeno del quale, nel caso di specie, si giovano tutti, gli imprenditori ittici che possono contare su rese di pesca pari al doppio rispetto a quelle che registrano all’esterno di Torre Guaceto, il mare e la fauna ittica, e l’intero Salento perché, come dimostrato dagli studi scientifici di settore, grazie alle correnti marine discendenti che caratterizzano la Puglia, le larve che nascono in Riserva, vanno poi a dispersi e a ripopolare la costa leccese e tarantina.
“La gestione della Riserva marina – ha dichiarato il vice presidente Carnimeo – è stata assunta dal Parlamento Europeo a buona pratica da replicare a livello continentale e mondiale in tema di pesca sostenibile. Torre Guaceto è una punta d’orgoglio del Salento che, devo dire, proprio sul nostro territorio, a Carovigno e Brindisi, spesso non viene compresa. A volte, non si ha consapevolezza di quanto Torre Guaceto sia diventata importante a livello internazionale e rappresenti un simbolo, una palestra di sostenibilità. Ma andiamo avanti. Ora, la sfida che stiamo affrontando è quella di aiutarla a crescere ancora, di ampliare l’Area Marina Protetta e la Riserva Naturale dello Stato. E ce la faremo”.
“Il riconoscimento europeo – ha commentato il presidente del Consorzio, Mario Tafaro - è il coronamento degli sforzi e dell’impegno fin ora assunti dagli operatori della Riserva, dall’Organo di gestione e dalle Amministrazioni socie che, uno corde, si sono impegnati per lo sviluppo e la tutela di Torre Guaceto e del territorio”.