Forum Famiglie: rinnovare la corresponsabilità educativa.
Criteri di giudizio e strumenti di azione nella scuola per genitori con figli da 0 a 18 anni su affettività, sessualità e identità sessuale. 1. Genitori nella scuola: alleanza e corresponsabilità. Di fronte all’indiscutibile emergenza educativa che il Paese sta affrontando, l’alleanza tra scuola e famiglia è criterio irrinunciabile. Proprio per questo è particolarmente grave che oggi siano in corso di diffusione presso le scuole di ogni ordine e grado materiali didattici ed interventi apparentemente sull’affettività e sulla sessualità, ma che in sostanza tradiscono il giusto mandato di combattere ogni discriminazione, e invece intendono introdurre valori, contenuti e stili di vita riferiti all’ideologia del gender, promossi e gestiti da associazioni prive di alcun accreditamento presso il MIUR, senza alcun contraddittorio, e soprattutto senza alcuna richiesta o informazione preventiva ai genitori.
Queste azioni espropriano in modo inaccettabile i genitori del loro intangibile diritto/dovere di essere riconosciuti come primi educatori dei loro figli (Costituzione italiana, art. 30, “è diritto e dovere dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio […]”;
Convenzione ONU sui diritti del fanciullo art. 14.par. 2) “gli Stati parti devono rispettare il diritto e il dovere dei genitori o alla occorrenza, dei tutori, di guidare il fanciullo nell'esercizio del diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione in modo consono alle sue capacità evolutive”).
Ricordiamo che uno degli atti che hanno maggiormente consentito queste azioni, il documento “Strategia Nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, realizzato dall’UNAR, non ha alcun valore normativo, non è mai stato approvato da nessuna istituzione di rappresentanza dei cittadini sia a livello politico che sociale e non può quindi essere presentato come una disposizione obbligatoria per le scuole. Tale documento è inoltre incompleto perché non afferma la responsabilità educativa dei genitori, riconosciuta dalla Costituzione e da altre norme in vigore. Sotto questo aspetto non rispetta neppure la raccomandazione europea che a tal proposito recita: ”Tali misure dovrebbero tenere conto del diritto dei genitori di curare l’educazione dei propri figli” (CM/Rec 2010 Consiglio d’Europa).
L’unica legge che regola corsi tenuti agli alunni nella scuola da parte di esterni è quella dei Decreti Delegati che, come noto, stabiliscono per l’attuazione di tali corsi preventiva approvazione da parte del Consiglio di Istituto. Trattandosi di materia delicata occorre inoltre un’approvazione non formale, ma esito di un dibattito approfondito tra i genitori con i docenti della classe/scuola, con i Comitati dei genitori o con loro Associazioni per favorire delibere che siano realmente espressione della maggioranza dei genitori di quella scuola.
I genitori devono conoscere in anticipo i contenuti degli incontri e dei testi in discussione, devono avere la facoltà di chiedere che il proprio figlio possa non partecipare senza nessuna conseguente discriminazione. Le attività di educazione affettiva sono aggiuntive rispetto alle attività curricolari quindi occorre da parte della scuola aver preventivamente recepito il consenso delle singole famiglie. Anche nel caso che l’argomento fosse trattato dai docenti della scuola, peraltro, si ritiene assolutamente necessario che i genitori ne siano informati e possano dare il proprio contributo, data la delicatezza degli argomenti. Anche la distribuzione di opuscoli su questi temi deve seguire lo stesso iter; deve essere osservata quindi la disposizione che prevede il consenso preventivo dei genitori.
2. L’educazione: un diritto-dovere dei genitori
Ricorsi, proteste e iniziative formali sono stati già intrapresi da più parti nei confronti di Ministeri, Dipartimenti, Parlamento e ogni altro organo competente. Oggi è però necessaria una rinnovata e diffusa azione diretta di vigilanza e di cittadinanza attiva da parte dei genitori stessi, che non possono accettare che queste azioni passino sulle proprie teste, e soprattutto sulle teste dei propri figli. In tal modo la famiglia contribuisce all’attuazione di quel “Patto di corresponsabilità” tra scuola, famiglia e studenti che costituisce una delle dinamiche più innovative del sistema scolastico di questi ultimi anni.
Infatti, secondo quanto riportato nel Quaderno del MIUR del 2009 sul tema, il Patto prevede che, in tema di “Relazionalità […] La famiglia si impegna a condividere con gli insegnanti linee educative comuni, consentendo alla scuola di dare continuità alla propria azione educativa”; per quel che riguarda “l’offerta formativa […] La famiglia si impegna a prendere visione del piano formativo, condividerlo, discuterlo con i propri figli, assumendosi la responsabilità di quanto espresso e sottoscritto”. Una responsabilità in azione, quindi, tutta da costruire, ma che impegna la responsabilità di ogni famiglia e delle associazioni di famiglie, in alleanza con la scuola. Sul versante opposto, però, anche la scuola deve assolutamente consentire alle famiglie questo coinvolgimento.
Per dare ulteriore concretezza alla responsabilità dei genitori, singoli o associati, su un tema così delicato, quale è l’educazione all’affettività, alla sessualità, all’identità sessuale,di cui i genitori sono invece primi responsabili, ricordiamo qui quattro spazi e possibilità di azione, che sono appropriati per tutta l’esperienza educativa scolastica, ma che su questo tema esigono oggi una rinnovata consapevolezza e una attiva responsabilità operativa.
1) Molti strumenti della scuola sembrano solo “sulla carta”, nascosti da sigle spesso oscure: invece i piani dell’offerta formativa d’istituto (POF) e i progetti educativi (PEI) sono preziosi, e i genitori devono vagliarli con attenzione, all’atto dell’iscrizione. Particolare attenzione va dedicata ai percorsi gestiti in attività extracurriculari, troppo spesso organizzati tenendo all’oscuro le famiglie, o con informazioni solo formali. Anche i siti web delle scuole sono spazi informativi che i genitori devono seguire stabilmente.
2) Anche durante lo svolgimento dell’anno scolastico i genitori sono chiamati a seguire con puntualità la vita scolastica dei propri figli, il contenuto delle lezioni, verificare diari e impegni, dialogando con serenità su ogni tipo di evento o iniziativa, soprattutto se extra-curriculare. Ogni firma o autorizzazione, in quanto atto di responsabilità genitoriale, è e deve essere occasione di dialogo e di scambio di informazioni.
3) Inoltre conviene affrontare il tema dell’educazione all’affettività, alla sessualità, all’identità sessuale durante le assemblee/consigli di classe, dialogando con gli altri genitori, con i docenti, con i dirigenti delle scuole. In questo senso la presenza ed il coinvolgimento delle associazioni di genitori nelle scuole è fondamentale.
4) In questo momento storico, infine, di fronte a percorsi o progetti che sono espressione unilaterale dell’ideologia del gender, spetta ai genitori il diritto-dovere di una pronta azione di responsabilità attiva nei confronti dell’offerta formativa ed educativa indirizzata ai propri figli, soprattutto se attraverso percorsi/interventi extracurriculari, mediante:
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la richiesta formale di informazioni su origini, criteri, contenuti delle iniziative e degli enti proponenti, per poter esprimere in modo necessario e vincolante il proprio parere;
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il coinvolgimento degli altri genitori e delle associazioni di genitori e di famiglie, per condividere i giudizi, sviluppare la consapevolezza di tutti, agire con più efficacia, anche con strumenti formali di protesta (raccomandate, esposti, richieste scritte di informazione, ecc.);
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la responsabilizzazione esplicita degli organi scolastici (direzione, consigli di classe, collegio docenti, uffici scolastici provinciali e regionali, fino al ministero se necessario), cui proporre eventuali obiezioni, correzioni, proposte alternative e da cui pretendere risposte chiare e tempestive;
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la reale garanzia di poter non autorizzare la partecipazione del proprio figlio alle iniziative extracurriculari quando non condivise.